Dolfo e la sua splendida esperienza in Germania

di Eugenio Dolfo

06/03/2014

Eugenio Dolfo in palleggioEugenio Dolfo in palleggio
Eugenio Dolfo in palleggio
Mi chiamo Eugenio Dolfo e vorrei raccontarvi la mia esperienza sportiva e umana in Germania. Tutto iniziò la scorsa estate quando, spinto dalla necessità di dare una svolta al mio percorso universitario, decisi di “emigrare” in Germania. La mia intenzione era di conciliare la lingua tedesca da perfezionare con la mia passione di sempre: la pallavolo. Inizio però presentandomi: ho 26 anni, sono nato e abito vicino a Treviso. Provengo dalle giovanili della ex (purtroppo) Sisley Volley Treviso dove ho trascorso ben 8 anni. A 20 anni, dopo la maturità, decisi di intraprendere la carriera di pallavolista Professionista. Iniziai a Verona in A2 nel 2007 come secondo alzatore, dietro a uno dei migliori interpreti del ruolo in A1, Daniele Sottile.
Nello stesso anno decisi di iscrivermi all’Università a Lingue e Commercio Internazionale. Successivamente in giro per l'Italia, toccai la A1 a Forlì, poi Reggio Emilia in A2 ed infine due stagioni in Sardegna a Sant'Antioco in B1.
Terminata la premessa posso finalmente iniziare la mia storia in terra di Alemagna. Nel luglio 2013, dopo 6 stagioni in giro per la penisola, ho dovuto tirare un po’ le somme della mia vita pallavolistica e personale, e ammettere realisticamente che era tempo di mettere in primo piano lo studio (trascurato per troppi anni) e far passare un po’ in secondo piano il volley. Il mio obiettivo era quello di trovare una società tedesca di pallavolo che mi facesse giocare e mi offrisse un sostentamento economico per poter perfezionare il tedesco. E così ho spedito tanti curricula sportivi come tanti giovani a caccia di un posto di lavoro. Sono state settimane estive molto stressanti e lunghe, trascorse a mandare mail e ad aspettare risposte che nella maggior parte dei casi non sono mai arrivate. Ma ecco che, con mia grande contentezza, mi contatta una squadra di A2 tedesca: l’SVG Lüneburg, che era in cerca di un alzatore. Così dopo qualche chiaccherata con la dirigenza via Skype e l’invio di qualche video, firmiamo il contratto e la mia avventura da emigrante pallavolista in Germania può iniziare.
Comincia esattamente il 27 Luglio quando, dopo aver caricato a dovere l’auto, percorro i 1200 km che dividono Treviso da Luneburgo, città di circa 70.000 abitanti nella bassa Sassonia a circa 40 km a sud di Amburgo. Città, dove, incredibile ma vero, c'é la seconda maggiore concentrazione di bar e locali in Europa. Insomma la gente ama stare in compagnia.
L'arrivo a destinazione é un pò traumatico a causa del lungo viaggio ma, soprattutto, di una mediocre conoscenza del tedesco, che pure avevo studiato alle superiori, ma iniziato a ripassare solo da qualche mese.
Come da contratto oltre a giocare vengo assunto part-time in un'azienda locale, sponsor della squadra, specializzata nel processo d'igiene nelle stalle avicole dove svolgo mansioni d'ufficio e di magazzino.
Inizio così a fare la conoscenza di un mondo diverso dove certamente il lato meno bello è il clima. Il sole si vede molto meno che da noi e fa parecchio più freddo, ma ci si abitua. Le persone però sono più cordiali di quello che si pensi e soprattutto il volley é passione pura.
I primi allenamenti mi spiazzano poiché abituato a ritmi più intensi ma poi col tempo mi adatto e con i compagni di squadra lego subito, insomma si sta bene e c’è un bel feeling.
In A2 qui il volley rimane sport non professionistico, con squadre composte da ragazzi che lavorano e studiano ma che per tre sere alla settimana si allenano con grinta passione, divertendosi. Alla fine della serata si chiacchiera sempre e si ride magari davanti a qualche birra.
Tra i compiti assegnati si deve anche guidare il pulmino per andare ad allenarsi insieme ad Amburgo o arrivare prima dell'allenamento per montare i pali e la rete. Nelle partite casalinghe ci troviamo 2 ore prima del match per aiutare a montare il campo di gara, adesivi pubblicitari compresi.
Si gioca davanti ad un bellissimo pubblico di 600-700 persone, con una rumorosa partecipazione dei tifosi dall’inizio alla fine del match. Finita la partita qui come di consuetudine i 2 allenatori vengono intervistati a centro campo dallo speaker per un commento a caldo sul match. Alla fine si estrae la lotteria con premi vari offerti dagli sponsor. Una bella atmosfera familiare con tanta sportività.
Tutti i componenti della squadra al termine della partita, seppur stanchi, devono aiutare a smontare le attrezzature. Nella mia squadra sono rappresentate un pò tante professioni. E’ sì composta da giovani, che svolgono le più svariate professioni quali medici, poliziotti, impiegati in banca, personal trainer, esperti informatici e studenti come me.
Le qualità fisiche per giocare comunque ci sono. A parte i liberi partiamo dai 195cm miei in su. Media sui 202cm. Insomma si gioca per passione e se si praticassero degli allenamenti più duri e continui potremmo anche avere dei risultati più performanti, ma va bene così.
La pallavolo in questa città é uno sport abbastanza seguito e la cosa che mi ha colpito di più è la passione della gente che partecipa e che viene alle partite. Col tempo mi sto rendendo conto della bella esperienza che sto vivendo e mi reputo fortunato di avere trovato persone e un ambiente sia sportivo che di vita molto positivi.
La seconda categoria nazionale qui é divisa in due gironi e noi partecipiamo a quello del Nord che comprende le squadre a ovest vicino al confine olandese, a sud fino a Francoforte e a est vicino al confine polacco. I posti più affascinanti e particolari che ho visitato nelle lunghe trasferte sono si trovano sicuramente nella parte orientale del paese in quanto l'atmosfera e l'influenza sovietica si fanno ancora sentire. A tal proposito avrei da raccontare un aneddoto che mi é capitato quando siamo stati a giocare in una cittadina vicino Lipsia, nella ex- zona orientale tedesca. Era mezzogiorno, di domenica, ma le strade erano deserte e la bacheca cittadina in piazza che doveva contenere volantini e manifesti pubblici era quasi vuota.
E così alla mia domanda ironica “Ma qui siamo ancora in Germania?”. I compagni di squadra sono scoppiati a ridere. Poi mi hanno spiegato che purtroppo molte zone dell’ex Germania Est, nonostante siano passati più di 20 anni dall’unificazione, non si sono ancora portate ai livelli di benessere e stile di vita dell’ovest.
La mia vita a Luneburg é tranquilla, scandita dal lavoro alla mattina e dagli allenamenti serali.
Studio e un pò di svago nel resto della giornata. La città é incantevole, di origine medioevale e a misura d’uomo. Molto turistica e con un fiume che l’attraversa con molti locali sulle rive.
Il mio alloggio si trova all'interno della zona universitaria, un residence immerso nei boschi e logisticamente molto comodo poiché vicino al centro.
Per me che devo perfezionare il tedesco é un buon posto perché essendoci molti studenti in giro è facile fare conoscenze e si può conversare. La qualità della vita qui in Germania per certe cose offre uno standard più alto che in Italia. Ma al di là dei venti centesimi in meno alla pompa di benzina o al risparmio al supermercato rimango convinto che altre pesanti differenze purtroppo ci sono. Le ho viste nella burocrazia più leggera e veloce. Nel rispetto delle regole, nell'equità sociale. Sono stato colpito dal fatto che quasi tutti i ragazzi che ho conosciuto hanno già un'idea, ancora studenti, di ciò che vorrebbero fare nella loro vita. Vedo tanto impegno, volontà, e concretezza di intenti dovuti al fatto che la crisi qui sembra non ci sia al contrario dell’Italia. Il contesto politico e sociale offre stabilità e opportunità future di lavoro. Quello che in Italia manca è l’idea di un futuro lavorativo positivo per i giovani.
Attualmente con la mia squadra, tornando alla pallavolo, siamo al secondo posto in classifica e siamo alla vigilia della sfida con i primi della classe ( una ex A1 molto forte) il prossimo weekend. Sono sicuro che sarà una partita appassionante e la possibilità di giocarla in casa ci darà motivazione e grinta, spinti anche dai nostri tifosi. Al di là di come andrà a finire, valuto la mia esperienza qui a Luneburg molto positiva rispetto ai timori che avevo prima di partire. Il mio desiderio di rimanere qui una seconda stagione é grande e spero si avveri. Anche perché si parla di A1 e scaramanticamente non ne voglio parlare.
Un pò perché il tedesco é ancora da migliorare ancora in vista della laurea e un po’ perché l'ambiente e l'avventura che sto vivendo sono molto positivi. Il termine del campionato é fissato al 12 Aprile quindi é ancora presto per prevedere qualcosa ma di sicuro questa esperienza sportiva in terra tedesca mi ha aiutato a maturare molto come sportivo e come persona. Vorrei concludere il mio racconto con una citazione tratta da un film: ”Ho pianto e fatto fatica arrivando qui, ma sono certo che piangerò anche quando dovrò tornare a casa a fine stagione”.
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