Bruno Cattaneo presenta la sua candidatura alla Presidenza della Federazione Italiana Pallavolo

14/12/2016

Bruno CattaneoBruno Cattaneo
Bruno Cattaneo
Territorio, programmazione, impianti: tre parole chiave del programma elettorale di Bruno Cattaneo, che oggi ha presentato la propria candidatura a Presidente della Federazione Italiana Pallavolo, in vista dell’Assemblea elettiva in programma a Rimini il prossimo 26 febbraio. L’attuale vicepresidente della FIPAV ha riassunto in breve, davanti a una folta platea di giornalisti e addetti ai lavori, i punti cardine della sua proposta e le motivazioni che lo hanno spinto a candidarsi alla massima carica della pallavolo italiana, dopo 20 anni da Consigliere Federale e 4 nel ruolo di Vicepresidente.
“Parto dal presupposto – ha detto Cattaneoche la FIPAV, in questi anni, ha fatto un grande passo in avanti, con l’aiuto di tutti. Oggi siamo arrivati a essere la prima Federazione italiana dopo il calcio, e lo dico con grande orgoglio per quello che abbiamo saputo fare tutti insieme, pur avendo opinioni e concezioni diverse. All’ottenimento di questo risultato hanno contribuito tutti i dirigenti del territorio, e mi piace parlarne perché la pallavolo è riuscita a radicarsi in tutte le regioni italiane, malgrado le differenze economiche e sociali. Questo radicamento è un patrimonio che non va disperso: l’attuale assetto territoriale deve essere mantenuto e deve tenere conto anche del ruolo delle società, che sono il tessuto connettivo della Federazione. La ricerca di confronto e coordinamento con il territorio è prioritaria, ma ultimamente si sono fatte scelte diverse che hanno sottovalutato questo aspetto”.
In questo senso, per Cattaneo, una delle priorità è la riforma del sistema legislativo: “Nel nostro paese, purtroppo, la cultura sportiva è molto carente e la politica dorme. L’unica norma esistente nel nostro settore, la legge 91, è sicuramente invecchiata e non tiene conto della realtà attuale: la FIPAV non vi ha mai aderito, ma è inutile nasconderci che viviamo in una sorta di equivoco, mescolando elementi di dilettantismo ad altri di professionismo. Occorre una legge quadro, serve che il potere legislativo fissi i limiti dello sport come attività prevalentemente ludica e sociale, da una parte, e come professione, dall’altra. Dobbiamo tutelare gli operatori dello sport, che oggi lavorano nella più totale incertezza e avrebbero invece bisogno di un tessuto normativo chiaro per esercitare la propria attività. Esistono due distinte proposte di legge sul tema, che sono ferme da novembre 2014: credo sia importante che qualcuno ponga mano a questa necessità”.
La programmazione è un altro concetto che ricorre nelle parole di Bruno Cattaneo: “Bisogna individuare con chiarezza le risorse e le priorità al momento della stesura dei bilanci preventivi, non semplicemente riproporre quanto fatto l’anno precedente. Si tratta di stabilire gli obiettivi primari da raggiungere e fare sì che vengano perseguiti affidandosi alle competenze specifiche di cui disponiamo. La Federazione ideale deve avere una gestione collegiale e non oligarchica, e dev’essere vicina a tutte le proprie componenti: dirigenti, allenatori, arbitri, giocatori. Un altro punto importante è cercare di valorizzare i nostri successi: delle medaglie d’argento di Rio si sono già perse le tracce, invece dovremmo trovare il modo di comunicare alle nostre società e anche all’esterno la bellezza di questo sport”.
“Se guardiamo agli impianti – ha continuato Cattaneo – c’è da mettersi a piangere: in Italia abbiamo soltanto il Mediolanum Forum e il Palalottomatica sopra i 10.000 posti, mentre in Polonia ce ne sono almeno 15 delle stesse dimensioni o anche superiori, nuovi e bellissimi. Spesso le nostre squadre giocano in impianti piccoli, vecchi e mal tenuti: un problema drammatico per cui forse possiamo fare poco, ma sicuramente un’esigenza fondamentale come questa va quantomeno manifestata, perché senza impianti lo sport non si fa”. Il vicepresidente FIPAV ha parlato poi di promozione e valorizzazione del volley in Italia: “La nostra pallavolo dal 1989 a oggi ha fatto cose fantastiche, ottenendo risultati che sarebbero stati impensabili stando alle potenzialità in termini di impiantistica e di normativa. Dobbiamo fare tesoro del grandissimo patrimonio di persone e di appassionati che hanno dato il massimo e continuano a farlo, nonostante le difficoltà e la persistente crisi economica. Tra le attività che organizziamo ci sono eventi meravigliosi come le finali giovanili: dobbiamo valorizzarle e incentivarle per fare in modo che il massimo possibile di utenza venga dirottato sul volley, e per questo occorre un grande impegno nella scuola e nella promozione. Il nostro sport non è facile da praticare, per insegnarlo ci vogliono tempo e passione, ma i risultati alla fine si vedono”.
Cattaneo ha concluso il suo intervento sottolineando le motivazioni della propria candidatura: “Voglio essere molto chiaro sul fatto che Carlo Magri è un amico e spero che questa amicizia continui nel tempo: è stato il più grande presidente che la pallavolo italiana abbia avuto e, credo, il più grande appassionato di pallavolo che abbia mai conosciuto. Credo però di aver maturato in tutti questi anni l’esperienza e la conoscenza della “macchina” federale giuste per poter dare qualcosa di diverso rispetto a lui. Non rimpiango nulla degli anni in cui sono stato al suo fianco: vorrei soltanto fare qualcosa in più e che vada nell’interesse della FIPAV. Affronto con grande serenità questo impegno: se dovessi essere eletto, il mio intendimento è quello di restare in carica per un solo mandato di 4 anni, sufficiente per portare avanti le cose che ho in testa e poi lasciare spazio ad altri”.
“Ho alcuni amici che mi sostengono, perché da soli non si può fare nulla” ha concluso Cattaneo presentando i due candidati alla carica di Vicepresidente: Giuseppe Manfredi e Adriano Bilato.
“Le due problematiche centrali in questo momento – ha detto Manfredisono società sportive e territorio. Abbiamo necessità di intervenire in favore delle società che hanno problemi economici e di riportare il territorio al centro: il dialogo con i club e le amministrazioni a livello locale funziona, vogliamo riproporlo anche a livello nazionale. Puntiamo a essere di passaggio verso un nuovo modo di impostare la Federazione”.
“Questa Federazione è una Ferrari che non riusciamo a far correre al massimo delle sue potenzialità – ha aggiunto Bilato. – Ci sono delle cose che si possono sviluppare, soprattutto nell’ambito della promozione e della comunicazione: nonostante i risultati positivi e lo spettacolo offerto dalla serie A, non riusciamo a incidere nell’ambito del reclutamento. Le potenzialità di crescita sono ancora enormi”.
 
Bruno Cattaneo, la mia storia
Si può dire, senza tema di smentita, che gran parte della mia storia sia legata indissolubilmente alla pallavolo e segnata dalla passione che da sempre ho per questo nostro meraviglioso sport.
Sono nato nell’immediato dopoguerra, era il febbraio del 1947, a Sesto San Giovanni, e sono cresciuto in una Milano che aveva voglia di fare, di rialzarsi, di costruire un futuro fatto di operosità, impegno e capacità di essere città che dava, a tutti, un’opportunità.
E in quella Milano, ben presto diventata riferimento per la vita economica del Paese, ho iniziato a fare sport: prima il calcio poi l’atletica leggera e il nuoto e, infine, la pallavolo. Al termine degli studi classici al “Giosuè Carducci” mi sono iscritto alla facoltà di Giurisprudenza all’Università Statale di Milano e, dopo la laurea e il superamento dell’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione forense quale procuratore legale, mi sono iscritto all’Albo degli Avvocati e Procuratori di Milano.
Ho iniziato l’attività di imprenditore nel settore della Grande Distribuzione Organizzata, attività che svolgo anche oggi.
Negli anni '70 ho iniziato la mia carriera di dirigente sportivo e ho fondato, con alcuni amici, la Pallavolo Zenit di Milano. Diventatone Presidente ho contribuito ai successi agonistici di una società capace di partire dalla terza divisione femminile e di arrivare alla serie C, grazie a una lunga serie di promozioni consecutive. Dalla stagione 1977/78 la società ha assunto la denominazione di A.S. Volley Milano, ha assorbito la società Junior Milano e tramite i diritti acquisiti da quest’ultima, ha partecipato al campionato di serie A1 femminile. Un successo per la città Milano, per gli appassionati, i giocatori e per tutto il movimento del volley cittadino. Uno dei segreti di questo successo è stato sicuramente il grande risalto dato all’attività giovanile e all’attività promozionale, frutto del lavoro svolto in vari istituti scolastici milanesi e dell’hinterland.
All’inizio degli anni ’80, sempre sotto la mia presidenza, il Volley Milano ha assorbito la sezione pallavolo della Pro Patria Milano, gloriosa società polisportiva fondata nel 1883, in cui avevo praticato l'atletica leggera, e ha assunto la denominazione Pro Patria Pallavolo Milano.
Inizia così una storia di successi, di vittorie in serie nei campionati e di titoli di categoria conquistati, a livello provinciale e regionale. L’obiettivo, oltre alle vittorie agonistiche, è sempre stato quello di allargare la base dei praticanti, tanto ad arrivare a coinvolgere circa mille fra ragazzi e ragazze.
Dopo aver disputato diversi campionati di serie B, la Pro Patria è approdata nel 1985/86 alla serie A2 femminile a coronamento di una grande attività profondamente radicata nel territorio. Negli anni ’90 arriva anche la soddisfazione di fornire due atlete protagoniste nelle Nazionali Pre-Juniores e Juniores e, successivamente, con una di loro anche della Nazionale Maggiore Campione del Mondo a Berlino nel 2002.
Valorizzare e far crescere i giovani è sempre stato uno dei miei traguardi e con Pro Patria, nel corso degli anni, siamo stati capaci di raggiungere successi a livello provinciale e regionale fino ad arrivare alla storica prima partecipazione alle Finali Nazionali Juniores nella stagione 1996/97 e successivamente, alla conquista di tre Titoli Italiani negli anni 2005, 2006 e 2007.
Dal 1994 ho l’onore di far parte della Federazione Italiana Pallavolo. Nominato prima componente e poi Presidente della Commissione Tesseramento Atleti Nazionale, nel novembre 1996 sono stato eletto Consigliere Federale, carica che ho svolto negli ultimi 20 anni con risultati di consenso rilevanti come quello del dicembre 2008, in cui sono risultato il primo degli eletti. Nel dicembre 2012 sono stato eletto Vicepresidente della Fipav.
Oggi sono referente per la Federazione di tutte le commissioni giurisdizionali federali, nonché responsabile delle Squadre Nazionali e membro del gruppo della Federazione per i rapporti con le Leghe di Serie A maschili e femminili. Sono anche presidente della World League per l’Italia dal 2009.
Le mie competenze in ambito dirigenziale e legale sono state messe a servizio della Federazione e delle Società Sportive per rivestire il ruolo di relatore ed estensore della riorganizzazione dei comitati territoriali della Fipav approvata dal Coni e del nuovo regolamento giurisdizionale, dopo la pubblicazione del regolamento di giustizia del Coni.
Ho avuto diversi incarichi organizzativi in occasioni delle manifestazioni internazionali organizzate dalla Fipav. Ho fatto parte del Comitato Organizzatore Locale di Milano durante il Campionato del Mondo Maschile 2010, svoltosi in Italia, e ho rivestito la carica di presidente del Comitato Organizzatore Italiano del Campionato Europeo Femminile del 2011. Nel 2014 sono stato direttore affari legali del Comitato Organizzatore dei Campionati del Mondo Femminili.
Dal maggio 2008 sono presidente della Centro Pavesi Srl società interamente di proprietà FIPAV, costituita per seguire la fase di ristrutturazione e quindi, dopo l’inaugurazione avvenuta nell’aprile del 2011, della gestione del Centro Federale Fipav Pavesi di Milano, oggi casa del Club Italia Femminile e sede di raduni e collegiali di tutte le Nazionali azzurre.
Nel 2003 mi è stata assegnata la “Stella di Bronzo al Valore Sportivo” del Coni e cinque anni dopo la “Stella d’Argento”. Il 28 ottobre 2014, mi è stata conferita la “Stella d’Oro”.
Vivo a Milano e ho tre figli.
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