Città di Castello e il "Carpe diem"

di Adelio Pistelli

10/02/2014

Andrea Radici, tecnico dell’Alto Tevere Città di CastelloAndrea Radici, tecnico dell’Alto Tevere Città di Castello
Andrea Radici, tecnico dell’Alto Tevere Città di Castello
“Cogliete l’attimo ragazzi: rendete straordinaria la vostra vita”. Chissà, forse all’inizio del quinto set, Andrea Radici, tecnico dell’Alto Tevere Città di Castello, guardando il suo team avrà preso in prestito la frase rilanciata da Robin Williams, protagonista del famosissimo film “L’attimo fuggente”. Nell’infuocato ‘catino’ di San Giustino, dall’altra parte della rete, c’era una squadra che gradualmente era andata in affanno. C’era un team condannato a vincere sempre dovunque e contro chiunque. Però era in sofferenza. Lo era forse perché, dichiarate capacità e possibilità tecniche di tanti giocatori Lube, date per scontate nel circo del volley, alla fine potrebbero non essere scontate certezze. E, intanto, in attesa di nuovi e probanti riscontri a questa nostra tesi, l’altalenante Lube veniva strattonata dalla determinazione, dall’incosciente coraggio e dalla preziosa tranquillità tecnico agonistica della Radici band. E nel giro di un set e mezzo (il terzo ed il quarto) sono tornate a galla problematiche che Macerata da qualche settimana regala (si fa per dire) quando è impegnata lontano dal suo palasport. Ed i ragazzi di Andrea Radici, così, hanno ‘colto l’attimo’, rovinando la giornata ad una squadra in grigio scuro, magari senza Kurek (dentro per due palloni poi definitivamente in infermeria per guai alla schiena) e con due giocatori (Parodi e Martino) lontani anni luce dal loro normalissimo rendimento. Zaytsev e compagni hanno ugualmente vinto i primi due parziali con la scontata forza fisica e tecnica ma poi, è iniziato un graduale ma lento declino nel bel mezzo della furibonda baraonda agonistica messa in atto degli uomini del Conte Mascetti, alias Andrea Radici. Il coach umbro a Città di Castello e dintorni si porta dietro un soprannome che è tutto un programma. Ricordate Ugo Tognazzi in ‘Amici miei’?. Era lui, il vero Conte Mascetti, uno dei fautori di scherzi solo apparentemente improponibili, come del tutto (o quasi) improponibile era il confronto tra Lube e l’AltoTevere.
Ne è uscito, invece un gran bel film (a proposito di pellicole storiche) con un finale scoppiettante ricco di emozioni senza soluzione di continuità con contorno di migliaia di tifosi, protagonisti con i loro eroi, un pallone dietro l’altro.
Un pomeriggio particolare, che magari anche il più famoso degli sceneggiatori non avrebbe saputo inventare. E mentre l’euforia collettiva di chi aveva vinto faceva a pugni con la naturale rabbia e amarezza di chi aveva visto vincere, vale la pena sottolineare una irreversibile certezza: Corvetta (bravissimo in regia anche stavolta), l’ex Van Walle (con le sue le sue precise ‘unghiate’), insieme ad una squadra in grande salute fisica e psicologica, hanno confezionato un bellissimo spot per il volley ‘cogliendo l’attimo’ e rendendo così straordinaria la propria vita di pallavolisti. Applausi.
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