Irregolarità mestruali e atletismo

Dr Cristani Alessandro Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico di Modena

18/02/2010

Irregolarità mestruali e atletismo
Come abbiamo visto nel precedente articolo le irregolarità mestruali si riscontrano molto più frequentemente tra le atlete che nella popolazione normale (1). Queste sono di diversi tipi: l’amenorrea (assenza del flusso mestruale) primaria e secondaria, l’oligomenorrea (riduzione del flusso), il menarca (prima mestruazione) ritardato, l’accorciamento della fase luteale ed infine la non ovulazione (infertilità) (2). Inoltre questa patologia è più spesso presente in chi fa tipi di sport in cui, per ottenere buone prestazioni, è necessario avere un corpo snello (1). Per raggiungere questo obiettivo alcune atlete seguono diete ipocaloriche al fine di ottenere una perdita di peso corporeo e di grasso in particolare; questa impostazione, se eccessivamente restrittiva, può condizionare la regolarità del ciclo, con possibili conseguenze negative per la salute.
Nel merito, due sono gli studi di riferimento; il primo (3) è stato eseguito su una ampia campionatura di atlete di elite norvegesi consultate con un dettagliato questionario.
Ecco le conclusioni a cui gli Autori sono giunti:
a) nelle atlete l’età della comparsa del menarca è significativamente aumentata;
b) la presenza di amenorrea primaria è maggiore nelle atlete rispetto ai controlli;
c) la percentuale di atlete con disfunzioni mestruali è più alta negli sports che enfatizzano un corpo snello e\o con un peso controllato rispetto a quelli che non richiedono questi accorgimenti.
Nel secondo (4), eseguito negli USA, su 23 giovani giocatrici di elite di volley sono stati valutati lo stato nutrizionale, i comportamenti alimentari, le caratteristiche del ciclo. I risultati forniscono le percentuali di atlete interessate dalle disfunzioni: l’ amenorrea era presente nel 17%, l’oligomenorrea nel 13%, le irregolarità mestruali nel 48%. Contestualmente l’analisi nutrizionale rilevava una assunzione inferiore, alla RDA consigliata, per folati, ferro, calcio,magnesio e zinco; inoltre in quasi il 50% delle giocatrici veniva evidenziata una carenza anche per le vitamine del complesso B e per la vitamina C.

Questi dati vanno interpretati constatando che una volta che l’atleta si è inserita, per acquisire e mantenere un corpo snello, nella logica “allenamenti intensi + dieta restrittiva” il rischio è quello di scivolare verso una situazione pericolosa per la salute. Infatti si può instaurare la combinazione “perdita di peso + irregolarità mestruali” predisponente allo sviluppo della “TRIADE delle ATLETE FEMMINE“ costituita da: disordini alimentari, amenorrea e osteoporosi, in cui l’elemento predominante è l’adattamento ad un bilancio calorico negativo (The American College of Sports Medicine,1997). Questa sindrome le rende suscettibili ad andare incontro a fratture da stress (5) con un rischio relativo che è da due a quattro volte superiore a quello delle colleghe eumenorroiche(6); inoltre, se l’interruzione del ciclo è prolungata, è in agguato la demineralizzazione ossea con conseguente predisposizione alla osteoporosi prematura.
La terapia della triade richiede un intervento multidisciplinare (medico generale, nutrizionista, psicologo) (7) tenendo presente che la pillola contraccettiva può essere protettiva verso questo tipo di patologia. Attualmente non vi sono ricerche che documentino l’effetto della integrazione calcica in questi soggetti; tuttavia si ritiene che l’assunzione di 1500 mg\giorno di calcio sia consigliabile nelle atlete amenorroiche (8).
Infine una raccomandazione: i disturbi mestruali e la “triade delle atlete femmine” non vanno usati come un motivo per sconsigliare la pratica atletica alle donne; fare attività fisica è un grande bene per la salute psico-fisica di tutti, ovviamente se fatta in modo appropriato e con gli opportuni controlli. La triade può essere prevenuta! sta ai medici dello sport garantire che questo accada sia dando precise informazione alle atlete a partire dalla pubertà che eseguendo screening accurati durante le stagioni agonistiche.

BIBLIOGRAFIA

1) Warren MP, Shantha S. The female athletes. Baillieres Best Pract Clin Endocrinol Metabol 2000;
14(1):37-53.
2) Loucks AB. Effects of exercise training on the menstrual cycle: existence and mechanisms. Med
Sci Sports Exerc.1990;22:275-80.
3) Torstveit MK, Sundgot-Borgen J. Partecipation in leanness sports but not training volume is
associated with menstrual dysfunction: a national survey of 1276 elite athletes and controls.
Br J Sports Med. 2005;39(3):141-7.
4) Beals KA. Eating behaviours, nutritional status, and menstrual function in elite female adolescent
Volleyball players. J Am Diet Assoc.2002;102(9):1293-6.
5) Nattiv A, Armsey Jr TD. Stress injury to bone in female athlete. Clin Sports Med 1997;16:197-
224.
6) Bennel KL, Malcon SA: Risk factors for stress fractures in female track-and-field athletes: a re-
trospective analysis. Clin J Sport Med 19955:229-35.
7) Mendelsohn FA, Warren MP: Anorexia, Bulimia, and the female athlete triad: evaluation and
management. Endocrinol Metab Clin North Am 2010;39(1):155-167.
8) Myburgh KH, Hutchins J. Low bone density is an etiologic factor for stress fractures in athletes.
Ann Int Med 1990;113:754-9. 
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