Bravi si nasce Champions si diventa

di Luciano Pedullà

04/03/2013

Massimo Barbolini e Giovanni GuidettiMassimo Barbolini e Giovanni Guidetti
Massimo Barbolini e Giovanni Guidetti
La settimana che porta Busto alla sua prima Final Four è iniziata con sensazioni favorevoli per la formazione varesina che ha disputato una brillante gara con Chieri, vincendola e ipotecando la prima posizione nella regular season. Soprattutto ha dettato la conferma della buona condizione delle due tedesche, Brinker e Kozuch, e una prestazione …da Marcon della schiacciatrice di banda veneta rivista nella sua migliore condizione di gioco, dettata probabilmente da un ritrovato benessere fisico. Ora la ricezione della formazione diretta da Parisi ha equilibri e situazioni di gioco molto più stabili rispetto al passato, favorendo il gioco delle centrali, della confermatissima Bauer, fino a questo momento la migliore della squadra da lei capitanata, ma anche della giovane Pisani che, chiamata in emergenza a far rifiatare Arrighetti, ha risposto con due gare positive lasciando sogni tranquilli alla formazione bustocca. Tutt’altra cosa in casa Chieri che, dopo aver vinto ai vantaggi il secondo set, ha smarrito di colpo il gioco e la parola pagando pesantemente i problemi che settimanalmente non permettono a giocatrici e staff di affrontare serenamente il loro piacevole lavoro. Una situazione della quale non si riesce a vedere la fine e che preoccupa per lo scenario che potrebbe presentarsi nella prossima stagione, salvo che l’ambiente non decida di cambiare completamente registro affidandosi a una pallavolo meno dispendiosa con rinunce economiche prima di tutto dei diretti addetti al lavoro e poi anche dell’entourage che ne compete. Un torneo, quello di quest’anno, che va perdendo senso della misura e fascino con formazioni che permettono alle giocatrici il cambio di casacca in qualunque momento della stagione, magari a obiettivi minimi raggiunti, dando significato solamente alla stagione dei play off, lamentandosi magari dello scarso interesse che i media danno all’attuale parte del torneo. Se a questo aggiungiamo, come già rimarcato da più parti, che la Finale di Coppa Italia è concomitante a quella conclusiva di Champions maschile, si percepisce come l’interesse poco diffuso sui giornali spesso è negato da scelte programmatiche poco gloriose. Eppure la finale di coppa femminile presenta quattro squadre tutte all’altezza per vincere il titolo in palio proponendo due semifinali di alto livello e di grande incertezza. In ugual misura si prospetta la finale di Champions che aprirà i battenti sabato a Istanbul, con le magnifiche quattro comandate da altrettanti condottieri italiani. Parsi – Busto contro Abbondanza – Rabita e Barbolini – Galatasaray contro Guidetti – Vakif Istanbul, derby nel derby tra due allenatori modenesi. Busto ha chance per potercela fare: perché è una formazione collaudata, umile e attenta nei confronti del proprio lavoro, conosce i propri limiti ma è capace di combatterli con la grande carica di un gruppo che non accenna ad accampare alibi di qualunque genere (non dimentichiamo che gioca dall’inizio dell’anno senza la palleggiatrice che avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di titolare!). Ha uno staff attento e preparato che si completa nella guida della squadra attraverso la capacità empatica di relazionarsi con le proprie giocatrici di Parisi e la saggezza tattica di Dagioni, tecnico di provata esperienza. Ha in società persone capaci a non creare aspettative eccessive pur avendo ambizioni di successo in ogni finale di stagione e un pubblico numeroso, lo sarà anche in terra turca, corretto e costante sostenitore soprattutto nei momenti più difficili della squadra del cuore. Busto dovrà usare molto di queste sue caratteristiche se vorrà sopravanzare il potere tecnico della formazione di Baku che sbaglierebbe se dovesse credere che la supremazia in campo possa essere l’unica freccia di qualunque pur valido arciere.
Sigla.com - Internet Partner