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A1: c'è chi gioca per sognare e chi per sperare
A1: c'è chi gioca per sognare e chi per sperare
di Adelio Pistelli
04/01/2012
Domani sera sapremo. Chiude il girone di andata di A1, le prime otto giocheranno i quarti di finale di coppa Italia e domani sapremo la ‘griglia’ di sfide uniche (quelle del 25 gennaio in casa delle quattro migliori classificate) e che porteranno le vincenti a Roma per le final four di metà febbraio.
Quando manca un solo match per archiviare il girone di andata, dunque, Trento, Macerata, Cuneo e Modena sono già sicure di giocare in casa la gara unica che vale le finali romane: ma contro chi? Monza (18 punti), Vibo Valentia e Roma (17), Belluno (16) le squadre che, in base a ciò che succederà domani (Monza e Vibo uno contro l’altro), sapranno dove viaggiare a fine gennaio e nessuno è in grado di fare facili anticipazioni. Un esempio? Roma (che ospita Padova): potrebbe finire quinta e giocare contro Modena, oppure chiudere all’ottavo posto utile e trovarsi di fronte i campioni di Trento. Domani sera sapremo.
E mentre nelle alte sfere tra calcoli e incertezze, stanno per maturare i quarti di coppa Italia, splendido antipasto di appuntamenti agonistici prestigiosi, un po’ più giù in classifica c’è chi passa le giornate a rincorrere la tranquillità perduta. Guardate a Piacenza, alzi la mano chi l’avrebbe mai detto di vedere il team emiliano laggiù, tra problemi e incertezze.
Un paio di anni fa, viaggiando verso un aeroporto tedesco con Angelo Lorenzetti, il già tecnico dei piacentini diceva scherzando che "
per i miracoli ci stiamo attrezzando"
. Conoscendolo, ultimamente ci sarà sicuramente andato molto vicino. Ma non sembra bastare. Solo guardare a ciò che sta accadendo da un paio di stagioni a questa parte, forse aiuta a capire quali difficoltà porta avanti Lorenzetti alle prese con continue difficoltà. Nella stagione del sospirato rilancio ("anche se parziale ma tassativo dopo la maledetta ultima annata" diceva al via dell’ attuale campionato) la sfortuna non sembra abbandonarlo. Lorenzetti non ha mai alzato lo scudo degli alibi ma evidentemente il suo modo di andare in palestra è troppo spesso minato da imprevisti che segnano il cammino di Piacenza. Un campionato iniziato senza Zlatanov, l'anima del team emiliano poi fortunatamente tornato sottorete alla sua (splendida) maniera; le difficoltà offensive di Nikolov, un signor opposto ma ancora troppo altalenante per aiutare ad uscire definitivamente dalle sabbie mobili del fondo classifica. Poi, lo stop improvviso, del 'veterano' Samuele Papi (500 gare solo in Regular Season), voluto da Piacenza per classe ed esperienza. Adesso il "fenomeno" è fermo (o quasi) per un guaio ad un ginocchio e domani, nella delicatissima sfida di San Giustino, magari sarà in panchina ma è difficile che il suo tecnico lo rischi. Altre difficoltà per una squadra che rivive suo malgrado i fantasmi della scorsa stagione. Intanto la società potrebbe chiudere l’ennesima trattativa di mercato, riportando in Italia il brasiliano Cleber, schiacciatore con esperienze a Pineto e Taranto. Però, l'attualità era e resta la tassativa ricerca di punti qualità anche in un piccolo palasport umbro dove è di casa un team (quello di Fefè de Giorgi), anche lui partito con ben altri obiettivi e ritrovatosi (per guai fisici e tecnici) in posizione tutt'altro che felice. San Giustino è ad un solo punto in classifica (10) dietro i piacentini ed è facile capire che partita andrà in onda domani. A chi darà carbone la Befana che verrà?
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