Italia-Australia senza Kovar. E il Brasile....

di Adelio Pistelli

17/07/2014

Italia-Australia senza Kovar. E il Brasile....
Subito da casa Italia: la risonanza magnetica effettuata sul ginocchio sinistro di Jiri Kovar, infortunato nel terzo set della gara vinta contro gli Stati Uniti di mercoledì sera, ha escluso lesioni gravi. Punto di partenza importante per la nuova delicata situazione fisica dello schiacciatore azzurro di Macerata che, adesso, sarà costantemente seguita nei giorni che verranno. Però, intanto, c’è una inevitabile certezza: Kovar non giocherà la seconda sfida dell’Italvolley di World League di stasera (venerdì) contro l’Australia. Una squadra questa, allenata dall’argentino Uriarte (ex Vibo) che fa tenerezza nella sua semplicità ma, di contro, guadagna simpatie per la determinazione che emerge su ogni pallone, anche il più difficile. Poi, c'è l'entusiasmo che regala tranquillità e certezze nel bel mezzo di una Final Six, dove per l'Australia tutto sembra scontato ma Zingel (centralone di Verona) e compagni vanno sottorete con la voglia matta di provare a rovesciare ogni pronostico. "Quanto è stato fatto ci regala soddisfazioni – diceva il tecnico argentino dell’Australia pochi minuti prima della sfida agli Stati Uniti – ma in questa magica passerella di Firenze, dobbiamo provare a confezionare il meglio". E già vedere il libero degli australiani, Luke Perry, appena diciottenne, è qualcosa in più nell’agenda delle soddisfazioni tecniche che stanno inorgogliendo la pallavolo australiana. Poi, a Firenze, ogni pronostico sarà anche rispettato (prevista sconfitta con gli Usa: 3-1) come quella che dovrebbe arrivare contro l’Italvolley. Però, Uriarte sa bene che questa esperienza porterà solo benefici al suo team. Che, intanto, strappando il primo set agli americani, potrebbero aver già promosso gli azzurri alle semifinale a prescindere di quanto (e malauguratamente di brutto) dovesse accadere nella sfida di domani sera degli uomini del Paese dei canguri proprio contro l’Italia.
Già, i verdetti: decisiva e tanto, tanto interessante è la sfida tra il Brasile e Iran di domani (venerdì) pomeriggio che potrebbe mandare a casa anzitempo la Russia. Muserski e soci, infatti, hanno alzato bandiera bianca contro i sudamericani davanti agli stessi iraniani presenti sulle tribuna del Mandela Forum.
E, adesso, con l’eventuale sconfitta del Brasile, contro gli iraniani, sarebbero e clamorosamente gli uomini di Voronkov a lasciare anzitempo Firenze. Ci vorrà una sconfitta della ‘Selecao’, dicevamo, un risultato che appare difficile dal realizzarsi solo seguendo le diverse forze in campo e l’attuale (e migliore) modo di giocare dei brasiliani Però le ombre di un recente passato aprono, almeno per un attimo, dubbiose idee su quanto è già successo negli anni duemila. Il Brasile è stato protagonista in negativo, per come ha concretizzato volutamente situazioni tecnico tattiche sottorete mirate, appunto, a determinare risultati utili alla causa brasiliana in prospettiva. Stavolta magari non succederà. Però quanto avvenuto alle Olimpiadi di Atene 2004 (contro gli Stati Uniti) o magari al mondiale italiano del 2010 (contro la Bulgaria) sono macchie irreversibili per il team di Bernardinho. Una formazione che - è una grande speranza - dopo aver scacciato la paura di non partecipare alle fase finali di World League (ci sono volute le due recentissime vittorie contro l’Italia, ricordate?) stavolta penserà solo a giocare e divertire, una binomio in sinergia, che al Brasile viene naturale seguendo il palleggiatore Bruno. Contro i russi, il geniale regista che per fortuna arricchirà ancora il prossimo campionato di A1, ha divertito, inventando geometrie per i suoi compagni e facendo impazzire il muro avversario.
Un Brasile, dopo la vittoria con i russi, ha voglia e può di arrivare primo nel suo girone (per evitare la semifinale probabile con l’Italia) e tutto ciò potrebbe accadere anche perdendo 3-2 contro l’Iran…
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