Ciao ciao Londra, con il volley nel cuore

di Lorenzo Dallari

13/08/2012

Savani e Mastrangelo con la maglia di BovolentaSavani e Mastrangelo con la maglia di Bovolenta
Savani e Mastrangelo con la maglia di Bovolenta
In aeroporto a Londra poco prima di partire per fare ritorno in Italia. I ricordi che invadono la mia mente sono davvero tantissimi. Quante emozioni ho provato, quante partite ho visto e ho raccontato, quanto affetto ho sentito intorno a me grazie al dialogo continuo con tutti quelli che amano la pallavolo attraverso i social network. E' stata davvero una grandissima Olimpiade, organizzata in maniera fantastica in una città fantastica, dove anche l'oceano infinito di volontari, poliziotti e militari era cortese e sempre sorridente. Ho avuto il piacere di gustarmi da spettatore privilegiato 75 partite (75 su 76!) di altissimo livello, sia nel torneo maschile che in quello femminile. Ho saltato solo un Algeria-Repubblica Dominicana delle 9.30, girone di qualificazione, e spero mi perdonerete. E' stato bellissimo rivivere la pallavolo nella sua dimensione più sublime, applaudendo atleti straordinari che hanno interpretato il torneo a Cinque Cerchi con lo spirito giusto. Ho sofferto per il quinto posto delle bellissime e bravissime azzurre di Massimo Barbolini, che avrei sinceramente voluto sul podio, anche se sul gradino più basso. Se lo sarebbero meritato per tutto quello che hanno fatto in questi anni, in Europa e nel Mondo. Ed ho esultato con gli azzurri di Mauro Berruto, splendidi vincitori del bronzo olimpico sul campo ma meritevoli dell'oro per il gesto che ancora una volta ha fatto capire quanto il volley sia un mondo speciale: dedicare al Bovo la medaglia è stato il gesto più commovente dell'intera Olimpiade, e deve ammettere - senza vergognarmi - che quando ho visto la sua maglia nelle mani dei ragazzi mi è venuto un nodo in gola incontrollabile. Non era la mia prima Olimpiade e spero non sia l'ultima, ma quella di Londra 2012 è stata davvero speciale da ogni punto di vista. Ho vissuto due settimane di adrenalina pallavolistica che, mi dicono tanti amici, sono riuscito a trasmettere a chi ascoltava me insieme a Maurizia e al Ciso su SKY Sport. Quello che voglio dirvi è che tutto è stato spontaneo, il mio e il nostro divertimento dovevano essere il divertimento del popolo del volley. Spero sia stato così. Ho avuto la fortuna di condividere questa esperienza fantastica con due meravigliosi compagni di viaggio, perfetti nei commenti ed esemplari nella disponibilità. E anche i commenti dei critici televisivi sui vari giornali sono stati positivi: ringrazio davvero tutti, perché le loro parole non nascono da un oscuro lavoro di lobby giornalistica o di PR finalizzate all'esaltazione del proprio ego. Noi siamo stati dentro l'Earls Court guardando la pallavolo e pensando alla pallavolo, raccogliendo tante piccole informazioni dai tanti amici che abbiamo piacevolmente rivisto per poterle poi raccontare in tv. Proprio per questo del dire che non mi interessa se qualcuno ha scritto che ho esaltato la pallavolo e l'intelligenza dei suoi protagonisti, perché questo ha significato indirettamente affermare che gl atleti degli altri sport non sono tali. Il concetto era molto diverso, e partiva da basi diverse: per giocare a pallavolo non servono solo il fisico, non basta schiacciare, murare e battere, ma occorre avere testa e cuore. Lo ribadisco, perché è quello che credo serva per interpretare il nostro meraviglioso sport. E se qualcuno ha dei dubbi al proposito, vada a rivedere le due finali olimpiche... Buona pallavolo a tutti! 
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