C’è ancora passione in Italia

di Luciano Pedullà

25/05/2012

Lo Bianco, Gioli e Piccinini, 3 azzurre inamovibili punti di forza dell'ItaliaLo Bianco, Gioli e Piccinini, 3 azzurre inamovibili punti di forza dell'Italia
Lo Bianco, Gioli e Piccinini, 3 azzurre inamovibili punti di forza dell'Italia
La cornice della città di Imperia e della Riviera Ligure fa egregiamente da corollario a una splendida giornata, non solamente per le temperature e le condizioni atmosferiche, ma per quello che si sta svolgendo nelle palestre. Sono iniziati i Campionati Femminili under 14, primo titolo giovanile che la pallavolo attribuirà, nell’anno orientato verso le Olimpiadi di Londra. Contemporaneamente e contestualmente si svolge il collegiale della Nazionale Italiana Femminile; insieme alle azzurre la presenza della Cina in Liguria è stata una ghiotta occasione non solo per vedere all’opera due formazioni ancora work in progress quanto per godere dello spettacolo che le giovani giocatrici e tifose hanno offerto a fianco della più grande speranza per le medaglie di Olimpia 2012. Sveglia presto si gioca alle nove e trenta la prima giornata dell’atto conclusivo di un’intera stagione. Per le ragazze italiane la finale under 14 ha uguale pathos di una manifestazione a cinque stelle, l’incontro con le proprie beniamine, da Lo Bianco a Piccinini sempre tra le più acclamate, ha lo stesso sapore di quando al Villaggio Olimpico ti imbatti in Bolt. Anzi, per le giovani atlete è molto di più. Le azzurre rappresentano un punto di arrivo, un esempio da imitare, la strada da percorrere non verso la ricchezza ovviamente, ma verso la capacità di esprimere se stesse attraverso lo sport che più amano. La bellezza è vederle giocare: sono ancora tante, troppe, le differenze tecniche che contraddistinguono il nostro movimento, ma quello che accomuna tutte è l’entusiasmo della loro partecipazione, l’intimo dispiacere per la sconfitta, la gioia di poter vivere una esperienza di questo genere. L’obiettivo tecnico dovrebbe avere una migliore diffusione, è come l’alfabetismo, va propagato con attenzione e senza snaturare regole e gioco: sulla battuta, la ricezione, i ruoli in campo o il sistema affrontato, frequentemente lasciato alla viva immaginazione delle stesse persone in campo piuttosto che a una vera e propria metodologia. Eppure gli esempi sono davanti ai nostri occhi perche l’eccellenza nazionale, in altre parole chi è capace di portare al successo le squadre giovanili in Italia, spesso risulta esserlo anche a livello internazionale. Non a caso spiccano tra le Azzurre contro la Cina, in partita o in tribuna, anche alcune Campionesse del Mondo Juniores che appena quattro o cinque anni fa impreziosivano i campi di gioco nei nostri tornei giovanili. La festa finale con le azzurre circondate da tifose e dalle atlete in procinto di andare a riposare per preparasi al meglio per la seconda giornata di gara: bellissimo vedere l’emozione con la quale Chiara, quattordicenne in campo con Orago, l’ultima arrivata della famiglia Bosetti, andava a chiedere l’autografo alle nazionali … compagne di squadre delle sorelle. E’ il segno dello splendore del nostro movimento che ha iniziato la partita cantando e ritmando l’Inno d’Italia, mano nella mano o appoggiata sul cuore, con un numerosissimo sventolio di bandiere tricolori, così come ormai è prassi e consuetudine nello sport pulito della pallavolo. La partita aveva un’importanza relativa dal punto di vista tecnico, forse più per Yu Juemin, allenatore cinese, o per Barbolini il quale ha potuto avere risposte positive da Ortolani e Piccinini. Tante le assenze nelle due squadre rispetto alla gara della World Cup, e se per l’Italia la mancanza in campo di Lo Bianco, Costagrande, Gioli e Del Core era prevedibile, è dispiaciuto alla platea tecnica non poter ammirare Hui Ruoqi e Zhang Lei, autentico asse portante della formazione orientale. Lo spettacolo vero però lo darà la finale che domenica assegnerà il primo scudetto giovanile quello che fa credere che in Italia potremo ancora vedere la vera pallavolo per molto tempo, perché nel nostro paese c’è ancora tanta passione.
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