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Adesso le riforme
Adesso le riforme
di Luciano Pedullà
28/11/2011
La sesta giornata di A1 si è conclusa senza particolari mutamenti, determinati da quello che attualmente risulta essere il valore del torneo che non ha ancora sancito promosse o bocciate. In questo senso possono lavorare con serenità Bergamo e Pesaro che arrivano da una pesante sconfitta ma che hanno materiale tecnico per uscire da questa difficile situazione; dovranno però calarsi velocemente nel clima agonistico, con fiducia e concentrazione perché in settimana inizierà la Champions League e arriveranno immediatamente partite che contano, le lombarde affrontando la squadra di Istanbul di Guidetti, per le marchigiane addirittura contro una sorta di nazionale russa chiamata Dinamo Mosca. Anche Villa Cortese si rituffa in Europa, ma lo fa con una maggiore convinzione dovuta dall’equilibrio raggiunto dalla squadra di Abbondanza, all’interno del quale ogni fattore può risultare commutativo senza che il risultato debba variare. Le notizie più interessanti arrivano invece dalla riunione di Lega della scorsa settimana con la richiesta di un confronto con la Federazione per agire su alcune riforme strutturali al fine di garantire un torneo che offra immutata spettacolarità agonistica e tecnica anche in assenza di alcune campionesse che hanno vinto tutto con la nazionale, e che prima o poi dovranno cedere il passo alle nuove leve. Al primo posto ci deve essere un deciso confronto tra calendario nazionale e internazionale per non assistere più a gare poco interessanti e significative anche per le assenze che hanno determinato l’inserimento in campo di giocatrici fuori ruolo. Personalmente ritengo che un’A1 a dieci squadre al massimo permetterebbe un impegno più equilibrato e una garanzia di spettacolarità, in tempi più brevi. Il livello tecnico potrebbe essere salvaguardato anche attraverso la formazione delle squadre sulla base della realizzazione di un ranking per le giocatrici, che potrebbero essere divise per fasce di rendimento tecnico risultanti dalle stagioni effettuate precedentemente. Ogni squadra potrebbe fare scelte dettate da un’unica regola, che obbligherebbe la realizzazione del roster societario in conformità a un punteggio massimo per ogni società, determinato dalla quotazione del ranking delle giocatrici in squadra. Considerando inoltre che ogni atleta che proviene dal proprio giovanile potrebbe avere valore di zero punti, o dando un coefficiente per le giocatrici straniere, si garantirebbero libere scelte privilegiando l’attività con le proprie squadre di categoria. Un’A2 a sedici squadre con due gironi e una sola straniera, e play off promozione con le ultime due squadre della classifica del campionato maggiore, aprirebbero nuovi orizzonti alle italiane meno esperte, offrendo l’opportunità di realizzare una squadra federale, il Club Italia, competitiva per questo livello, permettendo alle nazionali juniores più possibilità di gioco. Anche la scelta nei confronti degli staff tecnici dovrebbe dare una maggiore garanzia di qualità piuttosto che di natura economica. Ciò potrebbe derivare dalla possibilità di corrispondere ai tecnici delle squadre un minimo di un dodicesimo del totale d’ingaggi conseguiti dalle giocatrici della squadra. Insomma qualche piccola modifica che dia vantaggio alla crescita tecnica che la pallavolo italiana dovrà essere in grado di affrontare e credo che questo sia il momento giusto perche queste riforme possano essere fatte per continuare a vivere un grande spettacolo grazie al traino dato dalle vittorie della Nazionale che ha permesso alla pallavolo femminile di essere ancora uno degli sport di squadra più seguiti in palestra e dai media.
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