I pesi della CoppaCampioni

di Simone Serafini

21/03/2012

I pesi della CoppaCampioni
Quando un Numero Uno capitola, la caduta è sempre un po’ più fragorosa. Normale quindi che si sono scatenate voci, grida e sussurri dopo la sconfitta di Trento in semifinale di CoppaCampioni. Capirai, poi contro la Dinamo Kazan, e allora le dietrologie su Juantorena e il suo, pare, futuro russo si sono sprecate. Ho sorriso a queste “chiacchiere da bar”, come mi piace definire queste quisquilie. La verità è semplice e chiara di fronte a noi. Trento è fatta di persone, e in quanto umane, possono anche perdere. Tra l’altro una semifinale di CoppaCampioni, mica il torneo all’oratorio. Tra l’altro contro una signora squadra, che poi ha vinto la CoppaCampioni, una signora squadra che ha giocato una grande Final Four. Il problema è che in questi casi si parte da un presupposto fallace, non si è obiettivi. L’abitudine, la monotonia dell’usuale (nel caso di Trento leggasi trionfare dappertutto) porta a rimarcare la vicenda “straordinaria”, nel senso di extra-ordinaria, cioè anormale, fuori dall’ordinario. Siccome Trento perde raramente, ogni qualvolta accade solleva degli “ohhhhh” di sorpresa, degli “hai visto? Trento ha perso” di incredulità. Accade solo ai numeri Uno, accade anche negli altri sport. Quando Federer regnò indiscusso (a.d. 2004-2008) faceva più notizia quando perdeva che quando inanellava successi su successi. E così per ogni “dittatore” in ogni disciplina tipo Alberto Tomba vent’anni fa, il Barcellona attuale nel calcio ma potrei fare infiniti esempi. Non so se qualcuno ricorda le 122 (centoventidue) vittorie consecutive di Edwin Moses, quattrocentista ad ostacoli statunitense degli anni ottanta. Inventò una tecnica nuova (13 passi tra un ostacolo e l’altro invece di 14) e imperò per oltre un decennio. Ovviamente ci si ricorda soprattutto della 123esima gara, quando fu sconfitto (arrivò secondo), anche perché esclamò: “mi sono tolto un peso”. Già, quello di essere “condannato” a vincere. Come se il Campione vincesse per volontà divina e non perché quasi ogni volta dimostra sul campo di essere il migliore. Di sicuro Trento un peso non se lo è tolto, avrebbe certamente preferito continuare la striscia vincente. Invece mi sa che un peso se lo è tolto Vermiglio, a leggere le sue dichiarazioni con la CoppaCampioni in mano. Di tutto si può dire di Valerio, ma non che sia franco e diretto.
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