Cantagalli: "L'Olimpiade è davvero stregata per l'Italia del volley"

di Lorenzo Dallari

30/08/2016

Compagni, Marocchi, Rossi, Cantagalli, Coldebella e Dallari a FestereggioCompagni, Marocchi, Rossi, Cantagalli, Coldebella e Dallari a Festereggio
Compagni, Marocchi, Rossi, Cantagalli, Coldebella e Dallari a Festereggio
A questo punto inizio seriamente a pensare che ci sia una maledizione sportiva che vieta alla nostra nazionale di conquistare la medaglia d’oro all'Olimpiade”. A parlare è Luca Cantagalli, uno dei più grandi giocatori della storia della pallavolo, pluricampione con la maglia azzurra e anche nei club di cui ha difeso i colori, Modena e Treviso in testa. “Bazooka”, come viene chiamato da tutti nel mondo del volley, è stato uno dei personaggi che l’altra sera a Reggio Emilia hanno dato vita al dibattito sul mondo dello sport che ho avuto il privilegio e il piacere di moderare a FestaReggio: gli altri erano Giancarlo Marocchi, l’ex calciatore del Bologna e della Juventus oggi commentatore televisivo, Claudio Coldebella, l’ex cestista oggi gm di Varese, il vicepresidente della Reggiana Calcio Stefano Compagni e il Sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia Romagna Andrea Rossi. Una bella parentesi, divertente e interessante, ricca di spunti e di rilievi intelligenti; una ghiotta opportunità per parlare con Cantagalli dell’Olimpiade di Rio de Janeiro.Mi spiace davvero molto che ancora una volta abbiamo visto sfumare l’oro olimpico, come era capitato anche a noi nel 1996 ad Atlanta: è un vero peccato perché questa squadra avrebbe potuto vincere, vuoi perché era davvero forte vuoi perché il Brasile non mi è parso competitivo come negli ultimi anni. Però per salire sul gradino più alto del podio occorre la sommatoria di tantissime componenti positive e al Maracanazinho, un impianto cui sono legatissimo avendo vinto qui il primo Mondiale nel 1990, ci è mancato qualcosa in finale dopo aver disputato una grandissima semifinale contro gli Stati Uniti”. Conosco Luca da quando era un promettentissimo ragazzino e ne ho sempre apprezzato l’onestà intellettuale oltre che le incredibili doti fisiche e tecniche che gli hanno consentito di svettare nel firmamento internazionale: ancora una volta la sua disamina mi pare perfetta. “E’ chiaro, possiamo essere contenti di questo argento pesante e importante per tutto il movimento, però quando si arriva a un passo dal Grande Sogno è giusto volerlo realizzare. Non so quando si potrà ripetere un’occasione così ghiotta: a dire il vero non credo tanto a breve, anche se spero di sbagliarmi”. Intanto godiamoci comunque questo risultato che ha fatto innamorare ancora una volta tutta Italia della nostra nazionale, così come tante volte è accaduto in passato con gli azzurri di Velasco di cui “Bazooka” era uno dei punti fermi. In attesa di un altro Cantagalli d’azzurro vestito: si tratta di suo figlio Diego, promettentissimo diciassettenne di oltre due metri, oppostone in forza alla Lube che per il quale prevedere uno splendido futuro sottorete significa sconfinare nel campo dell’ovvietà. Chissà che almeno lui un giorno riesca a salire in cima al podio più alto nel torneo a Cinque Cerchi… Intanto il papà se lo coccola e gli dà consigli in attesa di trovare una panchina dopo aver chiuso la sua avventura alla guida della Conad Reggio Emilia. Cantagalli, ma anche Gardini, Recine, Margutti, Tofoli: la dinastia continua.
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