Arbitro per un giorno

di Lanfranco Dallari

07/06/2010

Lanfranco e Lorenzo DallariLanfranco e Lorenzo Dallari
Lanfranco e Lorenzo Dallari
Ho avuto l’onere e l’onore di poter arbitrare domenica nel bellissimo PalaCosta a Ravenna la finale femminile delle Arbitriadi 2010, in coppia con mio fratello Lorenzo. Abbiamo accettato con gioia il prestigioso invito onorati del fatto che avessero scelto proprio noi a dirigere una finale nazionale. Prima della partita ho provveduto a richiedere tantissime informazioni ad ogni arbitro che mi transitava a meno di 40 cm (diciamo che ne ho stressati diversi, timoroso che mi giocassero qualche brutto scherzetto magari per vendicarsi di eventuali, involontari ma possibili, miei giudizi in telecronaca non proprio esaltanti nei confronti di loro fischiate quantomeno dubbie…). Fin dall’inizio siamo stati messi in guardia: “Attenti che queste giocatrici che dovrete arbitrare sono arbitri, sul rettangolo di gioco sono agguerritissime, si giocano una finale… e quando scendono dal seggiolone ed entrano in campo il loro spirito agonistico si moltiplica, diventano delle belve… e non dimenticate che sono delle donne, pertanto sono ancora più…cattive”. Comunque non fatevi problemi ad estrarre cartellini gialli o rossi qualora riteniate che ce ne sia bisogno”. Felice di questa possibilità di riscatto, in virtù di un mio passato cestistico esaltante molto più per le squalifiche ricevute che per i risultati raggiunti, ho sperato fosse giunto il momento della vendetta ma subito la mia illusione è svanita nel nulla, sentendomi dire con tono convinto: “guarda che i cartellini li può estrarre solo il primo arbitro, non il secondo”. E subito mi è stato ricordato e rimarcato che la designazione arbitrale era stata fatta in ordine di importanza, pertanto sul trespolo del primo arbitro sarebbe salito quello più importante della famiglia; vista la mia espressione rassegnata, forse in termine consolatorio si sono fortunatamente ridotti a rimarcare “più importante in termine lavorativo intendiamo”. Gli arbitri nel basket non mi hanno mai scontato nulla, è giusto ricevere un trattamento paritario da quelli della pallavolo. Mi sono girato verso il tavolo dei segnapunti ed ho visto Manu Benelli, un mostro sacro della pallavolo, un mito: mi sono consolato pensando che se Manu avrebbe diretto la finale successiva, quella maschile, come secondo arbitro allora quel pari ruolo affidato a me era al di là di ogni mia più rosea attesa….. Manù però miracolosamente si era dotata di 2 cartellini gialli e rossi, e di altri due di riserva più piccoli, nel dubbio fossero risuciti a convincerla che, come da regolamento, non poteva utilizzarli e fossero riusciti miracolosamente a sottrarle gli originali….. Manù era ed è il numero 1 non a caso, non la si frega dandole il ruolo di “secondo”, giusto così, lei non è mai stata seconda a nessun’altra palleggiatrice, come potevano sperare di relegarla in quel ruolo la classe arbitrale con la quale ha sempre avuto un rapporto catulliano di amore-odio? Prima della partita un arbitro di serie A è venuto a salutarmi e mi ha detto: “Finalmente lei può vedere quanto sia difficile arbitrare, così ne terrà conto nei suoi commenti in televisione, a dire il vero ci ha sempre trattato bene durante le sue telecronache, però questo è il sistema migliore per rendersi conto di quante difficoltà si possono riscontrare nel corso di una gara”. Era un avvertimento, non una minaccia, però aveva ragione, e dandomi del lei ho ascoltato ancor con ancor maggiore attenzione quelle parole. Il fischio d’inizio si avvicinava ed ero tesissimo, mi sono fatto fare un riassunto di quali fossero i “fischi” di competenza del secondo arbitro, scherzando sottolineavo che tutte le responsabilità sono sempre del primo direttore di gara, a cui spetta sempre e comunque la decisione finale….quindi in caso di problemi ho avvisato anche le giocatrici che se la sarebbero dovuta prendere con quello più in alto, che stava comodo su un seggiolone, costringendomi a girovagare per il campo (ma quanta strada deve fare il secondo arbitro? Ci vuole il fisico, non fa per me. … stavo pensando di aiutarmi con un monopattino elettrico, però non sapevo se il regolamento lo avrebbe consentito).
Finisce la partita, tutto è andato bene, così pare, ogni tanto chiedevo se stavo facendo molti errori all’allenatore del Veneto (la sua squadra è stata sempre in vantaggio nel corso di tutti i due set, quindi lo ritenevo più propenso a darmi un voto alto sulla mia direzione o non direzione di gara, ho preferito non fare la stessa domanda all’allenatore delle capitoline, era troppo inferocito, ci mancava solo che mi scappasse detto che sono un accanito tifoso neroazzurro e poi avrei completato il disastro). Mio fratello devo ammettere che è stato molto bravo, io in effetti non l’ho aiutato molto, non ha sbagliato nulla, a parte un bagher quando ha cercato di intervenire su una palla che si è avvicinata alla sua postazione, mah, quasi peggio di Lapo a bordo campo in una gara di Nba….)
Alla fine, come un arbitro serio, sono andato negli spogliatoi, all’interno c’era Umberto Suprani, arbitro vero, l’ho analizzato con attenzione, stava facendo i rituali che segue prima di tutte le partite che ha arbitrato, pertanto migliaia di volte, compresa la prova del fischietto, vi assicuro che funzionava benissimo, sono passato a un metro da lui mentre lo stava provando nello spogliatoio, per poco non volo sul soffitto. Ho capito che se anche un fischietto super con Umbi si stava meticolosamente preparando avevo ragione ad essere teso prima della mia rivedibile performance, sono stato scarso ma mi consolo sapendo di essermi impegnato. Ringrazio tutti, per la pazienza e comprensione, e per l’occasione che mi hanno dato, d’ora in avanti seguirò  con ancora maggiore attenzione la condotta arbitrale, prima e durante le partite, cercando sempre di più di immedesimarmi in loro, vi assicuro che non è facile fare l’arbitro, provare per credere. Mi dispiace che per problemi tecnici non ho avuto la possibilità di partecipare alla cena con tutti gli arbitri alla Casa delle Aie a Savio, posto che adoro, spero il prossimo anno di essere ancora invitato, questa volta non mancherò. Un ringraziamento speciale va al mio caro amico Gianluca Chiarini, che ha abbandonato il mare per venirmi a vedere arbitrare, un grande, al pari dello speaker Gianluca Barboni, che ha detto al microfono che stavamo arbitrando senza commettere errori…..è bello avere degli amici, sono sempre utili, anche quando dicono delle bugie, aiutano a non abbattersi.
Ciao Lanfranco
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