"La mia Forlì", intervista a Piero Molducci

di Lanfranco Dallari

16/03/2010

Piero MolducciPiero Molducci
Piero Molducci
Piero Molducci, romagnolo d.o.c., è l'allenatore della Yoga Forlì. Lui è attaccato alla sua terra, l'accento svela inesorabilmente le sue origini e lui orgogliosamente non fa nulla per nasconderlo, anzi lo accentuerebbe ulteriormente se potesse. Ha il grande pregio di dire sempre quello che pensa, dote purtroppo rara. Quest'anno cerca l'impresa di essere profeta in patria, obiettivo in assoluto alquanto difficile...
Allora Pierino, la classifica non è esaltante, siete terzultimi, le ultime due formazioni classificate al termine della regular season retrocederanno in serie A2. Come giudichi la tua squadra?
"La nostra è una squadra molto giovane, a parte l'eccezione di qualche veterano, pertanto ritengo sia normale che alterniamo prestazioni buone ad altre meno esaltanti, siamo in balia di quello che succede nel corso di ogni singola partita, il rendimento dei miei giocatori è spesso molto, troppo, altalenante".

Questo è il tuo quarto anno a Forlì.
"E penso sia anche l'ultimo. I cicli esistono, pertanto alla fine di questi o cambi l'allenatore oppure cambi i giocatori. Abbiamo vinto il campionato di B1 e quello di A2, e fin lì tutto ok, poi quest'anno abbiamo affrontato il campionato di serie A1 con l'acqua alla gola, con problemi di soldi, con un budget che va a scontrarsi con altre realtà, a dover sempre affrontare problemi di budget finisce che alla lunga ci si stanca".

Cosa ti aspettavi da questa stagione agonistica?
"Mi aspettavo quello che stiamo vedendo, ovvero di dover lottare fino all'ultima giornata per salvarci. Del resto è normale che sia così, ci hanno detto che avremmo fatto la serie A1 all'ultimo minuto, non permettendoci pertanto di operare sul mercato, la stessa cosa è successa a Pineto; se oltre a questo si aggiunge che non avevamo disponibilità economiche mostruose diventa chiaro che era per noi impossibile spostare gli equilibri cercando di convincere giocatori già accasati a venire a giocare a Forlì".

Come si riesce a continuare ad aver sempre voglia di lottare, senza mai abbassare la guardia?
"E' la passione che ti sprona, che fa sì che anche nel tempo libero io vada nelle scuole elementari per insegnare, gratis, ai ragazzini a giocare  a pallavolo. La motivazione è la stessa che ti porta ad allenare una squadra di serie A1 che lotta dalla prima giornata all'ultima per salvarsi. Senza questa passione andrei in ferie e di sicuro mi logorerei meno il fegato".

Come sta la pallavolo italiana?
"Sta come il nostro Paese, nello stesso identico modo: ci sono le regole, non ci sono, c'è chi le rispetta e chi le dribla, chi fa i decreti, chi li subisce, chi li attende. Il volley è lo specchio di quello che sta succedendo in generale in Italia. A suo tempo non abbiamo sfruttato i grandissimi momenti d'oro, adesso è difficile riuscire a sfruttare questi periodi di magra...".

Il campionato di serie A1 sta andando proprio come ti aspettavi?
"Monza sta facendo molto bene, Macerata meno bene di quanto pensassi. Taranto e Vibo pensavo che avrebbero lottato di più per entrare nei play off, il resto è come avevo previsto, con Trento più forte di tutte, anche se con una finale secca come quest'anno potrà succedere di tutto".

Cosa fa Piero Molducci d'estate?
"Rimango a Cervia, aiuto mia moglie nell'albergo, vado al mare, in genere faccio sempre e solo le cose che mi piacciono. Non gioco più a volley (nel 3 contro 3 era mostruosamente forte, n.d.r.), però gioco a carte con tanti amici, che poi sono anche ex giocatori, ad esempio con Scoz (Stefano Pascucci) e con il Bab (Antonio Babini). Col volley "giocato" ho chiuso, con quello "allenato" vedremo...".

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