La lezione dell'angelo biondo

21/04/2020

Sono giorni complicati per tutti noi, in tutto il mondo. Siamo alle prese con il periodo più complicato che sta vivendo questa generazione e comprensibilmente siamo tormentati da mille dubbi relativi al presente e pure al futuro, nostro e dei nostri figli. Sfogliando una vecchia rivista di pallavolo ho ritrovato una poesia che ho letto tante volte. A scriverla è stata l'indimenticabile Kirk Kilgour, un formidabile giocatore statunitense che per amore del nostro sport ha passato gran parte della sua vita su una sedia a rotelle a causa di una tetraparesi irreversibile. Lui, l'angelo biondo che veniva dalla lontana California, arrivato all'Ariccia nel 1973, grande atleta e grande attaccante che ho avuto il piacere di vedere in campo una sola volta, ha visto cambiare la sua vita come d'incanto durante un allenamento con la nazionale italiana. Si era presentato per generosità: si sono rotti i tiranti della rete, i giocatori si sono messi a fare esercizi al cavallo e al termine di un volteggio Kirk è caduto violentemente a terra, forse tra materassini mal sistemati: il risultato è stato terribile, la lussazione della quinta vertebra cervicale con la lesione del midollo spinale e la paralisi totale di tutti gli arti. Penso che in tanti si sarebbero arresi e invece lui ha continuato a combattere, ha progettato la sua sedia a rotelle automatizzata, ha iniziato a scrivere, a contagiare tutti con la sua carica umana, con la sua forza d'animo. Lo ricordo con emozione infinita a Mestre in occasione dell'All Star Game del 1997, accolto dall'ovazione del pubblico. Era felice e sorridente, e la sua lezione è ancora ben viva dentro di me. Queste sono le parole che ha scritto: oggi sono di estrema attualità e devono essere uno stimolo incredibile per tutti noi.
"Ho chiesto a Dio di essere forte
per eseguire progetti grandiosi
ed Egli mi ha reso debole per conservarmi nell'umiltà.
Ho domandato a Dio che mi desse la salute
per realizzare grandi imprese
ed Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.
Gli ho domandato la ricchezza per possedere tutto
e mi ha lasciato povero per non essere egoista.
Gli ho domandato il potere perché gli uomini avessero bisogno di me
ed Egli mi ha dato l'umiliazione
perché io avessi bisogno di loro.
Ho domandato a Dio tutto per godere la vita
e mi ha lasciato la vita
perché io potessi essere contento di tutto.
Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo,
ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno
e quasi contro la mia volontà.
Le preghiere che non ho fatto sono state esaudite.
Sii lodato, o mio Signore: fra tutti gli uomini
nessuno possiede quello che ho io!"

Grazie Kirk, sei stato un grande sia in campo sia quando il destino beffardo ti ha privato dei tuoi voli e delle tue schiacciate. Il tuo ricordo mi aiuta anche a tenere compagnia a tutti quelli cha amano la pallavolo in questi giorni: ho deciso di incontrare i grandi protagonisti del nostro sport in diretta su Instagram riproponendo poi le nostre chiacchierate su Facebook e su questo sito. Non sono interviste ma incontri tra amici, per provare a sorridere in un momento che invece è caratterizzato dalla tristezza. Ringrazio tutti per la loro incredibile disponibilità e simpatia. Proseguirò ogni giorno fino al termine del lockdown, raddoppiando durante il week end. Quando tutto sarà finito, speriamo il prima possibile, ci ritroveremo per una grande festa con tutti i campioni con i quali mi sono divertito e spero di aver divertito i tantissimi che ci hanno seguito: in quella occasione magica regaleremo magliette e palloni a qualche medico e a qualche paramedico che tanto si sta prodigando per gli altri in questi giorni terribili. Perché la pallavolo è davvero un mondo speciale.
Buona pallavolo e buona vita a tutti!
Kirk Kilgour
Kirk Kilgour
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