Due pesi e due misure

di Luciano Pedullà

21/02/2011

Gianni CapraraGianni Caprara
Gianni Caprara
La notizia è talmente ghiotta e inquietante che non potevo ignorarla: la squalifica per tre mesi inflitta a Gianni Caprara, appare un’altra strampalatezza di questa bislacca stagione. I fatti dovrebbero essere noti: durante l’inutile e caotica Round Robin League, l’allenatore di Novara, si rivolgeva volgarmente, nel corso di una discussione, nei confronti di Marco Brunale, segretario della Lega Femminile. Conosco personalmente entrambi i protagonisti della vicenda e per quanto mi riguarda posso asserire tranquillamente che Brunale è una persona mite, gentile, corretta ed assolutamente priva di astio. Peraltro Gianni ogni tanto ha atteggiamenti che irrompono, attraverso espressioni a volte boriose, nelle proprie argomentazioni. Detto questo, e riconoscendo che il comportamento dimostrato nei confronti del dirigente di Lega è stato irrispettoso, credo però che la squalifica che la Commissione Giudicante ha inteso comminare, nei confronti del reo del misfatto, abbia trasceso nei tempi e nella misura! Non si capisce, infatti, come possa essere assimilato un provvedimento del genere all’interno di una giustizia sportiva italiana che prevede tre (misere) giornate di squalifica per giocatori che si sputano addosso, dimenticando l’alzata di scudi fatta, con intervento di avvocati federali e di scrittrici di fama internazionale, quando un giocatore della nazionale Italiana di calcio, nel corso di una partita degli europei, pensò di lasciare tracce del proprio Dna sulla faccia di un avversario. E poi le squalifiche di tre mesi per doping ai ciclisti che condizionano i propri risultati illegalmente o la mancanza di provvedimenti nei confronti di dirigenti di società, purtroppo in molte discipline italiane di squadra, che subordinano i risultati ingaggiando giocatori e tecnici, senza poi soddisfare le spettanze agli stessi. Potrebbe essere lunga la lista in tal senso, ma voglio solo ricordare come, in questa stessa stagione, il Giudice Unico Federale ha preso, nei campionati nazionali di pallavolo, provvedimenti inverosimilmente più miti, per fatti altrettanto incresciosi nei confronti dei direttori di gara. Sarebbe quindi giusto riportare tutto alla normalità: la sua, tardiva, giornata di squalifica Caprara l’ha già scontata domenica e Novara non ne ha subito, risultato alla mano, nessuna ripercussione, senza il proprio allenatore in panchina. Chiudiamo la faccenda e preoccupiamoci di cose più importanti per il movimento femminile che ha bisogno di allenatori qualificati, come il bolognese già campione del Mondo, titolo meritatamente guadagnato e troppo spesso dimenticato dal nostro movimento. Se invece così non fosse, sembrerebbe un provvedimento dettato più da futile livore e tardivi risentimenti. Come citato, Novara non ha patito l’assenza del suo mentore in panchina, ha vendicato la sconfitta subita in casa all’andata e si è assestata al terzo posto, alle spalle di Pesaro e Bergamo, ridisegnando una classifica che ci riporta indietro con il tempo, alle epiche battaglie per il primato, tra queste tre società, degli anni passati. Appena dietro e nello spazio di due punti 4 squadre giocheranno con la possibilità di guadagnare le posizioni di privilegio per i play off, a dimostrare che il campionato è combattuto e le istituzioni dovranno preoccuparsi di farlo disputare ad armi pari.
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