Formula chimica

di Luciano Pedullà

08/01/2011

Formula chimica
Questa settimana, nelle coppe Europee, le squadre italiane hanno offerto risultati contrastanti. Nette sconfitte per Villa Cortese e Bergamo, anche se quest’ultima è caduta nella tana della Dinamo di Mosca, e vittorie importanti per Urbino e Pesaro. La squadra Campione d’Italia ha battuto Baku, dopo un combattuto 3 a 2, dimostrando grande capacità di reazione nei momenti difficili, cosa che in questo momento sembra mancare alla formazione lombarda guidata da Aguero. Guardando la partita tra le azere e le marchigiane, mi è sorta spontanea una domanda: quali sono gli elementi che compongono la “chimica” della squadra? A inizio stagione sembrava, anche al sottoscritto, che la formazione di Pesaro potesse avere molti più problemi ad inserire Hooker in un sestetto che aveva subito numerosi cambiamenti, piuttosto che Villa Cortese, che aveva cambiato solo 2 settimi della squadra, nei confronti di Hodge. Invece Pesaro ha dapprima ribaltato il pronostico in Supercoppa, poi ha rintuzzato gli attacchi in campionato e in Europa, portandosi nelle zone di vetta. Sembra che la squadra allenata da Paolino Tofoli stia superando con nonchalance tutte le difficoltà che si sono presentate davanti al proprio cammino. Eppure di trasformazioni ce ne sono state tante: pensate, in sei anni, sono passati dalla panchina marchigiana ben cinque allenatori differenti, cambiando addirittura l’intera ossatura della squadra, dove del sestetto diretto da Abbondanza sei anni fa è rimasta la sola Guiggi. Nel frattempo, Pesaro ha vinto 3 scudetti, 4 Supercoppe, 1 Coppa Italia e 2 Coppe Cev. Chi non è mai cambiato, al pari di Guiggi e dell’intramontabile Riccardo Marchesi, è il d.s. Piero Babbi, vero stratega del mercato del volley. Soprattutto, non è mutato l’ambiente, che ha affrontato con serenità le sconfitte nei primi campionati e nelle prime Champions, fino ai capitomboli, più dolorosi, di tre anni fa in Coppa Italia e nelle due ultime Coppe d’Europa. Pesaro ha dato fiducia alle giocatrici, guardando avanti, senza drammi e senza creare tensioni, su aspettative o obbiettivi mancati. E’ l’esempio di come, dietro ad un gruppo di ragazze di grande qualificazione, a tecnici bravi e preparati, a un pubblico numeroso ed entusiasta, ci voglia sempre una grande Società (con la S maiuscola): i dati lo dimostrano. Così, messa in cantiere, o quasi, la prima parte della Champions, la Scavolini riparte dal campionato per ottenere nel 2011 altri prestigiosi traguardi. Riprende dalla trasferta a Novara, che fu luogo di epiche sfide in campionato quando, due stagioni orsono, 6200 spettatori novaresi dovettero applaudire, loro malgrado, la squillante vittoria del secondo scudetto di Pesaro. Sarà una partita che potrebbe riservarsi scomoda, se l'Asystel riuscirà a ripetere con maggiore continuità la disciplina tattica che l’aveva contraddistinta nella gara con Villa Cortese. Lo potrebbe essere per Manon Flier, che di Novara della passata stagione non ha bei ricordi. Ora l’olandese, migliore giocatrice dello scorso Europeo, ha ritrovato il sorriso e la determinazione, che le sono stati sempre d’aiuto quando ha giocato con la nazionale olandese, dimostrando che il campionato italiano per lei non è proprio così tabù. Sabato un gustoso antipasto tra Modena e Villa Cortese: chi perde apre la crisi?
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