Istanbul caput mundi

di Luciano Pedullà

20/03/2011

Giovanni Guidetti, allenatore del Vakifbank Gunes SigortaGiovanni Guidetti, allenatore del Vakifbank Gunes Sigorta
Giovanni Guidetti, allenatore del Vakifbank Gunes Sigorta
Dopo il campionato mondiale per club, la Turchia porta a casa anche la Champions League femminile, il titolo europeo per società. Questa volta è stato il Vakif Gunes, la squadra di Giovanni Guidetti, a conquistare il successo, battendo nei preliminari il favorito Fenerbahce e in finale le azere di Baku. Due gare perfette che hanno esaltato il gioco della formazione del tecnico modenese, senza possibilità di appello: chi ha espresso più spettacolo in questa finale, meritando il titolo, è stata la squadra di Guidetti, perfetta in tutti i fondamentali. Il Vakif Gunes ha messo in mostra un grandissimo sistema di difesa, uno dei fondamentali più curati dall’allenatore italiano, fatto di tre giocatrici a muro in zona 4, anche su palloni non sempre scontati, con grande apporto del Libero in zona 5 ma anche delle giocatrici meno portate, generalmente, in questo fondamentale, da Bahar a Nikolic. La giocatrice serba, insieme a Glinka, ha inanellato un numero incredibile di punti, con schiacciate decise, e aggressive, come l’allenatore chiedeva per tutta la gara, sia dalla banda sia da seconda linea, con una capacità di adattamento irreprensibile alle non grandissime doti in palleggio dell’alzatrice della squadra Ozge. Lei e sua sorella Gozde hanno giocato con incredibile umiltà ma altrettanta determinazione ed è stato molto bello e significativo vedere volare l’opposta gemella per chiudere l’ultimo attacco, che ha dato la vittoria contro Baku ed il titolo Europeo. Il Vakif Gunes ha lavorato in queste ultime stagioni senza grandi proclami, arrivando a giocarsi la finale di Coppa di Turchia e la finale del campionato, perdendoli ma, senza polemiche e drammi, continuando ad avere fiducia sul telaio della squadra e soprattutto sul tecnico della precedente stagione. Giovanni Guidetti, secondo me, è “l’MVP” della manifestazione: ha preparato magistralmente le due gare, in modo particolare quella con il Fenerbahce, ha orchestrato le giocatrici in campo con il suo solito atteggiamento, caloroso e combattivo, ha dato suggerimenti prima e durante la gara per permettere alla battuta, non solo di essere incisiva, mandando in tilt le giocatrici di riferimento delle squadre incontrate (Glass ne sa qualcosa), ma all’opera anche di obbligare la palleggiatrice a scelte che hanno avvantaggiato il rapporto muro e difesa, generando in due gare 30 muri ad avversari che non sono riusciti a raggiungere il misero 40% d’efficienza in attacco. Complimenti Giovanni! Pesaro è uscita malconcia da questa finale, con un insoddisfacente quarto posto, figlio dei problemi portati dall’incomprensibile abbandono di Hooker, ma anche da un poco felice approccio alla semifinale con il Baku troppo bravo in ricezione, rispetto i suoi reali meriti. La battuta di Pesaro è mancata in assoluto di efficacia e non ha saputo mai mettere alla frusta la squadra di Brdjovic concedendo il lusso, alla palleggiatrice Zhukova, di distribuire il gioco in fase ricezione alternando tutti i propri attaccanti e coinvolgendo Mammadova soprattutto sulle palle di contrattacco, e ottenendo un misero bottino a muro. Peccato! La formazione Campione d’Italia sarà chiamata a una veloce riscossa nel nostro campionato dove, anche per tornare la prossima stagione protagonista in Champions, tenterà di mettere in bacheca un altro prezioso scudetto. Un ultimo asterisco sulla Champions League: 12.600 spettatori per le due gare del Vakif Gunes. Istanbul vuole diventare capitale della pallavolo femminile: l’Europa è avvisata!
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