Gruppo di famiglia

di Luciano Pedullà

24/11/2012

Gruppo di famiglia
Giovanni ed Ettore, cugini e procrastinatori di una dinastia famosa nella pallavolo: la famiglia Guidetti. Senza volerlo i loro destini continuano a incrociarsi ma spesso per strade e percorsi opposti e a volte crudelmente diversi. Giovanni è figlio di Adriano, questo ormai lo sanno tutti, grande maestro della pallavolo nel vero senso della parola. Chi non è cresciuto con “Pallavolo agonistica e scolastica” alzi la mano! E’ stato uno dei capolavori della libreria volleistica nazionale, dove il prode Adriano aveva inserito tutto, ma proprio tutto del sistema d’insegnamento e di allenamento. Ettore è figlio di Paolino, consentitemi il vezzeggiativo perché così è sempre stato conosciuto nell’ambiente, grande allenatore che ha saputo coniugare il verbo vincere al maschile e al femminile ma sempre vicino a casa sua per crescere il proprio erede nel mondo a lui più affine. Giovanni proprio questa settimana è stato nominato nella Commissione Allenatori della Fivb, per intenderci quella in cui quando si insediò Velasco giustamente tutti i media sportivi esaltarono le qualità di questo allenatore Argentino cresciuto nell’Italico paese; Ettore proprio a inizio week end è stato sollevato dall’incarico di allenatore della formazione di A1 femminile di Urbino dopo la sconfitta patita con la squadra tedesca di Schweriner che nulla cambia nella stagione della squadra marchigiana. Il talento di questa famiglia si chiama passione, poi c’è chi riesce a coltivare e crescere le proprie conoscenze maggiormente. Giovanni per esempio ha saputo costantemente mettersi alla prova modificando il suo percorso attraverso l’esperienza della nazionale Italiana dove arrivò nemmeno trentenne a occuparsi del Club Italia. Il suo istinto però lo portò verso nuove conoscenze negli Stati Uniti, mettendosi per la prima volta in discussione. Quando riprese in mano la serie A1 a Vicenza fu un periodo discontinuo per la sua carriera passando dalle vittorie con il team veneto, all’esonero, dal fallimento della società di Firenze, al passaggio prima a Reggio Emilia (per lui tre panchine di A1 in un anno) alla nazionale Bulgara per poi consacrarsi dapprima con i successi di Chieri, poi con quelli della nazionale tedesca, presa nel 2006, infine emigrando in Turchia dove riuscì a consacrarsi Campione d’Europa con il suo club. Tutto questo non è bastato per ottenere la giusta considerazione nel suo Paese! Ettore, invece, ha patito l’accantonamento da parte della società di Urbino forse per giustificare l’incapacità della dirigenza della società marchigiana a realizzare anche in questa stagione un'altra compagine competitiva com’era riuscito negli anni passati. E’ il destino degli allenatori, dagli onori alla cenere, mai profeti in patria ma onorati all’estero dove è concesso di portare avanti propri programmi senza essere messi costantemente in discussione. La loro forza è quella di sapersi riprendere in ogni occasione e sempre con la forza del proprio lavoro. Intanto le nostre compagini continuano il confronto con la pallavolo estera in Champions mentre fa specie vedere un tabellone così poco qualificato nella Coppa Cev, una volta grande teatro d’incontri di spessore e di vittorie italiane. Villa Cortese e Busto Arsizio hanno posto le basi per il passaggio del turno, poi la Commissione Europea avrà facoltà di farle sfidare alla prima occasione di confronto diretto e magari anche quest’anno l’Italia riuscirà a presentarsi alla Final Four, probabilmente ancora a Baku sponda Rabita, con una propria rappresentante. In campionato, invece fa particolarmente piacere ammirare la formazione di Bergamo in testa alla classifica dopo il successo di Venerdì a Pesaro, magari per poche ore, ma la squadra orobica quando bisogna lottare c’è sempre!
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