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ESCLUSIVA: Il marziano Juantorena dà l'arrivederci ma....
ESCLUSIVA: Il marziano Juantorena dà l'arrivederci ma....
di Adelio Pistelli
02/05/2012
Osmany Juantorena
Osmany Juantorena
E’ sicuro, se ne va.
“E’ vero. Ho sentito anch’io alcune voci negli ultimi giorni sul fatto che sarei tornato indietro alla mia decisione. Vero, i dirigenti di Trento hanno provato a farmi cambiare idea. Niente di tutto ciò: ho firmato e andrò a giocare in Russia, con il Kazan”.
Parole di
Osmany Juantorena
, attualmente considerato e da tutti, il miglior giocatore al mondo di pallavolo. E aggiungiamo: un signore fuori e dentro un palasport.
Il ‘marziano’ del volley
agli inizi della prossima settimana volerà in Qatar per giocare e divertire a Doha, città che lo ha già visto (e spesso) protagonista.
Da quelle parti e, non solo agli inizi dell’estate, da qualche anno a questa parte Juantorena ha aiutato Trento a vincere, per esempio, titoli mondiali lasciando l’impronta del fenomeno.
“Ma non sono riuscito a far vincere l’ultimo scudetto e, lo sapete, "è sempre l’ultima cosa che si ricorda”.
Milano, 22 aprile, V-Day, quella gamba che fa male e la rabbia di non poter aiutare il suo team: per Osmany il tempo s’è fermato. “
Rivedo ogni momento. Ripenso alla tanta adrenalina che avevo addosso, la mia voglia di regalare ai tifosi trentini il tricolore e schiacciare insieme al dolore di un polpaccio che mi ha fatto tremare”.
Prima domanda: adesso come va?
“Direi molto bene. Avevo avuto paura che si trattasse di uno strappo. Invece erano solo crampi per la tanta fatica e per la tensione dopo una stagione lunga, faticosa e difficile. Ieri sono andato in palestra ad allenarmi un po’ ma anche e soprattutto per capire le mie condizioni. Tutto superato, fortunatamente ma la rabbia per quel maledetto scudetto sfuggito per un paio di palloni è ancora qui che mi fa compagnia. L’ho detto anche ai tifosi, nei giorni scorsi, quando abbiamo chiuso la stagione. Ho raccontato loro la mia amarezza, il mio dispiacere per non aver lasciato il ricordo più bello. Non ce l’ho fatta: il dolore al polpaccio è stato un avversario in più”.
Seconda domanda: perché non è uscito dal campo? Le versioni sono contrastanti, ha voglia di fare chiarezza?
“
Certo. Il mister
(Stoytchev, ndr)
non mi ha detto nulla, ha sempre lasciato che giocassi. Poi sul momento più delicato del tie break, con il dolore sempre maggiore, ho visto che forse volevano sostituirmi con Lanza. Ho preferito restare sottorete per non caricare di troppe responsabilità il giovane compagno. E anche perché volevo aiutare Trento fino all’ultima palla. Ero anche arrabbiato per alcune decisioni arbitrali avvenute, per esempio nel terzo set; mi ero innervosito sbattendo le mani sulla panchina durante un time out; ma, soprattutto, avevo voglia di lasciare un ricordo dei più belli. Se solo potessi rigiocare contro la Lube, se solo potessi tornare sottorete per quel maledetto tie break…”.
Un momento: lei a Trento ha vinto tutto, ha fatto vincere tutto, non crediamo abbia nulla da farsi perdonare…
“
Abbiamo vinto tutto. Squadra forte in ogni reparto, compagni meravigliosi e insieme siamo riusciti a centrare grandissimi successi. Però quello scudetto lì, perso in quel modo mi è rimasto sullo stomaco. Sì, lo ripeto: avrei voluto lasciare in maniera diversa e dimostrare, poi, che non sono davvero quello che in molti mi hanno disegnato in Polonia”.
Il dopo Trento-kazan di semifinale gli ha fatto male.
“Mi hanno dato molto fastidio le tante e brutte parole, i tanti e brutti giudizi espressi sulla mia persona. Mercenario? Assurdo,non volevo crederci quando qualcuno me lo ha raccontato, quando ho letto che mi sarei tirato indietro perché giocavo la semifinale di Champions contro la mia futura squadra. Credetemi: mi ha fatto molto male. Mi rendevo conto di aver disputato una partita brutta ma forse la pressione della vigilia, la sfida ai russi, alla squadra con la quale andrò a giocare la prossima stagione, mi avevano condizionato senza rendermene conto. Però pensare che ho volutamente limitato il mio lavoro, è veramente stato troppo. Invece in tanti mi hanno giudicato da quel match, senza pensare a quanto è stato fatto insieme a Trento, senza entrare nel discorso tecnico di una partita che potevamo tranquillamente vincere e che abbiamo buttato solo per una serie di errori. Poi il Kazan ha meritato ma molte sono state le nostre colpe”.
Kazan, dove per due anni adesso, schiaccerà e proverà a vincere ancora tanto…
“
Da tempo si diceva che sarei potuto andare di nuovo in Russia. La mia prima esperienza
(con l’Ufa: campionati 2004 e 2005)
è solo ricordo. Sono arrivato là che avevo da poco diciannove anni, ero tanto giovane. Adesso è storia diversa. Ho esperienza in più, so cosa mi aspetta, cosa si aspettano da me. E’ stata una scelta importante e la questione economica ha avuto il suo peso, inutile nasconderlo. Però, mi sembra anche inutile ribadirlo: faccio questo lavoro, simili treni credo passino una sola volta nella vita. Se solo avessi la possibilità di divertirmi e guadagnare a Cuba, credetemi: non me ne andrei mai via da casa. Adesso ho questo splendida opportunità che voglio onorare sino in fondo e poi, si vedrà. Però do l’arrivederci al vostro Paese, meraviglioso, ospitale, splendido e non sono solo parole, sono certezze perché provate sulla mia pelle”.
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