Il fascino discreto di Montreux

di Luciano Pedullà

03/06/2014

Il fascino discreto di Montreux
Chissà se si può dire che il Montreux Volley Masters sta alla pallavolo femminile come il Festival di Sanremo alla canzone? Sicuramente però ha un grande fascino! Una kermesse che si svolge dai primi anni ottanta presentandosi come Coppa delle Nazioni e conquistata dall’Olanda; in seguito dal 1988 diventò una manifestazione di livello mondiale e vide successi a ripetizione della Nazionale Cubana, ben nove volte sul gradino più alto, che si presentò nei primi anni con le giovani Mireya Luis e Regla Torres. Poi i primi passi di Lo Bianco, Cardullo e Anzanello, con le prime vittorie sulla Russia, quando per diventare grandi bisognava battere i Grandi. Da allora su venticinque edizioni solo quattro successi europei l’ultimo dei quali nell’edizione di quest’anno ad opera della Germania. Quella di quest’anno è stata una manifestazione interessante e qualificata, molto probabilmente anche perché gli organizzatori hanno chiesto alle rappresentative Nazionali di non effettuare la solita passerella di giovani speranza che spesso avevamo osservato nelle ultime tre – quattro stagioni. E’ stato un peccato, in tal senso, non vedere la Nazionale Italiana al via, confrontarsi con quelle squadre che verranno al Mondiale di casa nostra, cosa che avrebbe fatto una buona pubblicità alla manifestazione che inizierà a settembre ma, soprattutto, dando spazio a qualche giocatrice che avrebbe bisogno di stare in attività almeno per un altro paio di mesi dopo la fine del campionato. E’ curioso, infatti, osservare come Barcellini e Camera, per fare due nomi, la scorsa stagione impegnate allo sfinire per tutta l’estate, stiano “ferme un giro” perdendo l’occasione di proseguire nel processo di qualificazione e tenendole costantemente a disposizioni per le prossime stagioni. Ne sa qualcosa la stessa Germania che in questi anni in quanto a programmazione ha fatto il massimo che si potesse credere e che dopo il meritato successo al Torneo in Svizzera sarà impegnata in European League con alcune tappe nella stessa Germania, alternando alle giocatrici più esperte le giovani che ancora devono essere rodate. Cosa che ha fatto anche a Montreux dove ha presentato Kozuch e Brinker in gran spolvero e una Weiss che non è parsa nemmeno la lontana parente della giocatrice vista quest’anno a Bergamo, ma che ha saputo regalare palloni rapidi e precisi alle giocatrici di banda, ignorando però sempre un pò troppo le centrali, adatte solo per il …muro. Altrettanto veloce e interessante la palla che le registe degli Stati Uniti hanno proposto alle proprie attaccanti anche quando la ricezione tendeva a staccarsi dalla rete. In finale, contro le giocatrici dirette da Guidetti, Thompson non ha regalato sprazzi di precisione, così che la formazione guidata da Kiraly è dovuta soccombere davanti agli avversari, pur mantenendo un livello di gioco interessante alternando alle giovani altre giocatrici più esperte, dalla stessa regista, a Davis e a Richard, passata da Conegliano e Piacenza, e oggi meglio conosciuta come Hildebrand. Per il resto una Russia che ha mostrato giovani interessanti e capaci di mettere in difficoltà forti compagni come la Cina, molto farraginosa nel suo gioco generalmente più fluido, e il Brasile dimostratosi in grossa difficoltà in ricezione dove Natalia è stata molto imprecisa e insicura trasmettendo questa sensazione alle sue compagne di fondamentale, anche quando questa si chiamava Jaqueline. La Rep. Domenicana e la Cina sono ancora vittime della cultura della propria pallavolo chi per la sola propensione all’attacco che per quella in difesa e la nota tecnica più interessante fatta vedere dalla compagine nipponica è stata la battuta a bilanciere con rotazione e traslocazione utilizzata da Uchiseto. Ultima la Svizzera il cui impegno per diventare squadra importante nel panorama europeo è comunque da apprezzare molto. Au revoir Montreux à l’année prochaine!
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