Il commento alla 11a giornata di A1 femminile

di Maurilio Anfuso

10/11/2020

NELLA GIORNATA DEI TIE-BREAK VINCONO MONZA, NOVARA, PERUGIA E BERGAMO. TRENTO NON RIESCE NELL’IMPRESA
Undicesimo turno di campionato nel segno del tie-break, con l’unica eccezione della partita di lunedì tra Conegliano e Trento.
Partiamo proprio dal posticipo tra le venete e le giovani trentine. Le ragazze di Bertini possono poco contro il 56% d’attacco di squadra ed i 13 muri (5 per De Kruijf) fatti registrare da Conegliano. Premio MVP per Hill che, oltre ai 15 punti messi a segno, tiene alto il livello della ricezione con l’83% di positiva e il 58% di perfetta consentendo così a Wolosz di coinvolgere tutte le sue attaccanti, portando tutte le titolari a superare la doppia cifra di punti. Top scorer Egonu con 18 punti e il 52% di positività. Per lei in stagione la positività media in attacco è del 57,4%, cifre più simili a quelle di un centrale che attacca 10 palloni a partita, non certo di un opposto che attacca una media di 26,3 palloni a partita: impressionante! Trento prova a reggere l’urto con la coppia Piani e Melli rispettivamente 15 e 13 punti: ma se per la schiacciatrice la percentuale di positività in attacco sarà del 55%, per l’opposto ex Busto e Club Italia la positività registrata è del 35%, ma tra errori e murate subite (8 i muri subiti) l’efficienza scende al 14%. Trento può uscire a testa alta avendo portato a casa un set ad una squadra che negli ultimi anni ne ha concessi pochi a qualunque avversario.
La giornata è stata aperta invece dall’anticipo tra Casalmaggiore e Monza, due squadre che avevano bisogno di prestazione e risultato per diversi motivi. Alla fine Monza ottiene la sua prima vittoria in trasferta e si conferma squadra da tie-break, essendo quella che ne ha disputati e vinti di più (3 vittorie su 4). Partita equilibrata con Danesi e Begic a fare la voce grossa a muro (6 per la centrale e 4 per la bosniaca) e Van Hecke che mette a segno 20 punti anche se con percentuali non altissime (37% di positività e 22% di efficienza offensiva). La differenza per la squadra di Gaspari l’ha fatta il servizio, soprattutto nei momenti importanti degli ultimi due set. Tasto dolente invece per Casalmaggiore che, come analizzato in altri momenti, dal servizio non riesce a trarre i risultati sperati. La squadra di Parisi però lotta alla pari con Monza e finalmente rivede un po’ di luce da Montibeller sia per il rendimento (21 punti e 43% di positività in attacco) sia per l’atteggiamento in campo, dove  l’ho vista più leader e più presente rispetto alle ultime uscite. Partenio (che entra nella parte iniziale del primo set per un infortunio a Vasileva) gioca un’ottima partita, fedele alle sue caratteristiche: braccio veloce e colpi alti sulle dita del muro. Per lei saranno 23 punti e 41% di positività in attacco. Un altro dei problemi per la squadra di Parisi sono le tre rotazioni con Marinho in prima linea, bersaglio puntualmente cercato dall’attacco di Monza, e per Montibeller diventa difficile lasciare la posizione di difesa qualunque sia il posizionamento del muro, esponendosi così ai pallonetti (particolarmente richiesti da Gaspari alle sue durante la partita quando appunto Casalmaggiore si trovava con la palleggiatrice in prima linea). Qualche volta il coach di Casalmaggiore ha provato a spostare Marinho in posto 4 per il muro in fase break point, ma con scarsi risultati.
Vince all’esordio sulla nuova panchina Mazzanti, con Perugia che torna alla vittoria dopo più di un mese. A farne le spese è Brescia che, dopo aver rimontato dallo 0-2 e aver condotto per gran parte del 5° set, deve accontentarsi di un solo punto. L’atteggiamento di Brescia alla partita è stato buono, meno nella fase cambio palla (soprattutto in ricezione), ma attenta e precisa in contrattacco con Berti che mette a segno 7 muri e l’olandese Jasper che gioca una buona gara variando molto i colpi in attacco e chiudendo con 23 punti. Alla fine la maggior esperienza delle atlete di Perugia viene fuori, con Havelkova che parte forte (e che torna anche a usare la sua battuta spin invece che la float) e Aelbrecht che prende in mano la squadra nella parte finale e la trascina (e quando si parla della ragazza belga il termine trascina è usato in senso letterale) alla vittoria del quinto set. Per entrambe 18 punti a referto con Aelbrecht che sigla anche 5 muri.
Caterina Bosetti (in questo momento la miglior schiacciatrice del campionato, parere personale ovviamente) mette il suo timbro anche sulla vittoria casalinga della sua Novara contro una combattiva e mai doma Firenze. Le bisontine devono anche fare i conti con le assenze delle ex Alberti (problema ad un dito della mano sinistra) e Cambi (qualche linea di febbre e quindi lasciata per precauzione a casa), con  la cabina di regia affidata all’esperta giapponese Naoko Hashimoto. Anche Novara fa i conti con le assenze di Sansonna, sostituita da Napodano, e Chirichella in panchina ma non utilizzabile. Come detto protagonista della partita Bosetti con 23 punti e percentuali alte sia in attacco (49% di positività) che in ricezione (67% di positiva e 58% di perfetta), ma protagonista anche il servizio della squadra novarese con Micha Hancock (una delle migliori interpreti al mondo di questo fondamentale) che ne mette a segno 5 che, sommati ai 2 muri e ai 3 punti in attacco, fanno un totale finale di 9 punti personali, numeri non consueti per una palleggiatrice ma a cui la mancina americana ci ha abituato già altre volte in passato. Bene anche Bonifacio con 9 punti, frutto di 7 attacchi con il 70% di efficienza e 2 muri. Comprensibile invece la prestazione poco brillante di Smarzek dopo lo stop causa Covid. Firenze come detto subisce la giornata di grazia del servizio di Novara ma non molla e porta comunque a casa un punto, affidandosi al talento e all’esperienza della centrale olandese Belien, che sigla 17 punti con il 57% di efficienza in attacco. Buona anche la prestazione dell’altra centrale chiamata a sostituire Alberti, Fatim Kone: per la ragazza (classe 2000) cresciuta nelle giovanili del Lilliput di Settimo Torinese 9 punti di cui 2 muri e il 58% in attacco.
Bergamo ottiene una vittoria importantissima in casa contro Busto, soprattutto in una giornata dove anche le altre squadre impegnate nella lotta per la salvezza hanno fatto punti. Le varie vicissitudini di Busto dell’ultimo periodo sono sicuramente un fattore che non può passare in secondo piano, ma questo non toglie nulla ai meriti di Bergamo. Una squadra, quella bergamasca, a trazione laterale: degli 83 punti messi a segno da Bergamo (quindi senza considerare gli errori degli avversari) ben 67 sono stati siglati dal trio Loda, Enright e Lanier (rispettivamente 25, 18 e 24); la capitana di Bergamo è stata brava anche a tenere delle buone percentuali con il 50% di positività in attacco. Fenoglio (uno dei tanti ex della partita) ritrova Poulter e decide di metterla in campo dall’inizio. Gennari (altra ex) non è ancora al meglio e incappa in una giornata storta, anche in ricezione dove invece di solito difficilmente scende sotto un certo standard di rendimento (40% di positiva e 20% di perfetta). Al suo fianco gioca la canadese Gray che risponde bene alla chiamata in attacco con 25 punti e il 47% di positività, ma che è un bersaglio umano per il servizio di Bergamo, che la costringe a ricevere 46 volte con percentuali del 26% di positiva e 13% di perfetta. Visto quindi il dato della ricezione perfetta di squadra di Busto che si ferma al 21%, il peso dell’attacco oltre che su Gray è ricaduto, come spesso accade, su Mingardi che chiude con 24 punti, ma un’efficienza offensiva del 17%, potendo sfruttare poco il potenziale offensivo di Stevanovic che invece chiude con 11 punti di cui 4 a muro e il 70% di positività in attacco.
Sigla.com - Internet Partner