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La "voce del volley" che ha scelto la Brianza per amore
La "voce del volley" che ha scelto la Brianza per amore
Laura Laguzza sul Giornale di Merate
15/12/2010
Lorenzo Dallari
Lorenzo Dallari
Giornale di Merate Martedì 14 dicembre 2010
DENTRO IL PERSONAGGIO Lorenzo Dallari
DOMANDE INDISCRETE
Ci racconta uno dei ricordi che le sono più cari?
La nascita dei miei figli, Edoardo e Filippo.
Quali sono le qualità che preferisce in una persona?
La franchezza: dire sempre le cose in faccia.
Che cosa non sopporta?
Le persone che tramano nell’oscurità.
Se non avesse fatto il suo mestiere, che cosa avrebbe fatto?
Il medico. Ho frequentato fino al quinto anno. Poi ho iniziato a lavorare per una tv locale e da «gioco» è diventata la mia professione.
Ha un sogno nel cassetto?
Ho fatto ciò che ho sognato di fare, senza raccomandazioni, come predico sempre ai giovani che mi chiedono consigli.
C’è un motto, un proverbio una frase a cui si ispira nella vita di tutti i giorni?
"Carpe diem".
Se avesse una bacchetta magica...
Condizioni di vita migliori per i miei figli e per tutti i giovani. Li attende un
domani pieno di punti di domanda.
Qual è l’episodio che le ha cambiato la vita?
Quando ho deciso di uscire dall'ospedale e di non occuparmi più di dolore, ma solo di gioia.
Crede in Dio?
Sì, ma ho un rapporto personale, senza intermediari.
A che cosa non rinuncerebbe per nessun motivo?
Alla libertà.
Che cosa la spaventa di più?
L'inefficienza fisica.
Ha mai fatto una pazzia?
Più di una. La più grande fare il secondo figlio con una donna, Patrizia che è ancora la mia compagna,ma che allora conoscevo poco.
La «voce del volley» che ha scelto la Brianza per amore
CASATENOVO (llu) Per raccontare con passione uno sport bisogna averlo praticato, aver sudato sul campo, aver assaporato il sapore dolce della vittoria e quello amaro della sconfitta. Solo così si può comprende, e quindi tramutare in parole, un successo e una disfatta. Solo così si può prendere in mano un microfono
e commentare, con la stessa passione e la stessa professionalità, la vittoria di un campionato del mondo e
presentare la stagione di una società sportiva di una piccola cittadina, come l’As Merate Volley. E Lorenzo Dallari, vice direttore di Sky Sport, l'ha fatto. Ha praticato con ottimi risultati la pallavolo e ha reso il suo gioco, la sua passione nella professione. Il volley è la sua vita. Ci racconta come è nata la sua passione e la sua professione? «
La mia famiglia non è mai stata sportiva. Ma alle medie ho iniziato a praticare la pallavolo: in Emilia c'è una lunga tradizione pallavolistica. Mi sono subito appassionato e sono arrivato a giocare fino in
A2. Poi ho smesso per studiare. Mi sono iscritto alla facoltà di Medicina. Poi, per gioco, ho iniziato a commentare le partite per una tv locale, all'inizio degli anni '80 e così ho deciso di farla diventare la mia professione».
E' stata dura cambiare vita: da medico a giornalista sportivo. Le difficoltà?
«Ovviamente le prime difficoltà
sono state in famiglia. Avere un figlio medico era una cosa, avere un figlio che dopo cinque anni lascia Medicina e tenta la carriera giornalistica, puntando su uno sport che all’epoca non era molto diffuso, è stato un azzardo. Grazie al mio passato da sportivo però mi veniva naturale commentare: oltre all’aspetto tecnico, ero in grado di capire quello psicologico, studiando i volti dei giocatori. Poi nel 1988 mi ha contattato Telecapodistria: avevano sentito le mie telecronache della Panini Modena, una squadra straordinaria
(quattro scudetti con il grande Velasco)».
E proprio l’Italia di Velasco le ha cambiato la vita professionale...
«Nel 1990 c'è stata la svolta e sono stato l'uomo giusto al momento giusto. L'Italia di Julio Velasco ha vinto i mondiali a Rio de Janeiro e il volley è entrato nell'immaginario sportivo collettivo, grazie al grande risultato sportivo e a personaggi
- come
Velasco, Zorzi e Lucchetta -
che potevano andare oltre
».
E, aggiungiamo noi, a un narratore competente e appassionato che ha saputo commentare con professionalità e far avvicinare molta gente a questa disciplina. Poi è giunto a Telepiù nel 1991 e a Sky nel 2003. Tanti anni di volley, ben oltre 1.400 telecronache, quali ricorda con più affetto?
«Sicuramente da giornalista vivere le Olimpiadi è qualcosa di straordinario. Le più belle sono state quelle di Sidney, ma il commento più bello è stato alle Olimpiadi di Atene perché la Nazionale è giunta in finale con il Brasile, contro ogni pronostico».
Tante Olimpiadi, Mondiali, vittorie e disfatte. C’è una partita che sogna di commentare?
«La nazionale italiana ha vinto tutto, ma le manca l'Olimpiade. A Londra potrei realizzare anche questo sogno, ma sarà dura. Sicuramente ha più possibilità la nostra nazionale femminile. Ma quella maschile ci ha abituato a grandi sorprese e vittorie inaspettate».
Ha conosciuto molti campioni. Chi le è rimasto più nel cuore?
«Sicuramente Fabio Vullo. Un toscano con sangue siciliano, una personalità forte, l'ho conosciuto 25 anni fa e mi sono guadagnato la sua stima. Per me è molto importante avere la stima di coloro che stimo. E’ stato un grandissimo giocatore e, secondo me, uno dei migliori alzatori».
E i colleghi con i quali ha avuto il miglior rapporto?
«Senza dubbio Marco Nosotti. Abbiamo iniziato a Modena
insieme negli anni '80. Poi abbiamo viaggiato tantissime volte. Ora è passato alla redazione calcistica, ma
siamo rimasti legati da un rapporto di amicizia».
Oltre che giornalista è vice-direttore di Sky Sport. Come gestisce la sua redazione? «
Com’è giunto a vivere in Brianza?
«La mia compagna è di Oggiono e 11 anni fa ci siamo trasferiti a Casatenovo: ho scelto la Brianza per amore».
E ha conosciuto Merate per ragioni, manco a dirlo, pallavolistiche.
«Mio figlio Filippo che non ha mai seguito una partita di pallavolo e che non ho minimamente influenzato, ha deciso di giocare a pallavolo. Ovviamente essendo dell'ambiente mi sono informato e mi hanno spinto da Titti Sivori, nell'As Merate. E' una società seria che fa un lavoro difficile, occupandosi di pallavolo maschile, il settore più difficile. Titti Sivori poi è un'istituzione, mio figlio ha più soggezione di lui che di me...».
Laura Laguzza
CASATENOVO:
La sua sfrenata passione per la pallavolo è nata sui campetti di provincia, a San Martino in Rio. La carriera agonistica l’ha portato fino allapromozione in A2, dopo quattro campionati in serie B. Ha lasciato il volley per dedicarsi agli studi universitari nella facoltà di Medicina, ma il richiamo del giornalismo e del microfono sono stati troppo forti: ha iniziato quasi per caso a Retemilia, e ben presto ha scelto di fare il cronista, per raccontare il suo sport, la pallavolo. Quattro anni nella modenese Antenna 1, poi nel 1988 il grande salto a Telecapodistria. L'ascesa è stata poi inarrestabile, e sono venute le collaborazioni con Telepiù e Sky, la nascita di «Volleymania», di «Diretta Volley», del «Monday night», e il ruolo di vice direttore di Sky Sport. Oltre 1400 le telecronache commentate dal vice-direttore di Sky Sport
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