Il sogno tricolore di Cuneo diventato realtà

09/05/2010

Wout Wijsmans bacia il Trofeo Tim davanti al presidente Valter LannuttiWout Wijsmans bacia il Trofeo Tim davanti al presidente Valter Lannutti
Wout Wijsmans bacia il Trofeo Tim davanti al presidente Valter Lannutti
Cuneo è campione d’Italia, complimenti vivissimi. E applausi anche a Trento, degnissima co-protagonista di un formidabile evento come il V-Day di Bologna: 8.000 tifosi correttissimi, vanto della nostra pallavolo, 227.000 euro di incasso, record assoluto del nostro volley. Questa ennesima scommessa è dunque stata vinta, regalando una pagina bellissima e indimenticabile per tutti quelli che hanno avuto la fortuna di gustarsela in prima persona. Il cielo è davvero sempre più blu, come cantavano i tifosi piemontesi domenica sera sulle note di Rino Gaetano prima di portarsi a casa sul loro pullman il Trofeo Tim.

UN SOGNO INSEGUITO VENT’ANNI. Cuneo ha inseguito per due decenni questo obiettivo, costruendolo mattone su mattone, con sagacia e tenacia, passando da tanti successi in Europa (6 Coppe in bacheca) e tanti trofei collezionati nel tempo (4 Coppe Italia, 3 Suprcoppe Italiane). Mancava però il momento più importante, più prestigioso: lo scudetto. Adesso è finalmente arrivato. “Era ora” è stato il commento che ho sentito ripetere mille e mille volte al Futurshow Station di Casalecchio di Reno, tempio del basket ma questa volta teatro di un appuntamento con la storia pallavolistica. Ricordo come fosse ieri le prime partite di Cuneo in serie A nella tenda da circo, la nascita del palasport, un fenomeno che contagiava un’intera città e la Provincia Granda, la passione infinita di Bubo Fontana e di Ezio Barroero, i due primi presidenti, le due finali perse con Treviso nel 1996 e nel 1998, il rischio di chiusura solo di pochi mesi fa, dopo che il presidente Lannutti aveva detto chiaramente che la situazione era pressoché proibitiva e pertanto non ce l’avrebbe fatta a proseguire questa sua avventura. Per fortuna le istituzioni e qualche amico gli sono state vicine e come per magia il timore di chiusura si è trasformato nella gioia più bella, quella tricolore. Che ha scatenato canti e balli al palasport e caroselli festosi per le vie del centro. E’ giusto e bello così, anche per la pallavolo, che ha una capitale nuova, la quinta città tricolore nelle ultime cinqueo stagioni. Meglio di così…

LA FORZA DELLA TENACIA. Cuneo scudettata dunque dopo Macerata, Treviso, Trento e Piacenza. Una vittoria fortissimamente voluta e tenacemente costruita nel corso di una partita iniziata tutta in salita: pronti via e i campioni d’Europa si sono imposti 25-14 con botte pazzesche in battuta. Alberto Giuliani, il tecnico che con questo successo entra con merito nel novero dei grandi, ha però catechizzato a dovere i suoi giocatori: state calmi, non è successo nulla, la sfida vera inizia adesso. E così è stato. Palla su palla, la Brebanca Lannutti ha iniziato a macinare gioco, trascinata da quel formidabile alzatore che corrisponde al nome di Nikola Grbic: intorno a lui tutta la squadra ha iniziato a girare a meraviglia, e Trento pian piano si è innervosita e disunita. Fantastico Nikolov, principale terminale offensivo dei piemontesi, l’ex che ha fatto ancora una volta la differenza (gira e rigira la diffenza la fa sempre l'asse palleggiatore-opposto), assolutamente straordinario il libero francese Henno, una macchina perfetta in seconda linea, bravissimo Mastrangelo a muro (un altro che pareva aver chiuso con il volley di vertice assoluto prima di essere ripescato durante l’estate dal dg Marco Pistolesi), finalmente concreto in una partita importante capitan Wout Wijsmas (italiano do 11 anni nel nostro Paese), sempre lucido Simone Parodi, premiato alla fine meritatamente Mvp del match. Sono sinceramente felice per lui, anche in chiave azzurra, e glielo ho detto con piacere alla fine della baldoria: se lui giocherà così, l’Italia può andare avanti assai nel prossimo Mondiale.

LA PALLAVOLO DEI MOSTRI. Ho visto una partita da bordo campo come non mi capitava da tantissimi anni: di solito la vivo dalla postazione commento (da circa 25 anni...), e stavolta ho potuto apprezzare molti particolari da una prospettiva diversa. Avevo vicino il presidente federale Carlo Magri, uno che di volley giocato ne capisce, e il direttore generale del Mondiale maschile Francesco Ghirelli, al quale brillavano gli occhi nella speranza di rivivere momenti come quello regalato dal V-Day durante la prossima rassegna iridata. Ho parlato con tanti amici (che ringrazio per la simpatia riservatami) tra cui Shasha Shadchin, grande centrale ucraino arrivato a Modena all’inizio degli anni 90 (poi campione d’Italia a Treviso nel 1996), letteralmente stupito per la qualità del gioco espresso in campo, per la potenza delle battute e degli attacchi: “Questa è la pallavolo dei mostri” mi ha ripetuto ad un certo punto, sottolineando che molti dei protagonisti della sfida scudetto li ha visti molto migliorati rispetto ad un passato recente. Se lo dice lui, c’è da fidarsi…

LA GRANDE FESTA. E’ stata quella che ci ha regalato nel suo insieme il V-Day, a conferma di quanto vivo e vero sia il nostro movimento, nonostante i tanti casini che lo tormentano. Ottomila tifosi festanti ma nel contempo corretti sono quasi un’anomalia nel panorama sportivo odierno in Italia. E invece è andata proprio così, con tante coreografie sugli spalti e un fiume di persone riversatasi sul campo alla fine per abbracciare i proprio beniamini. Senza che sia accaduto nulla, in un bellissimo mix di appassionati e giocatori, dirigenti e giovani. Con i sostenitori di Trento visibilmente delusi ma pur sempre corretti ad applaudire i protagonisti, ammetteno che questa volta gli avversari erano stati superiori (ne ho sentiti molti con le mie orecchie). Che patrimonio incedibile ha il nostro sport. Spesso purtroppo ce lo dimentichiamo, e sbagliamo di grosso.

TRENTO RIMANDATA. La squadra di Rado Stoytchev ci ha provato fino alla fine ma aveva visibilmente finito la benzina. Ha iniziato a 200 all’ora grazie alle bordate di Kaziyski e di Juantorena, ma alla fine non ce l‘ha fatta a reggere il ritorno di Cuneo, e non solo per colpa del suo secondo palleggiatore Zygadlo, chiamato a sostituire ancora una volta l’infortunato Rapha. Trento chiude dunque la stagione fallendo il grande slam, ma con tre brillanti trionfi al Mondiale per Club a Doha, in Coppa Italia a Montecatini e alla Champions League a Lodz, mentre l’appuntamento con il tricolore deve rmandarlo ancora una vola, come ha fatto dodici mesi addietro con Piacenza. Questa volta a festeggiare è invece con merito Cuneo, che ha fatto bis dopo il successo in Coppa Cev.

LANNUTTI PRESIDENTE DI LEGA? E adesso per il presidente cuneese Valter Lannutti, terminati i festeggiamenti (martedì sera grande baldoria in piazza) potrebbe arrivare un’altra carica, quella di numero uno della Lega Pallavolo maschile, dopo che Claudio Sciurpa ha rassegnato le dimissioni conseguentemente al caos fatto scoppiare dai suoi giocatori in merito agli stipendi non pagati. In verità il suo nome era saltato fuori a più riprese in epoca recente, ma aveva sempre declinato l’invito di quanti glielo avevano proposto (ha fatto il vicepresidente). Questa volta però si preannuncia una ventata di novità in Via Rivani... Ma di questo parleremo un'altra volta, smaltita la sbornia tricolore. 

Buona pallavolo a tutti! E a Bologna è stata davvero buona pallavolo…

P.S.
Giovedì scatta la finale del campionato femminile, una finale inedita tra Villa Cortese e Pesaro, con le campionesse d'Italia che iniziano giocando in casa le prime due partite (giovedì sera ore 20.00 in diretta su Sky Sport2): l'Mc-Carnaghi ha messo fuori gioco Bergamo 3-1, altrettanto ha fatto con Jesi la Scavolini, alla terza finale consecutiva. La sfida per il tricolore è giocata al meglio delle cinque partite, e regalerà emozioni e spettacolo, potete starne certi. Quasi tutti quelli che sentito pronosticano tricolore la squadra dove gioca Tai Aguero, io non ne sarei così convinto: come sempre sarà il campo ad emettere il suo verdetto inappellabile.

2°P.S. Roma si è aggiudicata il primo atto della finale dei play off promozione superando 3-1 Crema e mercoledì sera cercherà di centrare il ritorno in A1 (diretta alle 20.30 su SnaiSat). Giovedì sera invece al PalaPanini di Modena sarà in scena il secondo atto della finale femminile tra Carpi e Parma, che ha vinto gara1 per 3-0 iniziando nel modo migliore il cammino verso una storica promozione.
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