Gigi Mastrangelo: "Roma? Anni bellissimi. Peccato..."

di Adelio Pistelli

24/02/2011

Luigi MastrangeloLuigi Mastrangelo
Luigi Mastrangelo
Roma, eccomi. Solo gli stupidi non cambiano opinione e Luigi (Gigi, per gli amici) Mastrangelo che stupido proprio non è, non rinuncia (o quasi) all’opportunità che ha. Non rinuncia (o quasi) ad per aprire e chiudere su porte e finestre che rilanciano ventate di piacevoli ricordi e non solo, vista come è finita l’avventura sotto il Cupolone. “E’ tutto già chiuso, da tempo. Certo, se ripenso a ciò che è stato e ciò che poteva essere, provo amarezza. Sicuramente. Ma è acqua passata. Guardiamo avanti”. Ci prova, il trentacinquenne Mastrangelo. Cerca di non riaprire pagine di una storia importante ma, è inutile girarci attorno: la partita di sabato (con diretta Rai Sport Uno dalle 16) al palasport di Viale Tiziano è qualcosa in più per il centralone di Cuneo. “Sono stati due anni bellissimi, c’erano grandi progetti con evidenti obiettivi da raggiungere. Avevo firmato un quadriennale e speravo davvero di concretizzare qualcosa di prezioso con un team molto forte. Invece, sapete tutti come è andata. Adesso torno da avversario, con forti motivazioni e stimoli; torno con la consapevolezza che non sarà un pomeriggio dei più facili contro una squadra a caccia di prestigio che giocherà al massimo, come fanno un po’ tutti contro i campioni d’Italia”. Prova a sfuggire ancora alle ‘sirene’ del recente passato, Luigi, Gigi per gli amici. Prova, ci riesce solo a metà e lui lo sa bene. Sa che sabato sarà uno dei più ‘gettonati’, dei più seguiti, da un ambiente che, di fatto, non lo ha scordato e che lui ha sempre apprezzato, a prescindere. Però… “Però, l’esperienza nella Capitale – afferma – mi ha insegnato che non ti devi mai legare a nessuno e, ovviamente parlo soprattutto di persone che hanno grandi responsabilità. Doveva andare in un certo modo, è finita male. Mi spiace. Adesso gioco con Cuneo, ho ancora tanti obiettivi da inseguire e contro la Roma di Giani dobbiamo prendere punti importanti. E basta”.
Ultimo passo indietro: ha avuto mai paura di smettere dopo le vicende romane? “Proprio no. Sono sempre stato consapevole delle mie qualità professionali e morali e sapevo che, gradualmente sarei tornato sottorete al massimo dei ivelli. La risposta l’ho puntualmente avuta da personaggi che hanno creduto
fortemente su di me come il presidente della società piemontese Lannutti, il nuovo tecnico Giuliani. Hanno saputo rilanciarmi puntando sul valore tecnico e sulla mia grande voglia di rivincite. A Cuneo (dove Mastrangelo gioca per la terza volta in carriera dopo le presenze negli anni novanta, ndr) hanno pazientemente ma concretamente rimesso in moto un giocatore che ha dato e può ancora dare tanto”.
C’è stato, nel frattempo, anche il ritorno in Nazionale, giusto? “Vero e devo tanto ad Andrea Anastasi che mi ha fatto lavorare e divertire creando al tempo stesso un gran bel gruppo. E, posso dirlo a voce alta: meritava qualcosa in più all’ultimo mondiale. Una medaglia era il giusto premio” .
Anastasi che potrebbe ritrovare da avversario visto l’arrivo dell’ex tecnico azzurro sulla panchina della Polonia
Ha detto bene, potrei anche perché non so se il nuovo responsabile dell’Italvolley avrà intenzione di convocarmi. Non ho saputo ancora nulla ma in questo momento, credetemi, ho pensieri solo per Cuneo e tutto ciò che gli ruota attorno”.
A proposito: avete lo scudetto sulle maglie che volete difendere sino in fondo, siete in corsa per la Champions ma sono in molti a dire che sarà dura per una squadra di vecchietti… “Non è la carta di identità che schiaccia e mura. In questo momento ci manca solo un po’ di allenamento in più necessario per smaltire tanti viaggi e continue partite. Poi, vi dico una cosa: magari fossero tutti così vecchietti, sarebbe, per esempio, un campionato ancor più bello e incerto di quello attuale. Siamo semplicemente esperti ma con addosso la voglia matta di un esordiente che va caccia di risultati e prestigio. Abbiamo vinto tanto, vogliamo vincere ancora tanto e lanciare, se ci riesce, Cuneo nella storia”. 
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