Bernardinho, il diplomatico

di Adelio Pistelli

10/10/2010

Bernardo Roca de Rezende detto Bernardinho, il c.t. del BrasileBernardo Roca de Rezende detto Bernardinho, il c.t. del Brasile
Bernardo Roca de Rezende detto Bernardinho, il c.t. del Brasile
Ha vinto, applausi. Dopo il successo sull’Italia ha fatto i complimenti agli azzurri, abbracciato l’amico Anastasi e sottolineato il grande calore del pubblico romano. Altra dimostrazione del… talento che Bernardinho tecnico dei brasiliani, rilancia anche lontano da una rete.
E’ un personaggio. Con stampelle (che deve usare da settimane dopo l’incidente al tendine di Achille) o senza, è forse uno dei più preparati e furbi allenatori al mondo. Sottile nelle dichiarazioni, maniacale nel curare i dettagli tattici del suo team, quasi innervosisce quando prova a convincere gli arbitri su decisioni che lui ritiene sbagliate, con quel suo ironico sorriso mentre guarda verso il primo arbitro, oppure mentre si gira verso il tavolo della giuria. Tattica, indiscutibilmente tattica. Bernardinho è scaltro. Sa, per esempio che qualcosa si è inceppato nel mondo del volley da quando, quella sera di Ancona, la sua squadra, il suo comportamento hanno e forse irrimediabilmente minato la sua immagine e non solo. Bernardinho ha capito che, ultimamente s’è fatto qualche nemico in più (meglio qualche antagonista in più perche nel volley non ci sono nemici) a prescindere dei continui risultati del suo Brasile. E allora in particolari circostanze si comporta di conseguenza. Come nel dopo partita quando ha regalato consensi verso chi aveva battuto, congratulazioni all’intero ambiente azzurro che lui ed il suo gruppo sapevano essergli contro ancor più dopo i fattacci della seconda fase mondiale.
Però, proprio perché la sana competizione è il sale dello sport vero, onore al merito di chi ha chiuso la strada all’Italvolley verso il sogno finale di Italia 2010. Onore al merito del Brasile per una volta ancora una inavvicinabile e al suo allenatore, autentico genio della panchina e, ultimamente, interprete di un ruolo non facile da portare avanti: il diplomatico. Anche se ad Ancona non c’è riuscito. Ma Bernardo lo sa: non poteva riuscirci.
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