Costagrande e Pesaro, amore senza fine

di Adelio Pistelli

03/02/2011

Carolina CostagrandeCarolina Costagrande
Carolina Costagrande
E’ stato detto più volte, vale la pena ripeterlo: la pallavolo è uno sport unico. Non solo per quanto sa regalare per emozioni, adrenalina, spettacolo e divertimento. No, è unico anche per tutto ciò che avviene e, spesso, lontano dalla rete per sempre nuove emozioni, nuovi meravigliosi coinvolgimenti. Un esempio? Carolina Costagrande. La schiacciatrice italo-argentina è tornata per la prima volta a Pesaro con un’altra maglia addosso per una partita dio cartello, tra due squadre tra le più forti al mondo. Però ce ne siamo accorti
solo durante un lungo e, appunto, spettacolare match di Champions League tra Scavolini e Dinamo Mosca.
Lei, Carolina professionale e spietata come è sempre stata e dovunque ha schiacciato, ha regalato l’ennesima prestazione da. Costagrande (51% in attacco, 3 muri, 71% in ricezione) mettendo continuamente in serio pericolo la sua ex squadra. Poi magari Mosca non ha vinto, ma adesso, tutto ciò, è solo contorno. Della prima sfida di Champions tra Pesaro e Mosca sapete praticamente tutto, però non conoscete sino in fondo il ‘prima’ ed il ‘dopo’ del super match giocato a casa Scavolini. No, non possono bastare le immagini della diretta televisiva: riduttive. Era necessario essere lì, a due passi dall’ennesima meraviglia che la pallavolo ha saputo regalare. Non solo sottorete. Lei, Carolina che entra con il resto della Dinamo (dove gioca l’altra italiana, la Gioli) per il riscaldamento e la sua ex tifoseria, straordinaria e felice, che inizia a urlare il suo nome; applausi, incitamenti come succedeva sino a pochi mesi fa quando metteva giù palloni che valevano trionfi. Lei, Carolina che ricambia con sorrisi e baci lanciati là, nel mezzo della gente di fede Scavolini sempre più coinvolta dalla sua ex (ma solo sportivamente) giocatrice. Poi i regali, della città, dei rappresentati la tifoseria, l’applauso dell’intero palasport, in piedi per salutare chi, fondamentalmente, non è mai andato via. La partita? Bella, ricca di colpi di scena, qualche errore di troppo in casa pesarese ma lei, Carolina, lei no. Lei non sbaglia quasi niente, schiaccia i palloni più importanti, magari va in difficoltà nel quinto decisivo, perde gara uno con la sua Dinamo ma il finale, per lei, è ancora lontano. Il dopo è come prima. Altri cori, altri abbracci con amici e amiche, commozione e felicità a braccetto in un ambiente quasi surreale, coinvolto meravigliosamente dal ritorno a casa (per una sera) della ‘pesarese’ Carolina. “In mattinata, ero in giro per la città e mi sembrava di sognare. Ero a Pesaro, nuovamente, la mia Pesaro. Che emozione. Sono innamorata e lo sarò sempre”. Dopo cinque set, una ‘rimpatriata’, inevitabile, con le sue ex compagne, con quelle ragazze con le quali ha trionfato negli ultimi tre campionati italiani, prima di volare in Russia, tappezzando la ‘sua città’ di scudetti e coppe. Ha ritardato il ritorno a Mosca, anche per questioni personali: aveva un appuntamento con il suo dentista. Senza parole.
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