Andrea Giani, l'anno del riscatto

Intervista di Lorenzo Dallari

21/05/2010

Andrea Giani festeggia la promozione in serie A1 con RomaAndrea Giani festeggia la promozione in serie A1 con Roma
Andrea Giani festeggia la promozione in serie A1 con Roma
Per tutti quelli del volley è semplicemente il Giangio. E quest’anno ha vinto da allenatore il campionato di A2, centrando una promozione importante con la M.Roma dopo aver trionfato anche a Montecatini in Coppa Italia. Andrea Giani ha vissuto una grande stagione, dimenticando le amarezze di Modena dello scorso anno.
“Il progetto ideato insieme al presidente Massimo Mezzaroma prevedeva la promozione in A1 in due anni, invece abbiamo concretizzato prima i nostri intenti. La promozione è arrivata grazie alla qualità del nostro gruppo e alla qualità del lavoro che abbiamo fatto: Poey è stata la punta di diamante, ma il salto di qualità è stato determinato dalla crescita di Zaytsev. E’ un giocatore completo, molto forte, che mi ricorda Lorenzo Bernardi quando ha cambiato ruolo, da palleggiatore a schiacciatore: Ivan fisicamente è però più forte di Lollo, paragonabile ai russi più forti. Sono obiettivamente molto soddisfatto”.

Che momento sta vivendo la pallavolo maschile oggi in Italia?
“Dovremmo viverla come momento di ripartenza, sfruttando anche il Mondiale. Quest’anno in A2 ho visto una buona base di ragazzi che potrebbe essere sfruttata per la crescita del movimento: questo campionato dovrebbe rappresentare il laboratorio del nostro sport”.

Cosa pensi del Club Italia?
“E’ obiettivamente difficile valutarlo anche perché il prossimo anno gli stranieri in A2 saranno solo due: ne consegue che molti italiani giocheranno, e tanto. Il Club Italia deve pertanto trovare atleti di livello: in caso contrario si rischia di fare quello che ha fatto quest’anno il Club Italia femminile. E’ di certo una grande scommessa delle Federazione”.

Hai firmato il rinnovo con la società capitolina, un anno più opzione per il secondo.
“E’ giusto che sia così. Un allenatore come programmazione non può pensare di pensare troppo in là: deve concentrarsi nel breve periodo, al contrario della società che invece guarda più in avanti. Il tecnico deve confermare sempre il lavoro non solo con i risultati ma anche con gli obiettivi prefissati: ad esempio noi quest’anno avremmo dovuto far crescere un gruppo di giovani, se poi arrivano anche le vittorie come in questo caso, tanto di guadagnato. Il prossimo anno? Di sicuro allestiremo un gruppo in grado di divertirsi e di divertire, un bel mix di giovani e di atleti più maturi, proiettato nel futuro”.

Giani in A1, Bernardi esonerato da Padova, Sartoretti esonerato da Perugia, che lo ha poi nominato direttore sportivo per la prossima stagione, sempre che la formazione umbra partecipi al campionato…
“Quello di allenatore è un mestiere in cui serve molta esperienza: al di là della conoscenza tecnica o tattica che già avevo da giocatore, occorre concentrarsi sulla gestione del gruppo, trovare un linguaggio corretto per trasferire ai giocatori le esperienze vissute. In questo il campo è fondamentale, nella consapevolezza che è complicato trovare chiavi di lettura interpretative adatte a ogni giocatore. Bisogna trarre insegnamento da ogni esperienza, positiva o negativa che sia: se hai la capacità di leggerla cresci, altrimenti regredisci. E poi l’allenatore lavora 24 ore al giorno, mentre i giocatori finito allenamento o la partita staccano la spina: devi avere la pazienza di stare lì, anche quando sei stanco e non ne puoi più, perché a volte serve tanto tempo per fare piccole modifiche. Il lavoro che fai non è così immediato in quanto a risultati”.

Cosa pensi dello scudetto festeggiato da Cuneo e della Champions League conquistata da Trento, per tutti la grande favorita anche per il tricolore?
“Cuneo ha dimostrato nella stagione di essere stata l’antagonista vera di Trento, giocando sempre partite di molto equilibrate, compresa la finale di Coppa Italia. Trento - per merito di Cuneo - ha perso in finale la necessaria lucidità, con tipologia di errori che non aveva mai commesso: si è trovata a essere ansiosa, e in questo Cuneo è stata eccezionale, meritando il suo primo scudetto”.

La nazionale gioca a settembre il Mondiale in Italia: tutti sperano che gli azzurri arrivino alle finali di Roma il 9 e il 10 ottobre…
“Io credo che abbiamo grandi possibilità di farcela: sono sei mesi di lavoro impegnativi, e dobbiamo fare tesoro dell’esperienza degli anni passati. Tecnicamente e tatticamente abbiamo ottimi giocatori, e l’ultimo Europeo è servito al ct Andrea Anastasi per portare modifiche a quel gruppo: la World League va vissuta come un test, bisogna perseverare sul lavoro, trovare la strada giusta per arrivare al successo, anche se la strada non è diretta. I favoriti per l’oro secondo me sono in primis il Brasile e la Russia, sotto la Serbia e gli Stati Uniti e poi la Bulgaria”.

Un’ultima battuta sul tris tricolore della Scavolini Pesaro: ovviamente parliamo di volley femminile, dove potrebbe approdare a breve il tuo amico Paolino Tofoli proprio per allenare le campionesse d’Italia.
“Sarebbe un’esperienza impegnativa, e torniamo al discorso degli ex giocatori. Partire con una squadra così non sarebbe di certo facile, soprattutto perché una squadra femminile comporta una gestione tecnica e psicologica complicata. Sono contento però che Paolino abbia deciso cosa fare e gli auguro un mare di successi”.
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