Le speranze per il futuro di Mister Secolo

di Lorenzo Dallari

06/08/2015

Le speranze per il futuro di Mister Secolo
Lui è semplicemente Mister Secolo. L'ho conosciuto che era un giovane palleggiatore di belle speranze, l'ho visto diventare uno schiacciatore a Modena, punto di forza della nazionale più forte di sempre, vincere tutto quello che era possibile da protagonista assoluto: tutto meno l'Olimpiade, manifestazione finora stregata per la pallavolo italiana. Lorenzo Bernardi oggi fa l'allantore all'Halkbank Ankara, e sta maturando un'esperienza eccezionale a livello internazionale. Ho avuto il puacere di condividere con lui la presentazione del mio ultimo libro "La leggeda azzurra" dedicata alla storia della nazionale più vincente dello sport italiano, di cui per un decennio è stato uno dei leader indiscussi. "Vestire la maglia dell'Italia ha singnificato vivere una parentesi importantissima della mia vita: siamo cresciuti in modo esponenziale arrivando sul tetto del mondo quasi all'improvviso, e ben pochi l'avrebbero immaginato fino alla vigilia dell'Europeo vinto nel 1989 in Svezia. Poi è arrivato il primo Mondiale conquistato in Brasile, dove ho messo a segno l'utlimo punto nella finale contro Cuba, il bis iridato ad Atene quattro anni dopo, e il tris in Giappone nel 1998. Un periodo davvero fantastico per il nostro sport, che è entrato nell'immaginario collettivo". Lollo è sempre stato un campione, mai domo, assetato di vittorie: ha collezionato un palmares unico sia con i club di cui ha vestito la maglia che con l'azzurro addosso. "Però mi manca l'oro olimpico, il mio grande rammarico. Anzi, il nostro grande rammarico: non ci siamo riusciti nonostante ad un certo punto fossimo la squadra più forte in assoluto. L'Olanda ci ha beffato ben due volte: prima nel 1992 nei quarti a Bercellona, poi nel 1996 in finale ad Atlanta, dove ho gicato con un piede malandato. E' stato coumunque bello esserci: se ci penso, mi riempo ancora d'orgoglio". Inevitabile proiettare il pensiero alla nazionale di oggi, affidata alla guida tecnica di Chicco Blengini dopo le dimissioni d Mauro Berruto. "E' circolato anche il mio nome e sarei bugiardo e ipocritca se affermassi che non mi avrebbe fatto piacere sedere sulla panchina dell'Italia: è il sogno di tutti gli allenatori, e ovviamente è anche il mio. Non so se riuscrò a concretizzarlo in futuro, anzi credo sia difficile, percè il mio è un congome un pò ingomgrante...Questa squadra è comunque molto forte, chi afferma il contrario sa di mentire: può competere con chiunque a livello internazionale, e sono covinto che si qualificherà all'Olimpaide di Rio de Janeiro fin dalla Coppa del Mondo in programma in Giappone dall'8 al 23 settembre. Simone Giannelli è molto bravo, Ivan Zaytsev da opposto può rendere moltissimo, e in più c'è un singore che si chiama Osmany Juantorena, che conosco nolto bene avendolo allenato in Turchia. I tifosi stiano pure tranquilli...". A proposito di Turchia, il prossimo anno Bernardi resta sulla panchina della squadra di Akara, con la quale quest'anno ha sfiorata il titolo e si è torla la grande soddisfazione di eliminare nientepopodimeno che i campioni d'Europa del Belgorod in Champions League. "Putroppo verso la fine della stagione si sono ifortunati sia Jantuorena che Sokolov, che deve stare fermo almeno fino a gennaio dopo l'operazione alla spalla destra. Perdere due bocche dal fuoro del genere ci ha tagliato le gambe, e sarebbe stato così per chiunque. I miei dirigenti hanno rifatto la squadra scegliendo tra gli altri Kubiak, Le Roux, Kooy e  Travica: sono contento, anche se sia in campionato che in Champions la concorrenza sarà decisamente molto aggerrita. io comunque sogno sempre in grande, percheè altrimenti è impossibile raggiungere traguardi ambiziosi". In bocca al lupo caro Lollo, nella speranza di rivederti presto in Italia. "Ci spero davvero tanto: quest'anno ci sono andato vicino poi non se ne è fatto nulla. Presto però vorrei tornare a casa, perchè ho ancora molto da dare alla pallavolo italiana". A presto, dunque, amico mio.
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