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La rivincita e la bella
La rivincita e la bella
di Luciano Pedullà
13/01/2012
Luciano Pedullà
Luciano Pedullà
La pallavolo femminile italiana esce dal turno infrasettimanale rinfrancata, forte di cinque successi e di un solo set perso, peraltro da Bergamo in Champions nella gara probabilmente più difficile e quindi nel risultato più gratificante per le nostre compagini. Sembra avere cambiato marcia la formazione guidata da Mazzanti che nell’ultimo mese oltre ad aver messo nel cassetto la qualificazione in coppa ha recuperato una posizione di tutto rispetto in A1 con successi rotondi negli ultimi tre turni. Per le altre squadre le vittorie sono state obbligatoriamente facili con merito particolare a Busto che ha regolato la terza squadra di Baku, infarcita di roboanti nomi, ma che all’atto pratico ha dovuto inchinarsi all’operosità delle giocatrici varesine. Nei prossimi giorni un’incredibile e ulteriore sfacchinata si prospetta davanti all’italiane in Europa che dopo il turno di Campionato voleranno chi in Russia, o in Turchia o addirittura in Azerbaijan per decidere le sorti del girone o della qualificazione. E’ il caso di Pesaro che dovrà vedersela in prima battuta con Busto e poi volare direttamente a Mosca per difendere il primato nel girone di Coppa, due gare che potrebbero anche dire di che pasta è fatta la formazione marchigiana, che vanta un grande potenziale ma che lo esprime … a targhe alterne. La gara di campionato in Lombardia mi ricorda quella di tre anni fa quando le parti erano invertite e Busto sgambettò, dopo cinque set di grande battaglia e tensione agonistica, le pesaresi che poi andarono a vincere il loro primo scudetto; speriamo che la partita riservi uguale spettacolarità. Altrettanto poco agevole la strada di Bergamo che dopo la trasferta di Piacenza dovrà volare in Turchia per competere contro le Campionesse d’Europa cercando di confermare i progressi di gioco che già contro l’Azerrail sono stati messi in mostra. Trasferte dure e faticose, come quella che ha affrontato Belgrado per giocare a Pesaro: partite martedì notte verso le ventitré, con un pullman a disposizione della squadra, hanno viaggiato ininterrottamente per circa quindici ore dormendo e mangiando il loro packet lunch direttamente a bordo, arrivando pronte per l’allenamento pre partita. Al termine della gara giocata con ottimo atteggiamento per tutti e tre i set sono ripartite immediatamente con il loro mezzo per essere pronte all’allenamento del venerdì e prepararsi degnamente alla gara del campionato Serbo nel quale, fino a questo momento, sono al terzo posto: bella storia! Così come lo è quella di Cristina Barcellini, insignita con il premio 2012 di “Novarese dell’anno”. Il premio, per chi non è di Novara come me, sembra avere un sapore provinciale, ma quando ci accorgiamo che tra le persone che hanno ricevuto questa onorificenza si trovano personalità di illustre valore italiano, come l’ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, personaggi dello spettacolo come Paolo Beldì, regista Rai di “Quelli che il calcio” o medagliati a cinque cerchi come Paolo Milanoli, allora si capisce come far parte di questo olimpo non possa che fare onore e piacere. Lo diventa particolarmente per Cristina, una delle tante giocatrici italiane che costruiscono attraverso il lavoro le proprie fortune, come già hanno fatto Leo e Paola, Francesca e Serena, Lucia e Caterina e come sapranno fare in futuro Giulia e Carolina. E’ un’Italia che lavora e che produce, che costruisce il proprio domani senza bisogno di assistenzialismi che invece spesso, purtroppo, disegnano un’immagine sbagliata della gente del Bel paese.
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