Giovanni Guidetti, un "allenatore vincente"

di Lanfranco Dallari

02/04/2012

Giovanni Guidetti, Lanfranco Dallari e Lorenzo MicelliGiovanni Guidetti, Lanfranco Dallari e Lorenzo Micelli
Giovanni Guidetti, Lanfranco Dallari e Lorenzo Micelli
Giovanni Guidetti è l’allenatore della nazionale tedesca e del VakifBank Güneş Sigorta Spor Kulübü Istanbul, vive in Turchia, è uno dei tecnici italiani di volley femminile più apprezzati dell’intero palcoscenico internazionale, non solo perché lo scorso anno ha portato il suo Vakifbank (formazione che non partiva di certo con i favori del pronostico) sul tetto d’Europa conquistando la Champions League 2011 (in semifinale aveva battuto al tie break il Fenerbahce di Zè Roberto, che pochi giorni fa si è riscattata conquistando la Champions League 2012, tenendo ad Istanbul il prestigioso trofeo dopo che il Guidetti team aveva interrotto l’egemonia di Bergamo e Perugia, che avevano vinto le precedenti ultime 6 edizioni). Il bravo tecnico modenese si è integrato perfettamente nella popolatissima metropoli turca, può lavorare in palestra, tanto e bene, il rendimento delle sue giocatrici sta aumentando mese dopo mese, per la gioia dei suoi dirigenti, alquanto soddisfatti dell’operato del “Bomber”, Guidetti viene di diritto considerato da tutti come “un allenatore vincente”.
Grande Giò…… Parliamo di Istanbul… com’è questa città?
“Qui tutto si fa di fretta. E’ una città straordinaria, ti offre qualsiasi tipo di comodità; il traffico però non ti fa arrivare mai in tempo, dopo un po’ però ci si abitua, e lo si riconosce come un piccolo prezzo da pagare per avere la fortuna di vivere qua. Ho visto tante città, da Londra a Chicago, da New York a Tokyo, da Pechino a Shanghai: Istanbul ti offre tutto quello che ti offrono le grandi metropoli del mondo insieme al fatto che in questa città ci sono 6 squadre di pallavolo femminile di serie A e 4 di pallavolo maschile tra le migliori d’Europa. Non esiste città al mondo con queste caratteristiche pallavolistiche unite a una metropoli dove non c’è niente che non si possa trovare e niente che non si possa fare”.
Questa è la tua quarta stagione alla guida del VakifBank Istanbul. “Sì, il tempo passa. La cosa più importante da dire è che la mia prima stagione qui, per tanti piccoli motivi che non sto a raccontare, è stata fallimentare; qualsiasi altro club al mondo mi avrebbe cacciato con infamia, qui invece hanno riconosciuto il mio lavoro nonostante gli scarsi risultati sportivi della squadra e mi hanno dato la possibilità di continuare a lavorare portando questo club a diventare Campione d’Europa nel 2011 e tra i più rispettati, stimati e ben strutturati club dell’intero panorama pallavolistico europeo”.
Si sente molto la rivalità con gli altri potenti e ricchi club di Istanbul che hanno maggior visibilità su televisioni e giornali?
“Sì. Ma per come sono fatto io questo è un vantaggio per il mio club nel senso che a me interessa solo lavorare bene ovvero poter allenare in palestra, sto decisamente meglio senza pressioni di tv, giornalisti e tifosi dei grandi club di calcio stile Fenerbahçe e Galatasaray. E’ chiaro che combattere contro di loro avendo a disposizione metà del loro budget non è facile, però è un po’ questo il mio DNA (da Modena a Chieri, fino alla Germania), sono sempre stato destinato a costruire e a insegnare senza mai partire con i favori del pronostico e questo per me è uno stimolo ulteriore”.
Una comunità di volley ubicata tutta in un microcosmo di una metropoli….
E’ strano ma bello perché alla fine trovi un sacco di amici, turchi e non, ti confronti con tante persone che hanno le tue stesse passioni e che svolgono il tuo stesso mestiere, crei legami forti ed amicizie che vanno oltre il vincere o perdere. Con Lorenzo Micelli ad esempio capita spesso che andiamo a cena insieme, trascorriamo serate insieme, quando ci affrontiamo da avversari ci scanniamo però regolarmente in partite il cui risultato è fondamentale sia per noi che per loro, grande rivalità sul rettangolo di gioco, grande stima ed amicizia fuori dal campo”.
Da pochi giorni hanno definito le date dei play off scudetto del campionato turco…. Mi pare un po’ tardi…
In un campionato dove ci sono club ben organizzati e strutturati che spendono davvero tanti soldi (il Fenerbace è andato alla Final Four di Champions League con ben 12 persone dello staff tecnico) è un controsenso che il 18 aprile ancora non sapessimo quando avremmo dovuto giocare i play off scudetto e la Coppa di Turchia”.
Giovanni Guidetti alla guida della Turchia e della Germania, un feeling che durerà ancora a lungo?
“Questa vita mi piace molto: la nazionale tedesca è un po’ come un figlio, che ho cresciuto, allevato e sta diventando maturo, spero che diventi completamente maturo quest’anno conquistando la qualificazione all’Olimpiade di Londra 2012; il VakifBank è un po’ come una moglie con la quale mi trovo molto bene e che a tutt’oggi non ho intenzione ed idea di lasciare. E’ chiaro che il figlio Germania è cresciuto e omai può iniziare a correre con le sue gambe, ciò non toglie che non ho nessuna intenzione di non seguirlo, e le mogli si sa, si possono eventualmente cambiare. A tutt’oggi non ho intenzione di lasciare nessuna di queste due situazioni perché entrambe mi stanno dando grandissime gratificazioni professionali e umane, e soprattutto perchè convivono benissimo insieme; sia Germania che VakifBank non si ostacolano per niente, anzi, il più delle volte collaborano per permettermi di lavorare nel miglior modo possibile”.
I portali di tutte le società turche di volley da tempo danno per ufficiale l’arrivo di Massimo Barbolini il prossimo anno sulla panchina del Galatasaray Istanbul, questo ti fa pensare/sperare ad una tua possibile chiamata alla guida dell’Italia?
“So che Massimo ha intenzione di allenare anche in inverno, e non posso biasimarlo per questo essendo quello che io sto facendo da tanti anni, allo stesso tempo però il Pres. della Federazione italiana Carlo Magri è sempre stato molto chiaro nel non volergli concedere il doppio incarico, ovviamente rispetto le sue idee del tutto legittime, pur considerando che tante altri nazionali forti e vincenti come ad esempio Brasile, Serbia e Russia permettono di allenare anche un club. E’ ovvio che anche io leggo e sento quello che dice la gente, per me è già un onore che il mio nome circoli tra i possibili candidati. In questo momento mi trovo a ridosso dell’inizio dei play off scudetto con il VakifBank e a meno di 20 giorni dal primo torneo di qualificazione a Londra 2012 con la Germania, sarebbe per me non professionale e non intelligente spendere delle energie per qualcosa di ovviamente incerto in questo momento. Ho degli obiettivi troppo importanti da raggiungere in tempi brevi, come mio solito mi dedicherò anima e corpo per riuscire a conquistarli. Il giorno che, e se, mi dovesse arrivare la chiamata del Pres. Magri sarò ben felice di confrontarmi con la Fipav”.
Morale se dovesse arrivarti la chiamata dalla nazionale italiana cosa faresti?
“Ne sarei ovviamente orgoglioso ed onorato, sarebbe il riconoscimento dei tanti sacrifici che ho fatto in questi anni girando il mondo e cercando sempre di migliorarmi nella mia professione. La nazionale italiana femminile è indiscutibilmente una delle nazionali più prestigiose del mondo, nonché una delle più vincenti. E’ chiaro però che chi prenderà in mano questa nazionale dopo Londra, che sia lo stesso Barbolini o un altro, dovrà ricominciare un ciclo e dovrà cercare di ricreare quelle situazioni che hanno reso l’Italia così importante e riconosciuta nel mondo, senza però potersi avvalere di grandi nomi e grandi giocatrici di prestigio che, da quello che posso percepire, potrebbero chiudere con la maglia azzurra proprio dopo questa Olimpiade. Sono certo che, come mi è capitato con la Germania, chi dovrà iniziare un ciclo per tentare di renderlo vincente, si troverà di fronte ad un lavoro estremamente stimolante e gratificante ma allo stesso tempo molto duro”.
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