Grbic e Kazan: "Stimolante"

di Adelio Pistelli

24/10/2013

Nikola GrbicNikola Grbic
Nikola Grbic
A fine gara aveva un diavolo per capello. Come dargli torto. Nikola Grbic ha sempre espresso classe, maturità, consapevolezza, determinazione. Così, dopo la 'scopola' di Champions League contro Macerata, al suo esordio europeo con il Kazan, non riusciva a nascondere rabbia e delusione. Passano gli anni ma era e resta un simbolo. Un giocatore che mancherà al nostro campionato. Dove ha giocato sino a pochi mesi fa. Era rimasto operativo anche dopo inizio ottobre 2010. Nikola Grbic è seduto sul podio del mondiale, consolato dal presidente della federazione serba. Ha appena vinto il bronzo (contro l’Italia): è stata l’ultima volta con la sua nazionale. "I miei compagni, mi buttarono in aria". Ottobre 2013, Grbic ha lasciato l'Italia ed il suo campionato da una decina di giorni. E' in Russia o meglio, adesso lo ritrovi a Macerata mentre palleggia, contro la Lube, con la maglia del Kazan. Il quarantenne palleggiatore serbo ne sta provando altre, impreviste. Appena arrivato in Kazan, subito la Supercoppa russa contro il Belgorod (e persa solo per colpa nostra) e ieri ha giocato con il suo nuovo team contro l’ex allenatore (Giuliani) e contro la Lube, una delle squadre più forti del nostro campionato. Un torneo che Nikola conosce da vent’anni. "Che ho lasciato, anche se ho quarant’anni, per una esperienza diversa e stimolante. Dal mio arrivo a Kazan, un mare di impegni, allenamenti a tamburo battente ma è chiaro che ci sono tanti automatismi da dover perfezionare. Non ho avuto il tempo di lasciare l’hotel, a Kazan ma presto dovrei prendere possesso di un appartamento ad una quindicina di minuti dal palasport. Quello nuovo, non quello dove giocai con Piacenza anni fa". E la nuova dislocazione coinvolge anche la sua famiglia… "Devo prendere delle decisioni con mia moglie. L’idea sarebbe che restasse a Cuneo con Matija. Fa la seconda elementare, si trova benissimo ma, del resto, proprio la fretta degli ultimi avvenimenti mi hanno costretto a soprassedere momentaneamente, a qualsiasi decisione personale". Invece la sua l’ha presa in poche ore… "Professionalmente era una irrepetibile opportunità. Mi stava chiamando una delle più grandi squadre del mondo. Ne ho parlato con i dirigenti piemontesi e, la trattativa è stata chiusa quasi subito. Sono molto motivato. Però, lo sapete: ho sempre detto che tutto ciò che hai fatto, anche arrivare ai risultati più belli, non può e non deve servire più di tanto, perché ogni volta devi dimostrare qualcosa in più soprattutto in volontà e motivazioni".
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