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Bovolenta: è dura convivere con la crisi di risultati
Bovolenta: è dura convivere con la crisi di risultati
di Adelio Pistelli
14/12/2010
Vigor Bovolenta in attacco
Vigor Bovolenta in attacco
Come se ne esce? E' questa la domanda che da qualche settimana fa compagnia a chi, a Forlì, va sottorete e prova a vincere la prima partita di campionato. Nove giornate già in archivio e romagnoli dentro un tunnel senza luce, attanagliati da una situazione che sta diventando molto pericolosa.
"Non credevo mai di dover passare momenti tanto difficili e, per certi versi, sono del tutto impreparato".
Vigor Bovolenta
allarga le braccia, sconsolato. Per la prima volta nella sua lunga carriera, eccolo di fronte ad una delicata problematica tecnica che rischia di mandare in tilt l'intera stagione sua e, di Forlì. In A1 dal 1992, con un passato da mettere in cornice (a Ravenna, Ferrara, Roma, Palermo, Modena, Piacenza e Perugia) più molte e brillanti presenze in nazionale, il trentaseienne centrale nato dalle parti di Rovigo (a Contarina), si guarda intorno e prova ad entrare nel cuore del problema.
"Dopo quasi vent'anni di play off scudetto, esclusione fatta per la stagione scorsa a Perugia" racconta il centralone dello Yoga "non lo nascondo: è dura. La mia testa fatica a convivere con quanto sta accadendo. Vado in palestra, scendo in campo per ogni partita con il solito grande entusiasmo e determinazione che mi hanno sempre accompagnato, dovunque. Ma è dura e tanto. Qualcuno mi sta dicendo che sto giocando uno dei migliori tornei degli ultimi anni ma, evidentemente, tutto ciò non vale. Qui c'è da rivoltare come un calzino il nostro attuale momento, dobbiamo scuoterci, è tassativo ormai".
Ma c'è un perchè se Forlì è laggiù a zero punti?
"Sono colpe da dividere in due parti precise: noi giocatori che andiamo sottorete dobbiamo prenderci le giuste responsabilità ma l'altro cinquanta per cento sono a carico della società. E' chiaro ormai che non ha saputo lavorare bene in vista di un campionato di A1, sempre più difficile, presentando un team migliore di quello attuale".
Magari non ci voleva quasi subito l'infortunio a Kovacevic, uno dei punti fermi dell'attacco forlivese.
" E' vero e si è appena ripreso. Ha giocato uno spezzone domenica contro Monza ma è senza allenamento e ci vorrà ancora del tempo per rivederlo al meglio. Poi ci sono le condizioni fisiche approssimative dell'altro schiacciatore, Diachkov. Ha sempre dei problemi ad una spalla che lo limitano. Niente alibi, purtroppo
sono vicende che possono capitare ma considerato che sono due delle nostre potenziali bocche di fuoco, capirete bene che per noi è sempre più difficile".
Come se ne esce?
"Andando in campo cercando di dare qualcosa più del solito, provando a non franare moralmente ma, credetemi, non è facile. Poi pensare sempre e comunque positivo. Stiamo vivendo un periodo nero, siamo demoralizzati, nervosi, tesi: è la naturale conseguenza della situazioen che stiamo vivendo, ma è necessario fare qualcosa, centrare il primo risultato importante (domenica in Romagna arriva Verona, ndr). Non siamo ancora spacciati, naturalmente però è tassativo svoltare e la vittoria è sempre la migliore medicina. Non scopro nulla di nuovo? Di più non so. Ripeto, non mi era mai capitato. Metto al servizio di Forlì la mia esperienza, la mia voglia di fare bene. Però, maledizione: chi se lo aspettava di essere a questo punto là in fondo da soli, senza punti?"
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