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27/03/2012
Soltanto un abbraccio e un applauso
di Simone Serafini
L’abbraccio. Tentacolare, avvolgente, sicuro, incoraggiante, come quello della foto. Lui ci sta abbracciando, portandoci e guidandoci verso un nuovo successo, verso una nuova sfida, verso un nuovo porto. L’applauso. Spontaneo. Al PalaValentia l’hanno ricordato così. E così deve essere. Altro che un minuto di silenzio. Un’eternità di applausi. E ogni volta che lo pensiamo, pensiamolo non nel silenzio, ma nell’allegria, nella musica festosa, in un brindisi, in una risata fragorosa, nella vitalità contagiosa. Grazie di tutto, Bovo.
26/03/2012
European FenerbaChampions League
di Luciano Pedullà
Fenerbahce Campione d’Europa! Così era scritto e così è successo. La vittoria della gloriosa società turca era già stata inavvertitamente pronosticata lo scorso anno, ma in semifinale la formazione guidata da Ze Roberto era scivolata sulla classica buccia di banana, in un tie break dominato dopo aver accumulato un vantaggio che ai più poteva sembrare incolmabile, ma la squadra di Istanbul aveva subito un’incredibile rimonta dalle concittadine condotte poi al titolo da Guidetti. Quest’anno dopo aver sconfitto le russe di Kazan nella qualificazione alla finale per il trofeo il Fenerbahce si è trovato di fronte il Cannes che aveva messo al tappeto nello spareggio per la Final Four di Baku le Campionesse d’Europa uscenti e in semifinale la rappresentante italiana, Villa Cortese. Un bel biglietto da visita per le francesi che nella gara d’entrata avevano mostrato un Antonijevic sempre molto precisa in regia e una Cardullo abile a dirigere la difesa (ennesimo meritato titolo Best Libero per Paola), nonostante qualche piccola disattenzione in ricezione. Neanche l’assenza della Spasojevic si era sentita, ben sostituita da Kozlova, ventottenne ucraina con un passato di non ricca esperienza.
23/03/2012
Monza chiude, le emozioni forti di Montichiari
di Adelio Pistelli
La lettera di Giulia Gabana, numero uno del volley di Monza, ha innescato un effetto domino: di perché e di emozioni. Gli interrogativi, che sono nati attorno alla decisione della presidentessa, sono e magari saranno, per giorni, tema di discussione. Per quanto ci riguarda, preferiamo aprire una parentesi sul turbamento che la ‘lettera’ suscita a chi ha vissuto tutta la storia della società. Adesso chi schiaccia con il marchio Gabana è in Brianza ma le radici sono ancora lì, a Montichiari. Una cittadina che in tanti, a metà degli anni ottanta, nemmeno conoscevano. E’ stata la grande pallavolo a lanciare definitivamente Montichiari.Era il 1986 quando in un grazioso paese di appena dodicimila abitanti si festeggiava la prima storica promozione in A1. Anni lontani, ormai però chi scrive li rivede scorrere uno dietro l’angolo. Rivede le partite contro la Kutiba Falconara, sfide straordinarie che valevano una qualificazione in coppa Italia, una qualificazione ai play off. Sfide folcloristiche anche fuori dal campo, tra dirigenti meravigliosi, dirigenti che hanno lasciato una positiva impronta in una pallavolo che non c’è più. Abbiamo, anche per questo, cercato di capire le loro emozioni. Per esempio quelle di Luciano Baratti il grande inimitabile presidente di ‘quella Montichiari’ e di tante altre ancora: "Non me l’aspettavo proprio. Non so davvero perché la Giulia sia arrivata a questa sua decisione, sono molto dispiaciuto. Da un po’ di tempo sono lontano dal volley ma non avevo mai abbandonato Giulia.
23/03/2012
"A malincuore chiudiamo la società"
Lettera aperta di Giulia Gabana
"Oggi per me è una giornata triste, causa di una delle decisioni più difficili che io mi sia mai trovata a prendere. La storia della Gabeca Pallavolo è lunga e bellissima e fatta di persone appassionate e carismatiche come Luciano Baratti e Marcello Gabana, che hanno sempre creduto nella pallavolo e sostenuto che l’imprenditoria dovesse allo sport sempre più attenzioni e aiuti. Quando mio papà si innamorò della pallavolo e decise poi di prendere direttamente le redini della Gabeca Pallavolo , sapeva di avere alle spalle una sicurezza economica che gli avrebbe permesso di investire una parte del suo fatturato nello sport, nei giovani e nel suo territorio. Oggi sono cambiati molti scenari, purtroppo questa dura crisi economica ha colpito anche le nostre aziende e nel tentativo di preservare le nostre attività in un momento così delicato, questa società si trova a non poter più intraprendere questo percorso sportivo perché costretta ad impiegare tutte le sue forze alla salvaguardia di un gruppo e tante famiglie. A questo si aggiunge una difficoltà nella raccolta di sponsor, perché giustamente in momenti così delicati tutti cercano di non spendere le proprie liquidità per il bene aziendale.Purtroppo la notizia era nell'aria da tempo e oggi è arrivata la conferma: si chiude la storia pallavolistica di Montichiari, poi diventata quella di Monza. Sono sinceramente triste come tutti quelli che amano questo bellissimo sport, tutti quelli che hanno conosciuto e apprezzato Marcello nei tanti da lui vissuti sottorete. E poi condiviso con Giulia la sua passione autentica per il volley. Mi dispiace. Punto. E in queste parole è riassunto quello che provo io e quello che di certo provano tutti quelli che hanno avuto la fortuna di appassionarsi per questa squadra e questa società. Vi avevo preannunciato che ci sarebbero state novità poco edificanti per il movimento: questa è la prima, e a dire la verità temo che ce ne siano altre in arrivo... (l.d.)
21/03/2012
I pesi della CoppaCampioni
di Simone Serafini
Quando un Numero Uno capitola, la caduta è sempre un po’ più fragorosa. Normale quindi che si sono scatenate voci, grida e sussurri dopo la sconfitta di Trento in semifinale di CoppaCampioni. Capirai, poi contro la Dinamo Kazan, e allora le dietrologie su Juantorena e il suo, pare, futuro russo si sono sprecate. Ho sorriso a queste “chiacchiere da bar”, come mi piace definire queste quisquilie. La verità è semplice e chiara di fronte a noi. Trento è fatta di persone, e in quanto umane, possono anche perdere. Tra l’altro una semifinale di CoppaCampioni, mica il torneo all’oratorio. Tra l’altro contro una signora squadra, che poi ha vinto la CoppaCampioni, una signora squadra che ha giocato una grande Final Four. Il problema è che in questi casi si parte da un presupposto fallace, non si è obiettivi. L’abitudine, la monotonia dell’usuale (nel caso di Trento leggasi trionfare dappertutto) porta a rimarcare la vicenda “straordinaria”, nel senso di extra-ordinaria, cioè anormale, fuori dall’ordinario. Siccome Trento perde raramente, ogni qualvolta accade solleva degli “ohhhhh” di sorpresa, degli “hai visto? Trento ha perso” di incredulità. Accade solo ai numeri Uno, accade anche negli altri sport.
20/03/2012
Italvolley: il secondo palleggiatore? Il migliore, a prescindere
di Adelio Pistelli
E Mauro Berruto disse: “E’ vero, ha grandi qualità ma come vice non penso sia giusto per la nazionale”. Il tecnico dell’Italvolley, messo alle strette da Gianluca Pasini de 'la Gazzetta dello Sport' di oggi, martedì 20 marzo, habuttato la maschera sulla vicenda Valerio Vermiglio, il miglior palleggiatore italiano ma da mesi definitivamente allontanato da casa Italia dal nuovo coach azzurro. Un allenatore che ha rilanciato le sue motivazioni sul perché del ‘no’ definitivo al regista messinese, motivazioni ricche però di alcune evidenti contraddizioni e, forse, la più grande è proprio quella in cui afferma: <come vice non penso sia giusto per la nazionale”. Giovedì 29 marzo Mauro Berruto ufficializzerà la lista dei giocatori che inizieranno la preparazione in prospettiva Londra 2012. E’ vero, ancora (purtroppo) l’Italvolley non è qualificata. Ci proverà al pre-olompico di Sofia (Bulgaria) dal 8 al 13 maggio e, se non dovesse farcela (alla kermesse bulgara passerà una sola squadra su otto partecipanti), l’Italia avrà l’ancora di salvezza in un quadrangolare di Verona dal 8 al 10 giugno.
19/03/2012
Istanbul caput mundi....anche la guida azzurra passa da qua?
di Lanfranco Dallari
Oggi devo partire per la Turchia, destinazione Istanbul, mi aspetta il mio fantastico amico fraterno Giovanni Guidetti, mi preparo e in pratica senza andare a dormire mi lancio alla volta del parcheggio dell'aeroporto bolognese. Per svegliarmi faccio una breve sosta in autogrill dove ordino un caffè doppio e acquisto la Gazzetta dello sport, la apro come sempre rigorosamente dalla pagina del volley, leggo che anche Massimo Barbolini sembra proiettato verso Istanbul, non al Vakifbank dove sto andando io, ma al Galatasaray, come riporta il sito ufficiale della società turca, l'impianto di gioco è il medesimo, chissà che io non trovi tanti amici e tra questi proprio quello che meno mi sarei aspettato di trovare ovvero Max... andavo ad Istanbul per incontrare un amico modenese vuoi vedere che ne incontro 2 della medesima città? Il destino è strano... pensare che abito a soli 14 km dalla città della Ghirlandina...Al al contrario di quello che malignano diversi miei amici e conoscenti, ultimamente non mi è capitato spesso di concedermi una vacanza all'estero. In entrambe le mie ultime trasferte ho incontrato Angelo Lorenzetti, in entrambe le differenti situazioni il motivo del mio viaggio è stato legato al mio desiderio di trascorrere qualche giorno in compagnia di miei "amici veri", entrambi italiani, che per motivi diversi fatico ad incontrare, così le occasioni di trascorrere tempo con loro sono sempre poco frequenti.
19/03/2012
L'occasione mancata degli anni novanta
di Simone Serafini
Non scriverò di cose che già hanno scritto tutti. Quindi non scriverò della fuga dei talenti dal campionato italiano. Della fuga dei cervelli pallavolistici si è già scritto tanto, è stato assodato essere un buon segnale - la scuola italiana di tecnica e tattica di volley - con tanti compatrioti sulle panchine di selezioni nazionali estere (Abbondanza, Guidetti, Anastasi ora, Caprara, Prandi non molto tempo fa) e altri al timone di club importanti (Santilli, Bernardi, per citarne un paio). Quindi non mi dilungo oltre su un bel Segno Distintivo Italico. Non scriverò invece che, lapalissianamente (si può dire? mah, nel dubbio non lo scrivo), le partenze di Osmany Juantorena e Igor Omrcen dal nostro campionato impoveriranno la nostra Serie A. La quale è già orfana di tanti campioni, quindi non scriverò, perché è inutile ricordarlo, che ormai in Italia non giocano più i migliori, ma solo alcuni dei migliori, basta guardare i roster delle prime tre nazionali all’ultima World Cup. Un brasiliano (Vissotto), zero russi, qualche polacco. Rimane una buona rappresentanza serba (ma Nikola Kovacevic e Miljkovic sono altrove) e bulgari. Gli statunitensi? Qualcuno.
17/03/2012
Istanbul e il suo traffico pazzesco
di Leo Lo Bianco
Ciao a tutti! È la prima volta che vi scrivo e pertanto vi voglio raccontare qualcosa di particolare: cosí ho pensato di partire dall'inizio della mia esperienza in questo nuovo paese, la Turchia. Precisamente Istanbul. Voglio raccontare il primo impatto con questa immensa città, di cui tutti mi avevano parlato benissimo sotto ogni aspetto,tranne uno: il traffico impossibile! Ma la prima volta che sono venuta qui ho pensato che erano tutti matti: "dov'è tutto questo traffico?". Dall'aeroporto di Ataturk, che si trova nella parte europea, al ristorante dove mi hanno portato, solo 15 minuti!! Fantastico! E per andare in hotel, 5 minuti! Incredibile... Il giorno dopo però mi sono resa conto di quanto mi ero illusa che tutti fossero impazziti. Ho passato tutto il giorno in macchina per trasferirmi da una parte all'altra e la stessa strada di 5 minuti, si é trasformata in un'ora e mezza! Centinaia di macchine, ammassate senza senso, senza una precedenza, senza uno stop, senza alcuna regola! Mi sono sentita male e ho pensato "Come farò a vivere qui?".Eppure,è possibile. Credo che ad Istanbul non abbiano delle grandi scuole guida: tutti vanno dove vogliono, agli incroci passa chi vuole, in realtà passa sempre chi vuole! Il semaforo rosso non ha un grande effetto e i pedoni a semaforo verde rischiano comunque la vita. Ma i migliori sono loro, i taxi gialli. Ce ne sono a milioni,ovunque. Viaggiano spediti e non si fermano davanti a niente: suonano il clacson, in continuazione.
17/03/2012
Carolina Costagrande, campionessa di volley e di umiltà
di Lorenzo Dallari
"Sono sicura che a Londra saliremo sul podio: abbiamo una grande squadra e ci toglieremo un bellissima soddisfazione all'Olimpiade". E' decisamente ottimista Carolina Costagrande, che ritrovo con grande piacere dopo un po' di tempo, sorridente e serena. Ci incontriamo a Sky Sport, dove è venuta ospite di "Obiettivo Londra": la trovo in gran forma, comprensibilmente superfelice per il recente, ennesimo successo della sua carriera. Ha vinto il campionato cinese, nella squadra allenata da Jenny lang Ping. "Davvero un personaggio super: ottimo tecnico e grande persona. Ha fatto di futto per metterci nelle migliori condizioni per vivere questa esperienza a dir poco particolare: in Cina sono stata davvero benissimo, decisamente molto meglio che in Russia". Ma come è il volley cinese? "Difendono tutte in maniera incredibile, fa parte della loro cultura. Il gioco è divertente, il campionato decisamente corto: dura solo 3 mesi. Due gironi da 5 squadre, le migliori 2 si qualificano per le semifinali dei play off: in tutto abbiamo giocato 22 partite, e così ho potuto riservare un po' di energie per l'Olimpiade". Capito bene? In tutta la Cina, oltre 1 miliardo di persone (!), solo 10 squadre di vertice. In Italia ce ne sono 11 (dovrebbero essere 12 in verità) e qualcuno ne ipotizza 14... "Ho visto che il campionato italiano è un po' calato di livello, ma è inevitabile se consideriamo quante giocatrici sono andate all'estero. Non cosa sinceramente cosa potrà succedere in futuro qui".
15/03/2012
Natasa Osmokrovic a tu per tu con Pedullà
di Luciano Pedullà
Raccontare di Osmokrovic è facile per chi l’ha allenata per circa quattro anni. Grandissima atleta e giocatrice, ma soprattutto grandissima persona e professionista, con notevole attaccamento alla squadra, alla maglia e al lavoro. Diventa difficile ricordare un allenamento nel quale Natasa non ha reso al massimo e ancora più complicato pensare ad una partita dove la schiacciatrice croata non sia stata protagonista. Le lacrime che l’hanno accompagnata dopo l’ultima sua esibizione in Italia con Novara, l’affetto verso i tifosi, compagne, staff e società hanno sicuramente lasciato un segno particolare alle persone che le sono state vicine e che possono solamente volerle bene. Per questo motivo, dopo averla vista impegnata con il Rabita Baku nel quarto di finale di Champions League, ho pensato interessante chiederle un’intervista che vi ripropongo come lei stessa me l’ha inviata, ringraziandola per la grossa disponibilità dimostrata anche in questa occasione.Come ti trovi pallavolisticamente e personalmente a Baku? "Mi trovo bene, la mia società ci garantisce condizioni di lavoro ottime, abbiamo la nostra palestra per l’allenamento all’interno della quale si trova anche la sala pesi solo per la nostra squadra, in tal modo lo staff può programmare liberamente l’attività. Ci stiamo allenando molto e non abbiamo tanto tempo libero, così la città di Baku non e stata completamente scoperta da parte mia, la cultura della vita è diversa e c’è voluto del tempo per abituarsi, ma ora la mia organizzazione personale è migliorata. La gente e gentile e curiosa, la pallavolo femminile è molto famosa e per questo motivo ci viene riservato un trattamento speciale.
13/03/2012
Juantorena, Zaytsev, il tecnico di Cuneo e... Cormio
di Adelio Pistelli
Previste rivoluzioni; poi allenatori e schiacciatori ma non solo in un tourbillon di trattative ricco di possibili operazioni. Mirino, velocemente su quanto è ufficialmente già accaduto. Dopo Omrcen, che quindici giorni fa anticipava il suo prossimo impegno professionale in Giappone (dopo cinque anni Lube e dodici in Italia), ieri l’altra attesa notizia, sicuramente la più attesa: la scelta di Juantorena di lasciare Trento. La più attesa perché attorno al futuro dell’italo-cubano – sul quale erano in tanti a scommettere per una sua permanenza in Trentino - era legata, per esempio, anche e sopratutto la prossima destinazione del russo di Roma, Ivan Zaytsev. E’ vero, Macerata era (lo è ancora?) in pole position per portare nelle Marche uno dei nuovi talenti, pedina importante anche della nostra nazionale; vero che lo stesso Zaytsev ha più volte sottolineato che, per un anno ancora è sotto contratto con Roma e, che non ha mai firmato per altro club in prospettiva. Però, è vero che su di lui ci sono Macerata, Piacenza, due società russe e, appunto, Trento. Che, magari, aspettava le decisioni di Juantorena per diventare o meno uno dei ‘pretendenti’ alle schiacciate del russo di Roma.
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