E da Città di Castello dicono: "Noi ci saremo"

di Adelio Pistelli

04/05/2013

Arveno JoanArveno Joan
Arveno Joan
"Era tutto fatto. Era questione di ore, dovevamo solo andare dal notaio". Arveno Joan racconta. Il presidente di Città di Castello, la società che ha ritrovato l'A1 dopo ventidue anni, prima di entrare sull'A1 che verrà, apre una lunga parentesi su ultime vicende che vedevano protagoniste proprio la sua squadra e San Giustino. Avete letto: dall'Alto Tevere è arrivato il comunicato della resa, dell'addio all'A1 e, niente fusione come era stato ormai deciso e programmato. E leggendo quel comunicato era necessario capire subito cosa sarebbe mai successo a Città di Castello che, appunto, sembrava ormai in sinergia con i 'cugini' di San Giustino per una storica operazione. "Noi ci saremo, faremo l'A1, dobbiamo farla. Evidentemente dovremo rivedere alcune cose, ma ci saremo".
E' ancora il presidente Joan che parla e che parte dalla fine (della fusione) per guardare al futuro prossimo in solitaria. "Era un progetto bellissimo - continua riferendosi alla fusione mancata -. Lo avevate anticipato con precisione, devo dirlo. Avevato detto tutto su cariche societarie, programmi, campo di gioco, prospettive di una operazione bellissima. Pensate: racchiudevamo in questo progetto, oltre 130 mila persone di tutto l'Alto Tevere, una idea operativa lungimirante portata avanti da due società, sportivamente divise, ma che erano riuscite a creare splendidi presupposti organizzativi e operativi. Un grande esempio di quanto sia determinante lo sport per veicolare anche dove sembra impossibile trattare. Era tutto fatto ma la mattina dell'incontro dal notaio mi chiamano da San Giustino, faccio i sette-otto chilometri che separano da Città di Castello, arrivo dall'amico Nocentini (il presidente di San Giustino, ex ormai ndr) e mi sento dire: non se ne fa più nulla. Dopo qualche atimo di silenzio, ho cercato di capire, poi di far retrocedere Nocentini e soci da questa loro decisione. Niente da fare e, la conclusione definitiva l'avete letta dal loro comunicato. Quanta amarezza, era decisamente un gran bel progetto".
Un comuncato e un' altra società alza bandiera bianca (ieri, ricordate, era arrivato l'annuncio per Vibo Valentia) e, leggendo la comunicazione dell'addio fatta dalla società San Giustino, il pensiero è andato subito alla vicinissima Città di Castello che, in tempi non sospetti, aveva comunque messo tutti in guardia. Subito dopo la splendida promozione in A2, lo stesso Joan e non solo avevano fatto capire che euforia e gioia per il successo non potevano spazzare via definitivamente le paure economiche che facevano capolino in prospettiva A1. E quelle paure, sicuramente, avevano accellerato l'idea fusione, poi i diversi e propduttivi gli incontri, le certezze su due società che si sarebbero unite per combattere la crisi e rilanciare un pezzo di Umbria pallavolistica. E invece...
"Invece niente - ricorda ancora il presidente Joan - e sono molto dispiaciuto, credetemi. La nostra A1? La giocheremo a Città di Castello perchè il comune ci ha garantito veloci interventi per l'apliamento del nostro palasport. Però, dovete sapere una cosa: se i lavori dovessero 'sforare' di qualche settimana, abbiamo avuto la certezza da parte degli amici di San Giustino, che ci faranno giocare alcune gare nel loro palasport. Un esempio in più dei cordiali rapporti con quella società".
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