"La chimica"

di Andrea Anastasi

12/10/2005


Quando si costruisce una squadra si tengono presenti mille fattori per cercare di ottenere l’equilibrio necessario dal punto di vista tecnico e psicologico. Alcune variabili possono però incidere in modo determinante nella creazione del gruppo stesso e queste sono riconducibili alla chimica di squadra, alla capacità cioè dei vari componenti del team, di integrarsi tra di loro condividendone gli obbiettivi.

Guardando all’inizio di questa stagione la prima cosa che risulta evidente è il grande avvio di alcune squadre. Tra tutte Trento, che nel corso dell’estate ha avviato un processo di rinnovamento importante, puntando su alcuni giocatori che hanno storicamente un ruolo da collante all’interno ed all’esterno della squadra stessa. Mi riferisco a Meoni che è uno degli interpreti più importati del ruolo del palleggiatore a livello mondiale (tra i primi 5) e ha preso per mano questo team infondendo la tranquillità necessaria per affrontare un campionato duro come il nostro. Trento ha dimostrato di essere una squadra (malgrado il poco tempo avuto a disposizione da coach Lattari), che esprime già un livello di coesione piuttosto buono realizzabile quando tutti remano con entusiasmo nella stessa direzione.

Per confermare il mio interesse per i meccanismi che sono alla base della costruzione di un team vincente, credo, che dopo aver visto direttamente le formazioni che lotteranno per la permanenza in A1, non ci saranno squadre materasso ma un campionato piuttosto equilibrato con 2 parti distinte di classifica con squadre che lotteranno per l’ingresso alla griglia playoff e quelle che si daranno battaglia per rimanervi.

Andrea Anastasi

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