Archivio Volley Story e Interviste

Allenatori italiani brava gente15/02/2013

Allenatori italiani brava gente

di Luciano PedullàQuest’anno in Champions si parlerà solo italiano. Le squadre qualificate alla Final Four, Rabita, Busto, Vakifbank e Galatasaray, quest’ultima di diritto, sono allenate da tecnici del belpaese, rispettivamente da Abbondanza, Parisi, Guidetti e Barbolini: non c’è che dire il meglio della pallavolo europea. Particolare la sfida che in semifinale farà incontrare il romagnolo Abbondanza con il calabrese Parisi che nelle ultime stagioni di sfide personali ne hanno affrontate tante. Prima in Italia, tra campionato, play off e in particolare le finali scudetto dell’anno scorso, poi in Coppa Italia. Infine in Europa con le nazionali di Bulgaria e Repubblica Ceca con vittoria dell’Europa League per il tecnico di Busto e rivincita nel girone di qualificazione agli Europei per l’allenatore del Rabita, C.T. Bulgaro. Sono tutti e quattro allenatori di nazionali straniere, Barbolini con la Turchia e Guidetti con la Germania completano la schiera, indice di una categoria italiana senza pari, quella dei tecnici, confrontandola con le altre nazioni. La scuola italiana si è affermata negli ultimi anni sia per merito della calata di assi internazionali nelle squadre di club aumentando la qualità delle giocatrici e del lavoro, che per la capacità degli stessi allenatori che hanno svolto un proficuo e costante aggiornamento tecnico e tattico in giro per il mondo osservando le migliori atlete e compagini, studiandone pregi e difetti.
Scherzi di Carnevale12/02/2013

Scherzi di Carnevale

di Luciano PedullàChieri batte anche Piacenza e balza al terzo posto, in una classifica di difficile lettura con squadre che hanno giocato tredici gare e altre dodici. Il fatto certo è che Busto guida tutti con un divario abbondante. La differenza tra la formazione varesina e le altre squadre in questo momento non sembra essere dato dai cinque punti ma dalla sostanza, tanto che riesce a risolvere qualunque situazione anche nei momenti più difficili, contro Pesaro o come in Champions con Azerrail. Nel turno di A1 coach Parisi ha concesso riposo a Marcon, afflitta da problemi alla schiena, e a Faucette forse anche per una scelta tecnica e rigettato nella mischia Lombardo, alla fine mvp della partita, e Brinker come già aveva fatto con la formazione di Baku, ma il finale non è cambiato. L’alchimia di Busto sembra essere dettata da cinque importanti elementi che fanno la forza della società: sponsor, dirigenza, staff, atlete e pubblico. L’equilibrio dimostrato da queste parti pare essere il vero parametro per determinare l’attuale stabilità della formazione e dei suoi crescenti risultati. Gli sponsor dimostrano presenza e imperturbabile correttezza che permettono la vita serena alla squadra e la possibilità di sviluppo della società; merito di una dirigenza che non ha voluto fare grossi proclami negli anni passati e solamente programmare a piccoli passi, grazie all’esperienza della famiglia Forte, da almeno venticinque anni nella pallavolo di alto livello, e a quella degli altri collaboratori che si sono affiancati passo dopo passo, chi per la parte manageriale o per quella puramente manuale.
From Baku to Istanbul08/02/2013

From Baku to Istanbul

di Luciano PedullàBusto ha compiuto la prima missione! Con tanta fatica e molto batticuore ha raggiunto la vittoria nella sfida di andata contro l’Azerrail, una delle formazioni più forti della pallavolo azera, la squadra più italiana delle formazioni estere, che può vantare tre giocatrici. Anzanello, Carocci e Sorokaite e l’intero staff da Chiappini a Negro, da Gabban a Rossini. La squadra del ministero dei trasporti di Baku completa la rosa con due attaccanti di alto livello: Flier apparsa in buona condizione tecnica ma meno per quella fisica, e Hodge, passata dall’essere oggetto misterioso nella sua stagione a Villa Cortese a top player nelle situazioni a rete: difficile da contrastare, impossibile da murare, la bella coppia della giocatrice sbagliona vista all’opera in Italia. L’Azerrail è una delle tante multinazionali della pallavolo in Azerbaijan, nelle cui fila militano ben dieci straniere lasciando alla sola Korotenko l’onore di difendere il proprio paese, essendo Rahimova e Parchomenko ancora indisponibili da inizio stagione. Poi Italiane, olandesi, polacche, americane … insomma non si capisce come e perché la pallavolo in questo paese potrebbe crescere se del loro patrimonio non esiste traccia, neanche nelle altre squadre, che presentano ancora meno rappresentanti nazionali nei propri roster. Di fronte alla discesa in campo di questa legione straniera, il volley nostrano ha ancora fatto ottima figura vincendo una gara combattuta pur con un risultato risicato che ha presentato non pochi rischi. Ci hanno pensato Brinker, mvp dell’incontro, e Lombardo a risollevare le sorti dell’incontro ristabilendo nella formazione di Parisi gli equilibri necessari per far rendere al meglio tutte le giocatrici. La sfida di mercoledì sarà un tuffo nell’adrenalina per quante dovranno fare la gara della vita se vorranno raggiungere la Final Four a Istanbul.
Il "Grande Nano"05/02/2013

Il "Grande Nano"

di Lanfranco DallariE' difficile pensare di essere 185 cm e di essere considerato simpaticamente un nano.... E' la storia di Andrea Anastasi, 134 presenze da giocatore con la maglia azzurra, tecnica e classe pura tale da riuscire spesso a surclassare e scardinare i muri dei giganti avversari. Anche come allenatore si è confermato un autentico vincente mantenendo la sua classe innata da autentico signore: dopo l'abbandono di Bebeto de Freitas prende la guida dell'Italia e subito conquista le World League del 1999 e del 2000 e gli europei del 1999, arriverà terzo alle Olimpiadi di Sydney 2000 e secondo agli europei del 2001. Anastasi ha vinto il 72% delle partite disputate come tecnico dell'Italia. Il 16 settembre 2007 la nazionale spagnola ha conquistato inaspettatamente il titolo europeo, era proprio Anastasi il ct delle furie rosse. Il 16 ottobre 2007, succedendo a Gian Paolo Montali, viene inaspettatamente richiamato come CT della nazionale azzurra maschile fino ai campionati mondiali del 2010, terminati al quarto posto. Dal 3 febbraio 2011 il "Grande Nano" diventa il nuovo allenatore della nazionale polacca. Questo per te è una fase di pianificazione e di studio...come si svolge il tuo lavoro in questo periodo? "Dopo due stagioni estremamente positive ho iniziato la mia terza stagione alla guida della Polonia. Il periodo invernale rimane un momento molto prolifico e costruttivo in cui investo molto tempo nello studiare cosa dobbiamo migliorare sia come squadra che a livello individuale. Nei miei numerosi viaggi in terra Polacca (che mi sorprende sempre di più e dove vado almeno 10 giorni al mese) investo molto tempo nel vedere giocatori sia impegnati in gare ufficiali che nelle fasi di allenamento. Lo studio dei giocatori è essenziale se si vuole partire con le giuste informazioni per il periodo estivo. Sto valutando circa 40 giocatori da inserire già in chiave Olimpica, li seguo e li valuto con molta attenzione.
Gli opposti attraggono04/02/2013

Gli opposti attraggono

di Luciano PedullàLa presenza di Barbolini, in Italia con il Galatasaray da lui allenato, ha riproposto d’attualità l’utilizzo dell’opposta ricettrice con la quale fa giocare il suo club. Molnar, schiacciatrice serba abile anche da zona due aiuta in ricezione sul servizio avversario, brava anche se non impeccabile, permettendo a Calderon principale zona quattro della formazione turca di essere impegnate nel primo fondamentale del cambio palla solo in fase sei. E’ lo stesso sistema che il tecnico modenese ha adoperato con la Nazionale Italiana con la sola eccezione che ora utilizza più costantemente l’attacco da seconda linea, ovviamente con la potente schiacciatrice Cubana. E’interessante verificare quello che farà Mencarelli, neo C.T. dell’Italia femminile che tra l’altro non potrà disporre, per questa estate, di Ortolani vicina alla sua prima maternità. Si affiderà a Diouf o ritornerà a calcare il modulo con Lucia Bosetti opposta? Situazione che abbiamo visto anche al recente All Star Game, sestetto nato dalle votazioni degli appassionati di volley italiani che hanno risposto con interesse al “referendum” proposto dalla Lega votando le formazioni che volevano che scendessero in campo all’inizio della sfida di Verona. L’opposta alla palleggiatrice, nei moduli delle squadre più interessanti, club o nazionali che siano, ha prerogative estremamente differenti e difficilmente paragonabile con il pari ruolo della pallavolo maschile. Passati i tempi in cui l’Unione Sovietica utilizza Batuktina solo per migliorare la ricezione, adesso la Russia è una di quelle nazionali che con Gamova ha potuto avere un’attaccante di palla alta preziosa anche dalla zona di difesa.
Compagni di scuola01/02/2013

Compagni di scuola

di Luciano PedullàLa presenza del Galatasaray in Italia è stata un’interessante occasione per la pallavolo italiana e in particolar modo per Bergamo e Busto. In terra orobica il ritorno di Lo Bianco è stato accolto con grande affetto, indubbiamente logico per una persona di un valore così assoluto dentro e fuori dal campo, ma è stata anche la prima volta che Leo ha incontrato da avversaria Lavarini, allenatore della formazione Lombarda. E’ un revival particolare tra due compagni di classe: pochi sanno, infatti che tre quinquenni or sono il Liceo Scientifico Gobetti di Omegna era frequentato da tanti degli attuali protagonisti della pallavolo femminile italiana: Lavarini, Lo Bianco, Viganò (Villa Cortese) e Negrini (Urbino) erano compagni di classe e la stessa scuola era frequentata da Beltrami (allenatore di Bologna), Cardullo (Villa Cortese) e Minati (Ornavasso), un gruppo che sta scrivendo belle pagine del volley nostrano. Non a caso ceppi storici hanno spesso segnato l’evoluzione di questa disciplina sportiva, da Ravenna a Carrara, da Omegna a Orago sono alcune delle migliori realtà che hanno sviluppato giovani talenti di primissimo livello. Le amichevoli internazionali di metà settimana sono state una valida occasione di vedere all’opera la formazione di Barbolini in grande forma fisica e mentale, estremamente felice per il nuovo futuro incarico che lo vedrà impegnato nel prossimo quadriennio come C.T. della Turchia verso la quale molti suoi pensieri sono già rivolti. In futuro Bengodi diventerà città turca, nella quale la pallavolo svilupperà ulteriormente le sue prestazioni e verso la quale la maggior parte delle giocatrici prenderanno cittadinanza, forti delle carenze che stanno emergendo in Italia e Azerbaijan, rimaste tra le poche ad avere un campionato qualificato e di buon livello sia per giocatrici che per tecnici.
Piero Molducci, spagnolo-romagnolo d.o.c.31/01/2013

Piero Molducci, spagnolo-romagnolo d.o.c.

di Lanfranco DallariPiero Molducci è un tecnico preparato, ironico, sempre pronto allo scherzo e alla battuta, al punto da essere definito un romagnolo d.o.c.; ha scelto la Spagna per continuare la sua carriera da allenatore, ritornando all'Unicaja Almería con la quale si era laureato campione di Spagna nel 2005, lasciando la sua impronta vincente prima di rientrare in Italia (alla guida prima di Perugia e poi di Forlì, per 5 anni consecutivi: nel campionato 2007-08, battendo la Marmi Lanza Verona ha ricondotto la squadra romagnola in A1 dopo sette anni). Ma ora Pierino è tornato in terra iberica. Hai trovato cambiata questa tua nuova terra d'adozione? "In spagna la situazione volley è molto peggiorata anche perchè la crisi si sta facendo sentire molto. Il campionato è a 10 squadre delle quali la metà sono abbastanza forti, mentre le altre sono composte da gente che non è professionista, ovvero gioca e lavora. La mia squadra è formata da giovani e da giovanissimi, l'età media in campo è di 22 anni, però sono giovani bravi. Qui a livello giovanile ci sono buoni giocatori, poi si perdono per strada perchè il volley non ti dà da vivere bene. La mia scelta di venire ad allenare qui è stata determinata dall'ottima qualità di vita che c'è, dal clima e da tante altre cose. Avrei potuto allenare in A2 in Italia ma ho preferito così e di questo sono contento. Qui mancano i soldi ma c'è entusiasmo da buoni spagnoli. Il calcio e il basket la fanno da padroni, ma anche la pallamano e il calcio a 5 sono su ottimi livelli. Ho allenato qui nel 2005 e il livello è purtroppo peggiorato...
I miei colleghi giapponesi30/01/2013

I miei colleghi giapponesi

di Paolo MontagnaniLa pallavolo giapponese fa molto affidamento sullo sport che viene praticato nelle scuole. Si comincia fin da piccoli a giocare a pallavolo, con tanto di tornei e competizioni, poi si arriva alle high-school dove il volley comincia a diventare la disciplina sportiva dominante, per poi finire il percorso di crescita tecnica all'università, dove uno sport giocato bene può anche significare un piccolo "aiuto" per il conseguimento della laurea.Quindi, risultano molto importanti gli insegnanti che i giocatori hanno nell'intero percorso, ma soprattutto quelli dell'università sono secondo me fondamentali. Da notare che questi insegnanti sono dei veri e propri allenatori di pallavolo e siccome creano,plasmano e fanno migliorare i propri ragazzi per un buon numero di anni, tengono particolarmente a vincere i campionati universitari, che in qui in Giappone sono seguiti dalle televisioni e hanno una cornice di pubblico sicuramente superiore alla V-League.Fino a qui tutto bene, il sistema scolastico produce giocatori in quantità per tutti gli sport e gli alunni fanno veramente sport a scuola. Studiando queste realtà mi è purtroppo capitato di vedere cose che, secondo la mia opinione, non vanno bene.Gli allenatori godono di un rispetto totale da parte di tutti i componenti della squadra,(e questo è giusto e auspicabile) ma a volte esagerano, con un atteggiamento altezzoso e sprezzante che molte volte mortifica i giovani giocatori: abbiamo giocato una partita della recente Coppa dell'Imperatore contro una High School (formula interessante e palazzetto pieno),ovviamente il punteggio era largamente a nostro favore ma ad un time-out, l'allenatore, oltre a redarguire ad alta voce un ragazzo si è lasciato sfuggire "uno scappellotto", per usare un termine italiano. Purtroppo i miei collaboratori mi hanno detto che non è inusuale.
Modena-Piacenza, testa coda... anagrafico25/01/2013

Modena-Piacenza, testa coda... anagrafico

di Adelio PistelliUn peccato di gioventù. Qualcuno ha voluto giustificare così lo scivolone di Casa Modena a Castellana Grotte di una settimana fa. Forse e, se così fosse non ci sarebbe nulla da dire considerato il record che la formazione allenata da Angelo Lorenzetti, si regala e regala ai suoi straordinari tifosi: è la squadra più giovane dell’A1 con 24,30 anni di media. "Il team più giovane è la significativa conferma che stiamo guardando al presente ma anche al prossimo futuro". Parole di Bruno Da Re General manager dei modenesi, dirigente decisivo nel costruire un team che, gradualmente ha rovesciato in positivo la sua stagione e che, adesso, vuole ripartire dopo il "peccato di gioventù" di sette giorni. Domenica nel Tempio del volley ci sarà Piacenza, ironia della sorte la formazione più "vecchia" del campionato (come potete vedere dalla tabella sotto). Insomma una sorta di sfida tra chi ha voglia di crescere e stupire e chi fa dell'esperienza, e tanta qualità tecnica, una sinergia per andare a caccia di una bella soddisfazione in prospettiva play off scudetto. Però la Zlatanov band sa bene che non sarà così facile tornare a casa con il sorriso come, di contro, il tecnico dei modenesi, Lorenzetti intelligentemente respinge ogni paragone al successo di fione dicembre scorso contro i piacentini (che valeva il passaggio alla final four di Coppa Italia), consapevole che la sfida di domenica era e resta tutta un'altra storia.
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