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Giuliani e Cuneo, le anime nere di Trento
Giuliani e Cuneo, le anime nere di Trento
di Adelio Pistelli
23/01/2011
Alberto Giuliani
Alberto Giuliani
Tre su tre. Cuneo alza la voce ancora una volta e spinge Trento dietro la lavagna. Per la terza volta.
Si racconta che un grande condottiero romano usava dire: "
Un avversario non va temuto, va compreso"
.
Alberto Giuliani
, condottiero della
Bre Banca Lannutti Cuneo
, non è romano, è nato tanti anni dopo l'Impero ma sembra avere doti che arrivano da lontano. Il tecnico dei campioni d'Italia sta diventando l'ombra nera di Trento perchè ha gradualmente compreso e mai temuto i campioni d'Europa. E' stato bravo a Bologna durante il
V-Day
, quando fece tornare in partita il suo team dopo il tremendo scossone del primo parziale poi, dopo aver vinto lo scudetto, ha completato il capolavoro "vivisezionando" gli avversari e mettendo ogni pedina al suo posto in una squadra che sembra non conoscere limiti quando dall'altra parte della rete ci sono i "cari nemici" di Trento. E anche a Verona, dopo il duo Bologna-Torino (
trionfo in Supercoppa
) una sola squadra in campo padrona e feroce ha confermato la sua superiorità su chi, adesso, dovrà fare un lungo e preciso esame di coscienza. La
Stoytchev-band
avràtempo
di ricaricare batterie mentali e fisiche ma intanto deve arrendersi
ad una certezza: in questo momento è inferiore a
Grbic e soci.
E qui entriamo in un tunnel già esplorato ma sempre e comunque con sempre qualcosa da scoprire. E' il regno di
Nikola Grbic,
il più grande palleggiatore al mondo, l'intelligenza al servizio della pallavolo. Il genio serbo dopo aver vinto il premio all'ultimo Mondiale (che ha sfilato all'ultima palla al suo grande rivale e amico
Valerio Vermiglio
), e dopo aver chiuso con la sua nazionale, ha deciso di lasciare la grande impronta con una società che l'ha fortemente riportato a casa, dietro le pressioni di Giuliani appena arrivato sulla panchina di Cuneo. E questo straordinario trentasettenne è diventato il braccio (e la mente) di una formazione dove forza mentale, agonistica, tecnica e tattica emergono anche e soprattutto nelle sfide più importanti. E non è certo un caso se Nikola vince dopo la sua
terza Coppa Italia (la quinta dei piemontesi)
anche il
premio come migliore della final four veronese
. Meritato ma che lui, intelligentemente e giustamente, dividerà con i suoi compagni magari lasciando un pezzettino di targa più grande
a Simone Parodi.
Il giovane schiacciatore forse non aveva bisogno di altre consacrazioni ma questa due giorni di Verona lo rilanciano perentoriamente. Pure in questa occasione numeri da record (ricezione positiva al 91% su 22 palloni) più un 59 in attacco che la dicono lunga sullo stato di grazia di questo stupendo prodotto del nostro volley. E intorno un gruppo di "vecchietti", come simpaticamente ricordava
capitan Wijsmans
alla vigilia della finalissima, che hanno confezionato l'ennesimo capolavoro nel giorno del tutto deciso o quasi. E' inutile ricordare, infatti, che l'ambiente regalava a Trento la massa dei pronostici lasciando pochissime chance a chi l'avesse incrociato. E invece c'è chi ha stravolto ancora una volta i piani trentini. Prestazione da incorniciare, insomma e la fatica diventa semplicemente un opzional per un gruppo affiatato e soprattutto amico. E questa ultima qualità, forse è un'arma in più di un team dove, come dice
il libero Henno,
"
quando tutti fanno il proprio compito, ci si diverte e si vince"
. E' andata proprio così: grande prestazione ed ennesimo trionfo contro avversari per la terza volta e in pochi mesi messi alle corde dopo essere stati strattonati agonisticamente e tatticamente nel corso di una partita che ha avuto sempre un solo padrone. E, adesso, alla prossima puntata.
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