Carlo Magno Parisi

di Luciano Pedullà

19/12/2011

Carlo ParisiCarlo Parisi
Carlo Parisi
Battendo Urbino e approfittandone della contemporanea sconfitta di Villa Cortese per opera di Novara sul proprio terreno, Busto Arsizio tenta l’allungo per il platonico traguardo di mezzo campionato. La formazione varesina non ha ancora commesso neanche mezzo passo falso e fino a questo momento vanta nove vittorie consecutive, undici se consideriamo la coppa Cev, ruolino di marcia da fare invidia a qualunque formazione anche in Europa. Il condottiero della squadra è Carlo Parisi, novarese di adozione troppo spesso ignorato dalla stampa locale, personaggio schivo e mai sulla ribalta della cronaca ma che dovunque è andato ha lasciato un segno positivo. Cresciuto alla corte di Falcone, grande maestro della pallavolo del sud, ha fatto la sua gavetta nella società romana di Mattioli ottenendo risultati positivi con una squadra contata nel numero delle giocatrici in allenamento e dei talenti in campo; poi i successi con Chieri prima e con Busto poi, panchina sulla quale siede ormai da otto stagioni, portando a casa una Coppa Cev e tanti traguardi, nella politica dei piccoli passi espressa da questa società. Ora questa formazione si sta proponendo come assoluta protagonista della stagione e anche come principale candidata al titolo, quantomeno sta dimostrando di averne le carte in regola. Intendiamoci: è sicuramente presto azzardare un pronostico di come la stagione andrà a finire, comunque vada, però, fa piacere vedere che la società bustocca in questi anni ha costantemente dato la fiducia meritata all’allenatore mantenendolo alla guida della squadra cambiandone i protagonisti in campo, concedendogli una longevità pari quasi a quella di Barbolini a Perugia, e chissà mai che possano arrivare gli stessi risultati. In un ambiente dove non si ha tempo di aspettare e regna l’improvvisazione, soddisfa vedere il successo della programmazione. Busto si è tolto di dosso quindi Villa Cortese che ha accusato oltremodo l’assenza di Guiggi contro Novara che, trascinata dalle sue guerriere italiane e ritrovando Barun opposta, ha costretto Villa Cortese alla prima sconfitta stagionale per giunta interna. Spicca la prova di Letizia Camera, subentrata nel corso della partita a Bechis, portando alla netta vittoria. Novara si sta affidando al cuore delle sue interpreti e Caprara è bravo a dare grande motivazioni a tutte le protagoniste della squadra che concede il ruolo della protagonista ogni volta ad una giocatrice differente: ieri lo è stata Viganò, talento troppo presto e spesso dimenticato dall’ambiente, che ha disputato un’altra gara di alto livello con percentuali in attacco e ricezione da capogiro. Come direbbero alla tv: voto 10! A margine è doveroso fare un riferimento alla situazione che sta vivendo mestamente Conegliano che, con ogni probabilità, porterà a termine anno e girone d’andata, ma del quale futuro neanche Nostradamus ci sa dare indicazioni precise. E’ inutile andare a scovare le responsabilità dell’ennesimo flop annunciato del campionato, dopo i casi della scorsa stagione di Castellana e Perugia, quanto capire che l’attuale contingenza economica non ci può permettere di affrontare tornei troppo costosi, per organizzazione, numero di gare ed impegni generali. Non può esistere un significato logico alle spese dettate da tante partite giocate tra campionato e coppe per le quali non può esserci un riscontro di pubblico e televisivo, meglio sarebbe diminuire le protagoniste, con un torneo di serie A1 a dieci squadre e con una Champions nella quale le società non siano costrette a trasferte onerose e calendari compressi per una prima fase che poi qualifica tutte le squadre alla fase successiva nelle due manifestazioni di primo livello. Occorre una riforma della programmazione europea e italiana, dando una maggiore importanza alle fasi a eliminazione, rilanciando quindi la Coppa Italia che in questo momento, ovviamente per questioni di calendari, occupa un posto di nicchia nell’attenzione generale, permettendo al pubblico e ai media uno spettacolo agonistico, che solo il “dentro o fuori” riesce a dare, in un momento nel quale questa situazione potrebbe anche far crescere la capacità delle nostre giocatrici a diventare artefici dei palloni importanti nei nostri tornei, per essere pronte per la Nazionale Italiana del futuro.
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