E sul podio europeo...due volte Italia

di Adelio Pistelli

29/09/2013

Fabrizio PasqualiFabrizio Pasquali
Fabrizio Pasquali
EuroVolley: prima Russia, seconda Italia terzo… Pasquali. E sì, sul podio di EuroVolley 2013, insieme alla Serbia (che ha vinto il bronzo nella finalina contro la Bulgaria) deve salire anche l’arbitro italiano Fabrizio Pasquali, grande protagonista, come l’Italvolley, dell’europeo appena concluso a Copenaghen. Il ‘fischietto’ di Ascoli Piceno merita, infatti, una vetrina per tutto ciò che ha fatto durante i giorni di sfide continentali, prima in Polonia poi in Danimarca. L’italiano Pasquali poteva (lo sapeva) non andare alle fasi finali di Copenaghen, visto il cammino in positivo della nostra nazionale. Però il suo trasferimento da Danzica al Parken Arena Stadium è frutto delle bellissime prestazioni fatte dall’arbitro ascolano in Polonia. E’ arrivato a Copenaghen, infatti, dopo aver fischiato sfide molto difficili; da primo è ststo protagonista dell’iniziale Germania-Russia a Gdynia; poi è stato positivo interprete da ‘secondo’ sempre al Gdynia Sports Arena per Russia-Bulgaria. Ha quindi fischiato, all’Ergo Arena di Danzica e, ancora da ‘primo’, i cinque delicatissimi set (18-16 il quinto) che hanno deciso Polonia-Bulgaria, con l’eliminazione a sorpresa del team allenato da Anastasi. Un tour di ferro come i gironi polacchi, per uno dei nostri migliori arbitri che si è confermato a Copenaghen. Un viaggio professionale che, magari, non era probabilmente nell’agenda di Pasquali. Lo era ovviamente nei suoi desideri ma molto era legato a ciò che avrebbe combinato l’Italvolley. Sembrava chiuso con l’arrivo alla final four danese di Zaytsev e soci. Ma quanto di buono aveva fatto a Danzica e dintorni nelle prime fasi dell’Europeo polacco-danese, ha fruttato ugualmente il viaggio in Danimarca dove Fabrizio Pasquali s’è congedato dagli Europei dirigendo benissimo la finale per il terzo posto, appunto, tra Serbia e Bulgaria. Alla fine, se volete, una medaglia in più, per l’Italia, ma anche e soprattutto la conferma (ma, forse, non ce n’era bisogno) del valore tecnico del fischietto ascolano.
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