Julio Velasco diventa... profeta in patria

di Adelio Pistelli

29/06/2013

Julio VelascoJulio Velasco
Julio Velasco
Il tempio del volley diventa, ancora una volta, casa Velasco. Il tecnico italo argentino dei grandi successi modenesi, il ‘Re Mida’ del volley nazionale, da uno schiaffo al tempo che passa e, in un paio d’ore riporta tutti i dietro di trent’anni. Rieccolo urlare di gioia, lanciato in aria dai suoi giocatori, proprio come quando vinceva scudetti senza soluzione di continuità nell’impianto modenese. Stavolta vince una sfida, soprattutto, ricca di significato. Vince davanti ai suoi ex tantissimi tifosi – che lo acclamano a lungo prima del match –; vince davanti ai suoi nuovi tifosi: ma sono quelli iraniani. Tutto vero: i muscoli, la determinazione, la grande voglia di crescere di chi arriva da Teheran e dintorni, producono una nuova giornata di gloria per un tecnico che, per una sera, diventa profeta in Patria.
E sì. Julio non l’ha mai nascosto: Modena è la sua seconda città, l’Italia la sua seconda Patria e, va da se immaginare ciò che sta provando questo allenatore ancora e sempre sulla cresta dell’onda, a prescindere. I suoi attuali giocatori gli riconoscono carisma e maestria e, ogni suo consiglio è legge per chi va sottorete sapendo di dover fare, in questo momento, soprattutto esperienza, nel bel mezzo di un progetto che racchiude crescita con corredo di qualche splendida soddisfazione. Come quella arrivata contro l’Italvolley, un team che ha sofferto, arrancato, rialzato la testa ma che ha provato fondamentalmente a rovesciare un match sempre in salita, affidandosi solo e sempre ad Zaytsev Ivan, detto lo Zar.
era nelle migliori condizioni, per quella caviglia malandata, brutto ricordo della seconda trasferta russa; magari la notte porterà un po’ di dolore al martellone degli azzurri che ha chiuso con il 53% offensivo in soli due set. Ma quanto visto nella prima sfida all’Iran, fa capire che dolore e rischio (che avevano fermato in panca lo schiacciatore devono diventare inevitabili compagni di viaggio del giocatore, se l’Italvolley, domenica ( a Sassari) vuole ricacciare indietro gli iraniani. E’ Zaytsev l’unico a far deviare la rotta di una qualsiasi partita, come è successo in diverse precedenti sfide di World League. Una manifestazione dove, da stasera trova spazio, e forse definitivamente , anche l’Iran di Julio Velasco. Mousavi e compagni hanno fato capire, che in questa pallavolo moderna niente è impossibile anche se tecnica e tattica sono ancora materiale acerbo in casa iraniana. Ma è qui che entra di getto il carisma e la sapienza di Velasco. Con lui l’Iran ha vinto i Giochi Asiatici, ha sfiorato la partecipazione ai Giochi di Londra 2012, è arrivata alla sua prima storica World League vincendo, intanto, due sfide contro Serbia e Italia che, di fatto, fanno già stilare splendidi bilanci.
I tifosi: erano oltre settecento, arrivati da po’ dovunque. Non hanno mai smesso di incitare i loro i eroi e lo hanno fatto soprattutto nel quarto set, durante trentotto minuti ricchi di pathos, di adrenalina allo stato puro e dove, anche gli errori hanno avuto un peso decisivo nel capitombolo (il primo stagionale) dell’Italvolley. Una sconfitta che pesa, che disturba ma che può, anzi deve, insegnare. E nella serata del previsto (perché non dirlo?) definitivo lancio verso le finali argentine, troppe cose invece non sono andate come avrebbero dovuto. Errori, confusione tattica, ricezione, che ha accusato pesantemente le mani pesanti dell’Iran (9 ace della Velasco band) nel bel mezzo di un a partita ricca di agonismo e anche tanto, troppo nervosa. E finita con Velasco che urlava la sua gioia, proprio come accadeva a metà degli ottanta dentro il Tempio del volley, , proprio come accadeva con la sua irrepetibile Generazione dei Fenomeni .
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