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From Budva with love...
From Budva with love...
di Marco Falaschi
01/11/2013
Sandro Ciotti
pronunciò nel 1961 in occasione di Catania-Inter l'ormai celebre frase “
clamoroso al Cibali”
, ieri nella seconda giornata di Champions League molti giornalisti avranno pronunciato e perlomeno pensato una frase del genere: “
clamoroso a Resovia
”.
È avvenuto l'inimmaginabile, abbiamo battuto al tie break i campioni di Polonia dell'Asseco Resovia dopo una gara combattuta su ogni pallone, lottato contro avversari più quotati, non arrendendoci nei momenti di difficoltà ma soprattutto con una grinta ed una voglia che difficilmente riuscirei a spiegare a parole.
Volevo scrivere questo articolo il prima possibile per poter avere bene in mente ancora le sensazioni di poche ore fa, l'aeroporto di Varsavia che ci ospita per tre ore dalle 7 alle 10 è il luogo ideale per buttare giù qualche riga.
A livello logistico non è stata una trasferta semplice: nella mattinata di martedì siamo partiti da Budva con il nostro bus verso l'aeroporto di Tirana dove ci aspettava un volo per Vienna, successivamente dalla capitale austriaca saremmo volati verso Varsavia e solo con un altro aereo saremmo giunti verso la mezzanotte a Resovia. Al confine con l'Albania sono sorti i primi problemi: nei controlli di routine della polizia locale sono state riscontrate delle irregolarità nel passaporto di
Marko Bojic
, potete immaginare l'ilarità di questa situazione ed i vari appellativi che gli sono stati affibbiati (criminale, trafficante di armi/droga, clandestino etc...) durante i primi minuti in cui però la situazione sembrava fosse sotto controllo e che si potesse risolvere tranquillamente. Dai minuti siamo passati alle ore e la vicenda ha cominciato a farsi preoccupante fino a che la polizia ha reso vano ogni nostro tentativo di spiegare una situazione che ci sembrava assurda poiché il nostro compagno di squadra aveva già viaggiato oltre i confini montenegrini senza alcun problema. Passate le due ore viene presa una decisione: Marko sarebbe sceso al confine in attesa di “rinforzi” e la squadra avrebbe proseguito il viaggio verso l'aeroporto albanese dove l'aereo per Vienna non aspettava altro che noi. Tempo effettivo per check-in, sicurezza e imbarco non più di 15 minuti; ci hanno letteralmente lanciati nel velivolo!!! Le notizie del nostro compagno di squadra al confine albanese ci arrivavano di minuto in minuto e solo in tarda serata ci è stato riferito con ufficialità che Marko Bojic ci avrebbe raggiunto il giorno seguente da Belgrado, ed onestamente non so dopo quanti scali, direttamente alla partita.
Atterrati a Resovia siamo stati accolti da tre persone del club polacco con fotografo che immortalava le nostre facce sconvolte dal viaggio, saliamo sul pulman in direzione dell'hotel e noto con mio grande stupore che all'interno del bus era presente la wifi, scusate ma io sono rimasto scioccato da tanta tecnologia. La doccia in albergo è stata la classica botta che ti mette K.O. e che mi ha fatto letteralmente crollare a letto dopo un'intera giornata di viaggio.
Eccoci arrivati al giorno della gara: classico allenamento del mattino per prendere visione del palazzetto di Resovia, sgranchirci gambe ma soprattutto schiena con qualche battuta e attacco, breve riunione prima di pranzo ed alle 18 avremmo giocato la prima palla della sfida.
Della partita, di statistiche e di rendimenti dei giocatori ci sono i giornalisti che credo avranno commentato sui vari siti specializzati quello che è accaduto ieri, io voglio spendere qualche parola sull'atmosfera e sull'aria che si respirava dentro tutto il palazzo dello sport. Circa 4000 persone hanno assistito non ad una partita di pallavolo ma prima di tutto ad una festa dove il bianco ed il rosso coloravano ogni singolo spazio delle tribune, un pubblico che tifava la propria squadra e lo ha sempre fatto durante l'arco di tutto il match, un seguito di televisioni e stampa che in altre parti del mondo avviene solo in occasione di finali o eventi importanti, i loro idoli hanno perso contro una squadra che ha messo tutto quello che aveva e forse anche qualcosa di più. Ci siamo meritati gli applausi finali da parte di tutti perchè come mi ha riferito un giornalista “
non è da tutti vincere qui”
.
Oggi mi voglio proprio godere questa vittoria che ci proietta in testa al nostro girone, domani è già tempo di pensare alla trasferta di Parigi, una partita complicatissima da affrontare se possibile con maggiore cattiveria di ieri ma con la consapevolezza che possiamo giocarcela con tutti.
Nella speranza di poter vivere venerdì prossimo un altro dopo-partita come quello odierno vi saluto e vi lascio con la foto del brindisi a cena: forse per l'adrenalina che ancora girava in corpo o forse per qualche oscuro motivo che non so spiegarvi sono l'unico in piedi...Misteri...
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