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Cantagalli, so dove ho sbagliato. E sogno una nuova panchina
Cantagalli, so dove ho sbagliato. E sogno una nuova panchina
intervista di Lorenzo Dallari
16/03/2010
Luca Cantagalli
Luca Cantagalli
Quattro chiacchiere con il grande
Luca Cantagalli
, uno degli eroi della supernazionale italiana, uno dei più grandi schiacciatori nella storia della pallavolo mondiale di tutti i tempi, senza dubbio il più bello stilisticamente e tecnicamente parlando. La sua prima esperienza di capo-allenatore sulla panchina della
Quasar Massa
in A2 non si è però conclusa nel modo sperato…
Allora Luca, come va?
“Va. La stagione è stata purtroppo archiviata prima del tempo, ma la squadra era letteralmente ingovernabile, mancava la stima necessaria nei miei confronti. Devo però ammettere che da parte dei giocatori era di certo più facile comportarsi in questo modo scaricando le colpe su altri piuttosto che fare indagini introspettive”.
Quanto sei amareggiato? Fuori la verità…
“Molto, non lo nascondo, anche perché la squadra è buona: mi spiace non essere riuscito a dare quello che volevo e potevo. Ho fallito nella gestione del gruppo, questo è indubbio, ma non credo di aver commesso errori sotto il profilo tecnico: non era però facile fare rendere al meglio questo gruppo, che pure a sprazzi ha giocato bene”.
Non è però che senza di te le cose siano cambiate di molto…
“A dire il vero non hanno ancora vinto e soprattutto hanno perso contro squadre indietro in classifica: questo adesso non mi riguarda più, ho archiviato la pratica. Come prima esperienza mi è servita molto per il futuro, ho pagato lo scotto, so dove ho sbagliato e ne farò di certo tesoro”.
Convinto dunque del tuo futuro in panchina?
“Sono convinto di riprovarci, anche se sono consapevole che non è facile trovare una squadra visto che ci sono molti allenatori in giro: sono però fiducioso di poter fare bene. Devo nel contempo riconoscere che esistono incredibili differenze di mentalità tra quella diffusa quando giocavo io e quella di oggi: non ci credevo ma è la realtà. Sono cambiati moltissimo il modo di pensare, il modo di vivere in palestra, insomma sono cambiati i tempi: e c’è una bella differenza nell’intendere la pallavolo come una passione o semplicemente come un lavoro”.
Tre ex azzurri mito su quattro hanno fallito quest’anno (tu, Bernardi e Sartoretti): perché?
“Ogni caso va esaminato diversamente, visto che non si possono comparare situazioni molto diverse tra loro. Non ci sono logiche: io sono stato esonerato perché ritenuto troppo buono, Bernardi perché troppo duro, e Sarto sinceramente non lo so: non c’è sempre una motivazione, Lorenzo stava facendo la sua corsa, io non stato cacciato perché sono scarso. Forse abbiamo sbagliato le squadre: io avrei dovuto andare a Padova e Lollo a Massa… Oggi sono rinfrancato, e auguro alla mia ex-squadra di vincere le ultime partite. Del resto è sempre stata questa la regola: si guarda ai risultati e a pagare in caso di problemi sono sempre gli allenatori. E’ davvero un lavoro difficilissimo. E poi è più facile cambiare il tecnico, costa meno che cambiare 12 giocatori, sembra banale ma è ovvio. La società risparmia… Credo sia un discorso preoccupante se le cose non cambiano, è un gioco difficile da gestire. Si hanno poche armi, conta solo il risultato. E vince uno solo, non dimentichiamolo”.
A proposito di vittorie, chi va in A1?
“Adesso può essere più complicato fare previsioni solo perchè Roma perde un po’ troppo e mette qualche dubbio. Roma e Castellana Grotte sono però le due favorite per la promozione, anche se la squadra che gioca meglio è senza dubbio Bologna, non altrettanto completa e fisica come le altre due ma con un grande palleggiatore come Nicolas Uriarte, che avrei voluto prendere con me dopo averlo visto con la nazionale juniores”.
Cosa fai adesso?
“Vado a Modena a vedere gli allenamenti di un maestro come Silvano Prandi, e appena inizierà a lavorare Andrea Anastasi andrò nel collegiale azzurro a Mantova. Insomma, mi tengo aggiornato. Spero ci sia una prossima occasione… Io non provo rancore nei confronti di nessuno, quando non hai esperienza paghi dazio. Pazienza. La prossima volta però se devo morire lo faccio con la mia testa. Mi auguro di rimontare sul carro il più velocemente possibile per dare un senso a quello che ho maturato e riflettuto. Volevo chiudere con una riflessione: la nostra pallavolo sta vivendo un momento molto difficile e io sono decisamente preoccupato per il nostro sport: speriamo che la situazione trovi una soluzione positiva in tempi stretti ma non credo sarà facile. Purtroppo…”.
Grazie Luca, e a presto. In panchina o – perché no – al microfono di Sky Sport…
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