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Carattere Italia: Final Six vicinissima
Carattere Italia: Final Six vicinissima
di Adelio Pistelli
07/07/2010
Passo avanti, anzi tre passi avanti per l’Italia che schiaccia verso Cordoba, dove sul finire del mese è in palio la World League 2010.
"Abbiamo giocato veramente molto bene. Qualche errorino in meno nel set di apertura e portavamo a casa un successo ancor più bello".
Andrea Anastasi
è l’immagine della felicità. Il commissario tecnico degli azzurri alza il tiro su un team che gli ha regalato l’ennesima dimostrazione di grande gruppo.
"Bravi a tornare in partita dopo il primo parziale, bravissimi a tenere sotto pressione la Serbia.
Bravi".
Però non è finita e nella gara due quella di domani sempre qui a Belgrado, l’Italia che schiaccia ha però la straordinaria opportunità di ottenere il pass paradossalmente anche perdendo: cinquanta punti in tre set e gli azzurri prenoteranno l’aereo per Cordoba.
CARATTERE
- Quarto set: il simbolo dell’attuale concreto momento Italvolley. Padrona del match, avanti di due a uno, ha quattro volte tentato la fuga decisiva, quattro volte ha dovuto riprendere il filo del discorso per sua colpa. E qui è balzata agli occhi la grande determinazione del gruppo di Anastasi. "
Siamo più forti, volevamo vincere
(non succedeva da tredici anni, dai tempi della ex Jugoslavia).
E ci riproveremo anche per la seconda partita".
Parole e musica di Simone Parodi che, del resto è semplicemente la voce del coro azzurro . Da Vermiglio (‘siamo stati concreti e determinati’) a Mastrangelo, da Fei (24 punti e cinque muri)… a Cernic, a Birarelli sino al folletto Marra: encomiabili.
LA BATTUTA
nella pallavolo moderna? Il sistema primario per minare un fondamentale spesso decisivo che lascia l’impronta. Un esempio? Gara uno, la penultima del girone di qualificazione tra Serbia e Italia e che vale la final six di World League. Per lunghi tratti dai nove metri è arrivata una precisa insidia, spesso, deleteria per chi doveva poi fare gioco. Prima (per un set) Italia in difficoltà evidente poi, invece, graduale scacco matto alla Serbia che con la ’flottante’ provava a tornare in partita. E quando sottorete ci sono
squadre che si conoscono nei dettagli, allora un pallone può fare la differenza. E se quel pallone parte da fondo campo con particolare efficacia…
MURO
granitico, quello di Mastrangelo e compagni. Altro fondamentale principe in questa pallavolo che regala spesso spettacolo ma che nasconde insidie dietro ogni azione. E sul muro difesa Italvolley gradualmente padrona di un match che è finito nel migliore dei modi grazie anche alla tenuta mentale, agonistica e
tecnica di un gruppo che gioca e lotta all’unisono per raggiungere, insieme, obiettivi dal definitivo rilancio. E non può sorprendere se alla fine tutti ma proprio tutti si poi sono ritrovati sul parquet…
AIUTO
– Una nota a margine ma che rende l’idea, crediamo. Prima l’inno della Serbia cantato (e non suonato) da un solista dalla voce tuonante e poi, improvvise, ecco le note di Mars ha Drina, la canzone storia della ex Jugoslavia. I suoi soldati la cantavano durante la seconda guerra mondiale combattendo contro i tedeschi. E la ‘Marcia su Drina’ è rimbalzata spesso all’interno dell’Hall Pionir di Belgrado. Più volte, nei tanti momenti di difficoltà dei locali. Una musica storica per scuotere e incitare il team di casa, nipotini di quel gruppo di eroi di altri tempi. Stavolta era però e fortunatamente tutta un’altra storia. Per tutti.
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