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La sindrome da overtraining
La sindrome da overtraining
Dr Cristani Alessandro Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico di Modena
06/02/2009
Gli atleti, in particolare quelli di alto livello continuativamente sottoposti ad allenamenti di elevata intensità, possono, quale risultato di un eccessivo allenamento, incorrere nell’overtraining. Detta condizione è caratterizzata da persistente sensazione di affaticamento, alterazioni neuro-endocrine, riduzione delle capacità di performance, alterazioni dell’umore, aumentato rischio di contrarre malattie e di subire infortuni.
La moderna nosografia (studio descrittivo delle malattie) prevede che l’overtraining, comunemente responsabile della persistente stanchezza negli atleti, venga suddiviso in due diverse condizioni patologiche: la sindrome (complesso di sintomi) da overreaching e quella da overtraining (1).
Entrambe sono responsabili di conseguenze disastrose sulla capacità di performance degli atleti.
La
S. da OVERTRAINING (OTS):
è un disordine neuroendocrino che si realizza quale risultato del processo di overtraining; essa è determinata da un accumulo di fatica avvenuto in un periodo in cui l’ allenamento è stato eccessivo ed il recupero inadeguato; richiede diversi mesi, (a volte anche un anno) per essere superata.
La
S. da OVERREACHING (ORS)
è rappresentata dagli stessi sintomi (fatica, decremento delle performance, cambiamenti dell’umore) ma di natura transitoria. Pertanto questa si risolve con un periodo non lungo di riposo (2 settimane circa).
Per solito, un intenso allenamento svolto in un breve spazio temporale, può portare ad una riduzione della capacità di performance; tuttavia se al carico lavorativo segue un adeguato recupero, interviene una “supercompensazione”che porta l’atleta a raggiungere una maggiore capacità di performance rispetto ai livelli basali.
Al contrario, l’associazione tra un sovraccarico lavorativo ed un inadeguato tempo di recupero porta dapprima alla ORS e quindi alla OTS.
Se si riesce a far diagnosi nella fase di ORS, il riposo e le terapie del caso portano alla scomparsa dei sintomi e l’atleta sta meglio. Se invece, sfortunatamente, si risponde alla riduzione della performance aumentando l’intensità dell’allenamento, si instaura un ciclo vizioso che porta alla OTS.
Abbiamo visto che frequentemente il sintomo iniziale della OTS è la fatica, ma con il tempo altri sintomi si manifestano. Sono numerosi ma pochi di questi, circa una decina, hanno ottenuto le prove per essere considerati certi e validi indicatori della presenza della sindrome (2):
- riduzione della capacità di performance malgrado l’allenamento continui
- persistente sensazione di fatica
- variazioni cardiovascolari come la riduzione della gittata cardiaca
- variazioni ormonali con netta riduzione del rapporto Testosterone\ Cortisolo
- aumentato rischio di infezioni dell’apparato respiratorio
- variazioni neuroendocrine a carico di noradrenalina e norepinefrina
- l’atleta riferisce alti livelli di stress con disturbi del sonno
- variazioni dell’umore, apatia, mancanza di motivazioni, facile irritabilità
- perdita dell’appetito
(continua)
BIBLIOGRAFIA
1) Halson SL, Jeukendrup AE. Does overtraining exist? An aalysis of overriching and overtaining research. Sports Med 2004;34(14): 967-81.
2) Hrhausen A, Kinderman W. Diagnosis of overtraining: what tools do we have? Sports
Med 2002; 32(2): 95-102.
precedente:
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