Andrea Anastasi si racconta

di Adelio Pistelli

27/01/2011

Andrea Anastasi si racconta
Finalmente. Ci voleva la final four di Coppa Italia. Non aveva nulla da farsi perdonare, anzi la gran parte dell'opinione pubblica era (e resta) solidale nei suoi confronti. Ma Andrea Anastasi, dopo la conclusione del Mondiale e, dopo lo "strano" epilogo della panchina azzurra, aveva preferito farsi da parte, godersi la famiglia, un po' di tennis, lontano da palasport e dai palloni presi a schiaffi. Finalmente, eccolo lì, a bordo campo, circondato da amici e da telecamere per capire il suo pensiero, per "rubare" qualche sua preziosa
considerazione sull'attualità e su prossimo futuro. Della pallavolo e non solo.
"Mi sono divertito - racconta l'ex coach dell'Italvolley - Sono stati due giorni interessanti, una finale, molto bella, spettacolare soprattutto per il modo in cui Cuneo l'ha gestita e vinta. Grande volley quello giocato dagli uomini di Giuliani e vittoria super meritata da parte di un team che non ha sbagliato nulla, mettendo in vetrina il meglio di ogni fondamentale. Proprio bravi".
Sorpreso da questo successo?
"Non direi, erano di fronte le due squadre più forti e poteva vincere chiunque. Se volete, dopo il V-Day e ancor più dopo il successo di Cuneo in Supercoppa, pensavo di vedere un Trento diverso, più determinato. Invece l'ho visto arenato a dispetto di quella squadra che in campionato stravince e domina senza soluzione di continuità. Evidentemente soffre i piemontesi, più forti della scorsa stagione: lo sono per l'arrivo di Volkov, che aumenta la forza offensiva in attacco e non solo; lo sono per la concretezza e la continuità di giocatori importanti che Giuliani ha portato alle finali di coppa in buonissime condizioni. Il tecnico ha amministrato con intelligenza la straordinaria forza del suo gruppo anche vista la carta d'identità di molti dei suoi uomini pensando, ovviamente anche alle sfide importanti che verranno in Champions e campionato. Un lavoro certosino".
E Trento?
"Per favore... Il team di Stoytchev non ha bisogno di difensori, tantomeno di essere scoperto e visitato. Ha potenzialità tecniche e agonistiche enormi e conosciute. Sarà ancora e sempre un agguerrito protagonista".
Da novembre Anastasi è un illustre disoccupato della panchina. E' ormai tempo di tornare o no?
"Ho voglia di rimettermi in discussione. C'erano state delle chiacchiere internazionali ma adesso penso soprattutto a rientrare in un club italiano per iniziare a lavorare su un bel progetto in prospettiva. Le voci di mercato ultime? Non lo ho mai seguite. Sono qua, pronto a dialogare, questo sì".
E intanto parte per un nuovo viaggio-studio: dopo quello negli Stati Uniti, adesso direzione Brasile...
"Volo in Sudamerica con Andrea Gardini. Vedremo sei partite del campionato brasiliano, seguiremo soprattutto il Cruzeiro e Minas e, naturalmente, tanti allenamenti. Prima tappa Belo Horizonte quindi San Paolo, per importanti aggiornamenti professionali con la scuola brasiliana, ancora la migliore in assoluto".
Buon viaggio, Andrea: ci risentiremo al ritorno per commentare questa fantastica esperienza. Sempre ovviamente su "dallarivolley.com", dove hai tanti amici.
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