L'alimentazione: i prodotti non proibiti che aumentano le prestazioni

Dr Alessandro Cristani Azienda ospedaliero-universitaria di Modena

31/10/2007

Le vitamineLe vitamine
Le vitamine
VITAMINE

Una dieta varia e non restrittiva fornisce un apporto vitaminico adeguato ai giovani che si allenano ad alti livelli; solo una dieta a basso contenuto energetico li può esporre al rischio di un inadeguato apporto di alcune vitamine.

MINERALI

In letteratura viene segnalato che il calcio, il ferro e lo zinco, specie nelle ragazze, possono avere un apporto subottimale; pertanto appare utile fare alcune considerazioni su questi tre elementi.

Calcio nell’infanzia e nell’adolescenza la richiesta di calcio è aumentata; ricerche eseguite segnalano che il 77% delle ragazze ed il 64% dei ragazzi tra i 12 e 15 anni non raggiungono la RDI per il calcio. Il latte ed i suoi derivati sono la principale fonte di fornitura del calcio, pertanto se l’assunzione di questi prodotti viene limitata a causa di una intolleranza o per una scelta dietetica, è possibile che si instauri una ipocalcemia.

Ferro le ragazze sono esposte ad un alto rischio di avere una deplezione\carenza di ferro a causa delle alte richieste metaboliche, associate alla crescita, alle perdite mestruali, a diete a basso contenuto energetico, e per alcune atlete, all’essere vegetariane (5). La perdita di ferro può risultare ulteriormente accentuata a causa di allenamenti intensi, emolisi, microstillicidio ematico gastrointestinale, abbondante sudorazione. Si stima che il 40-50% delle giovani atlete, con ciclo mestruale in atto, abbiano una riduzione dei depositi di ferro, sospettabile con il riscontro di bassi livelli di ferritinemia.
Recentemente è stato segnalato che la determinazione della sideremia e della transferrinemia sono di scarsa utilità per la determinazione dell’assetto metabolico del ferro; attualmente questi esami vanno completati con la ricerca del sTFR (recettori sierici della transferrina) (6) e del contenuto emoglobinico nei reticolociti (CHr); con questi dati si potrà definire con precisione uno stato ferro depletivo.

Zinco alcuni studi hanno segnalato un apporto subottimale di zinco nelle giovani atlete con effetti ritardanti la velocità di crescita e lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari. Come per il ferro, la fonte migliore di zinco biodisponibile è nei prodotti animali.

E’ noto che i giovani atleti assumono vitamine e sali minerali in percentuale maggiore (38%) rispetto ai loro coetanei non atleti (25%) e lo fanno per diverse ragioni. In ordine percentualmente decrescente: per avere una sana crescita, per guarire meglio dalle malattie, per migliorare le prestazioni.
Nel merito è da segnalare, con la massima evidenza, quanto stabilito nel 1996 dalla American Dietetic Association (7): “ la migliore strategia per avere una ottimale disponibilità di nutrienti biodisponibili è quella di seguire una dieta varia, piuttosto che fare ricorso agli integratori. Questi vanno utilizzati solo se è in corso una dieta a basso contenuto energetico o se il giovane atleta segue una dieta vegetariana”.

PRODOTTI NON PROIBITI che AUMENTANO le PRESTAZIONI

L’assunzione di queste sostanze (polveri proteiche, BCAA, creatina) è estremamente diffusa tra gli atleti di ogni età; le aziende produttrici le propagandano come capaci di aumentare la massa muscolare e la forza, di incrementare le prestazioni. I giovani atleti sono particolarmente sensibili ai racconti anedottici ed alle testimonianze di atleti famosi e rispettati che consigliano l’uso di questi prodotti. I giovani spesso ignorano che la loro carriera sportiva è fondamentalmente basata su una sana crescita, sulla maturazione fisiologica e sessuale, sull’acquisizione di abilità e forza con anni di allenamento e di buona alimentazione.
Inoltre, nessuna ricerca è stata condotta su atleti di età inferiore ai 18 anni per stabilire se questi prodotti sono effettivamente ergogenici e sopratutto se esistano effetti avversi (8). Pertanto gli effetti a breve e lungo termine non sono noti; ha ottenuto invece grande diffusione la posizione assunta nel 1999 dall’American College of Sports Medicine assolutamente contraria all’uso di creatina negli atleti sotto i 18 anni.
Pertanto, grande deve essere la cautela usata dal team medico (il solo ad essere abilitato alla prescrizione) nel consigliare l’assunzione di questi prodotti (9).

CAFFEINA

Da segnalare infine l’incremento del consumo da parte dei giovani atleti di bevande energetiche (non sports drink) con caffeina (circa 80 mg a lattina, un caffè italiano ne contiene tra i 50 ed i 120 mg); questa è chimicamente una xantina, stimola il Sistema Nervoso Centrale, ha un lieve effetto diuretico e vasodilatatore. Una eccessiva assunzione con conseguente sovradosaggio può incidere negativamente sulle prestazioni in quanto determina eccitazione, insonnia, tremori, nausea, vomito, aumento della diuresi, tachicardia, comparsa di extrasistoli.
Uno studio eseguito su 400 studenti-atleti australiani rileva che alcuni assumono fino a 5 lattine prima della gara nella speranza che questo aumenti le prestazioni.
Oltre alla caffeina esistono altre sostanze popolarmente diffuse quali il colostro, i bicarbonati; per tutte vale la regola di non assumerle, almeno fino a che non saranno a disposizione prove scientifiche sulla loro sicurezza.

In conclusione: l’immagine che si ha del proprio corpo è assai importante per i giovani, nasce precocemente sia nei maschi (fisico muscolare) che nelle femmine (fisico magro e sottile). Per gli atleti adolescenti oltre alla immagine del proprio corpo altri fattori contribuiscono a determinare dei disordini alimentari: il desiderio di ottimizzare le prestazioni, la pressione per avere un peso non realistico, aspettative familiari errate. Le informazioni nutritive, spesso assai diverse, arrivano ai giovani dai familiari, dalla TV, dai giornali, mentre è assai importante che queste siano realistiche e basate sull’evidenza scientifica.
L’abitudine a nutrirsi correttamente si instaura presto e persiste per tutta la vita; i genitori, gli allenatori devono rappresentare un modello di riferimento per le scelte alimentari dei giovani atleti e se si presenta qualche problema è opportuno ricorrere al parere del nutrizionista.


BIBLIOGRAFIA

5) Bergstrom E, Hernell O, Lonnerdal B. Sex differences in iron stores of adolescenrs:what is normal? J Pediatr Gastroenterol Nutr 1995;20:215-24.
6) Cook JD, Flowers CH, Skikne BS. The quantitative assessment of body iron. Blood 2003;101:3359-64.
7) American Dietetic Association. Position of the ADA: vitamin and mineral supplementation.
J Am Diet Assoc 1996b;96:73-7.
8) American Accademy of Pediatrics. Use of performance-enhancing substances. Pediatrics 2005;115:1103-6.
9) Eichner E, King D, Myhal L. Muscle builder supplements. Sports Science Exchange Roundtable
1999;10:1-5.
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