Il saluto a Bebeto di Stefano Lavarini

14/03/2018

Bebeto con Stefano LavariniBebeto con Stefano Lavarini
Bebeto con Stefano Lavarini
Davvero suggestivo il saluto riservato a Bebeto sul suo profilo Facebook da Stefano Lavarini, ex allenatore della Foppapedretti Bergamo e adesso allenatore del Minas (è il primo tecnico italiano a sedere sulla panchina di una squadra di pallavolo femminile brasiliana).
Oggi Stefano si è recato alla camera ardente di Belo Horizonte per dare l'ultimo saluto al grande Paulo Roberto de Freitas, per tutti Bebeto. Ha incontrato tanti vecchi compagni squadra di Bebeto, tanti suoi ex giocatori ed amici, tra questi Andrè Heller, per anni centrale della nazionale verdeoro vincitutto. La salma di Bebeto è volata a Rio de Janeiro dove nei prossimi giorni si svolgerà il funerale.
Questo il post di Stefano Lavarini.
Tra quattro giorni ci sarà gara due dei quarti. Molto probabilmente dopo la partita avrei potuto godermi un'altra chiacchierata, o cinque minuti in un angolo sulle tribune, o due ore alla Jacinta con qualche birra. Non sarà così. E' inutile ripetere cosa hai rappresentato per la pallavolo mondiale, lo sanno tutti. Né posso dire di aver conosciuto profondamente l'uomo. Io posso solo ripensare all'orgoglio che ho provato il giorno in cui hai voluto conoscermi, mentre tornavo a casa tronfio. Finito il pranzo ci avevano lasciati soli, e siamo rimasti seduti al ristorante per due ore. Nonostante tu avessi degli impegni istituzionali importanti, approfittavi del tuo status per rimandare l'appuntamento con il tuo autista a più riprese, perché ti divertiva quella sorta di confessione o esame. Mi hai studiato un po', ma poi ho percepito che mi stavi concedendo la tua benedizione. In quei pochi metri verso casa saltellavo come un bambino: un mostro sacro della pallavolo mi aveva confermato che anche in un contesto così nuovo e diverso per me, di fronte ad una sfida così grande, avrei solo dovuto fare il mio lavoro come lo sapevo fare, "a modo mio", rappresentando me stesso, ("tanto il sedere è il tuo", giusto per citarti). Purtroppo le occasioni in cui ho potuto confrontarmi con te sui "massimi sistemi" della pallavolo sono state davvero troppo poche, ma le custodirò gelosamente. Così come il ricordo di quando mi stavano rovesciando una bottiglia gelata di champagne in testa la sera del sudamericano, e per vendicarmi della tua risata, mi sono permesso di metterti le mie mani fradicie in testa e sulla giacca, senza che la cosa ti desse il benchè minimo fastidio. Quelli come te conoscono bene il valore di quei momenti e non li turberebbero con una smorfia, nemmeno se sono di proprietà altrui. Beh, è stato il mio modo di ringraziarti, per il poco-tanto che mi hai potuto ispirare. Gelosamente volevo custodire anche questa foto di quel pranzo, ma oggi ho cambiato idea, preferisco condividerla e gasarmi del fatto che ho incrociato il tuo cammino. Grazie ancora maestro, forse ci rincontreremo... che la terra ti sia lieve...
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