Cuneo: addio o arrivederci?

di Adelio Pistelli

18/06/2014

Cuneo: addio o arrivederci?
La domanda che avete visto nel titolo è spontanea ed è anche un misto tra curiosità e speranza. Nel giorno in cui Cuneo passa la mano, non iscrivendosi al campionato di A1, sensazioni, ricordi ed emozioni fanno il pieno soprattutto tra coloro i quali hanno avuto la fortuna di vedere arrivare, crescere e vincere uno dei teams più importanti della pallavolo nazionale. Era nell'aria, è vero. Negli ultimi giorni era ormai certezza anche se, sino al'ultimo, magari sottovoce c'era chi sperava in una sorta di positivo ribaltone che, purtroppo, non c'è stato. Certo, nessuno avrebbe immaginato, nella felice baraonda del palasport di Bologna (dove Cuneo il 9 maggio 20101 vinceva il suo primo storico scudetto contro Trento) che solo quattro anni dopo sarebbe arrivata il triste addio alla grande pallavolo. Nessuno, tra le migliaia di persone presenti a Piazza Galimberti per festeggiare lo scudetto della Giuliani band (e nell'anno del nuovo successo in coppa Cev) avrebbe pensato di dover, un giorno, guardare solo l'album dei ricordi per rivedere il grande volley. E' successo, invece. E' successo dopo 47 giorni di assoluto silenzio. 1128 ore durante le quali sono venuti a galla incredibili incertezze e superficialità tali nel riuscire a capovolgere una situazione e farla precipitare in maniera irreversibile.
47 giorni dal 2 maggio scorso quando Valter Lannutti, undici anni dopo dal suo arrivo ufficiale alla presidenza di Cuneo che schiaccia, dichiarava ufficialmente che la sua gestione era arrivata al capolinea. Ultimo capitolo di vicende recenti che, prima avevano mandato in orbita la pallavolo cunese, poi gradualmente e malamente tornata sulla terra. Ricordate la vicenda Fiat? Ricordate la storia recente (appunto) del ormai certo trasferimento della squadra a Torino con il marchio Fiat sulle maglie? Si, era tutto fatto. Solo qualche giorno fa ci raccontavano di una cena avvenuta lontana da occhi indiscreti tra il presidente Lannutti e l'amministratore delegato dell'azienda automobilistica, Marchionne. Una serata che aveva praticamente sancito l'operazione-trasferimento e che nascondeva la nascita di un super team, con l'arrivo di Kazyiski, di Juantorena, quasi sicuramente Simon e allenati da Stoytchev. Una squadra costruita per vincere tanto e, nuovamente, in una città che, soprattutto a fine anni settanta, sottorete aveva dettato legge. Cuneo andava a schiacciare a Torino ma la società sempre ferma a Cuneo dove anche la squadra, pare, si sarebbe allenata prima di andare a giocare le sfide casalinghe nel capoluogo piemontese. Una scelta logistica che, dicono, deve aver fatto saltare la mosca al naso (!) a tifosi e amministrazione comunale. Prima sono arrivate le prime timide proteste, poi vai ad graduale e deleterio malcontento con contestazione pubblica allo stesso Lannutti prima e durante una delle ultime partite giocate al palasport di Cuneo. Tutto ciò deve aver fatto riflettere il presidente portandolo davanti a stampa e tifosi quel 2 maggio dove avrebbe annunciato il suo ritiro ma (innnamorato del suo Cuneo) dando appuntamento una ventina di giorni dopo, nella speranza che qualcuno prendesse il suo posto per continuare la brillante sgtoria della pallavolo.
Invece, il tempo è passato senza colpo ferire. Nessuno ha fatto capolino negli uffici della società; nessuno ha chiesto delucidazioni all'ex Lannutti al quale vanno i ringraziamenti del popolo del volley per tutto ciò che ha fatto e, per come ha sempre brillantemente gestito la pallavolo del 'suo' Cuneo.
E, dopo 47 giorni, dopo 1128 ore s'è concretizzata la triste realtà dei fatti: Cuneo non s'è iscritto al campionato di A1, torneo dove è stato brillante protagonista negli ultimi venticinque anni. Amarezza è l'unica vera sensazione che attanaglia chi, appunto, ha avuto la fortuna di seguire e raccontare le vicende di una squadra che ha partecipato concretamente e brillantemente a scrivere gran parte della storia moderna del nostro volley. Pare che adesso succederà qualcosa a livello giovanile; pare che qualcuno stia tentando di unificare le forze per far fare pallavolo alle tante potenziali promesse piemontesi. Intanto però rimaniamo alla domanda di partenza: addio o arrivederci?
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