From Budva whit love...

di Marco Falaschi

17/10/2013

From Budva whit love...
Salve a tutti pallavolisti e non. Come in ogni rubrica che si rispetti devo presentarmi: sono Marco Falaschi “provo” a giocare a pallavolo nel ruolo di palleggiatore e quest'anno, grazie all'amico Lorenzo Dallari, vi racconterò periodicamente la mia esperienza in Montenegro più precisamente a Budva. Perchè proprio in Montenegro? È una domanda che mi hanno fatto in molti e anche voi che state leggendo l'avrete sicuramente pensata. La risposta richiederebbe pagine, fascicoli, tomi di enciclopedie per via della situazione creatasi nel mercato estivo: il mio intento però non è annoiarvi né tantomeno parlarvi della parte più brutta della pallavolo odierna. I primi di agosto ho ricevuto un'offerta dalla società OK Budvanska Rivijera, una settimana dopo sono diventato un loro giocatore: fine della storia.
Atterro all'aeroporto di Podgorica, la capitale del Montenegro, il 29 agosto con una valigia piena di vestiti e un bagaglio a mano carico di interrogativi per la mia prima esperienza all'estero. Prima destinazione Cetinje, capitale dello stato circa 150 anni fa, sede del ritiro per questi primi 12 giorni. Una cittadina o meglio, un paese veramente carino con una particolarità che mi colpisce immediatamente: Wifi completamente libera, gratuita, ma soprattutto funzionante per le strade!!! Le giornate trascorrono velocemente tra sedute di atletica allo stadio alternate a sedute in palestra pesi al mattino e lavoro nel palazzetto nel pomeriggio/sera in quanto lo sport più praticato anche ad ottimi livelli è la pallamano e in quanto ospiti abbiamo degli orari talvolta poco usuali...  Ah, dimenticavo il capitolo del materiale in dotazione: chiaramente nell'albergo dove alloggiavamo ci è stato recapitato tutto il necessario (magliette, tute, completi da allenamento ecc...). Beh non mi era mai capitato di avere tre marche diverse in una sola stagione: Mikasa, Legea e Virma (quest'ultima - mi scusino i proprietari - ma è proprio la prima volta che la sento) e da accordi societari dovevamo cercare di usarle tutte: quindi nei primi giorni c'era il rebus per azzeccare la tenuta adatta in quanto non è facile comprendere il montenegrino!!!
L'ultima affermazione mi porta giustamente a parlarvi della comunicazione: si parla questo idioma che nient'altro è che un dialetto della lingua serba, tutti i miei compagni di squadra però e più in generale i giovani della nazione comprendono e parlano anche l'inglese. In più nel mio caso Luka Sulijagic ha militato per 3 anni in Italia, quindi fortunatamente in casi disperati so a chi rivolgermi. Passata la prima decina di giorni di settembre arriva il tanto sospirato momento di dirigerci verso Budva... Questa però richiede un'altra pagina, quindi mi fermo qui perchè poi ne arriveranno delle belle!!! Intanto però vi mando la foto della veduta della cittadina scattata pochi secondi prima di mettervi piede... A presto, Fala.
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